CARICO A CHIACCHIERE

LA CELATA FORZA DELLA GENTILEZZA


   Scioccamente non mi sono ricordato che venerdì scorso, è stata la "Giornata Mondiale della Gentilezza", nata nel 1998 e ricorrente ogni 13 novembre. In verità, sono stato attratto da un articolo che riguardava la gentilezza e mi sono attivato, per proporvi alcune considerazioni sulla festività che meriterebbe più attenzione: la gentilezza non ha mai ucciso nessuno, anzi, servirsene è una grande occasione sia per i destinatari che per i proponenti.  Eppure, sul sostantivo, vorrei proporvi quanto sia importante per tutti essere gentili e disponibili, specie i giovani che richiamati da tanti e ben altri interessi, non badano più alla bontà di un gesto o di una frase che compiacerebbe molto chi ne fosse beneficiario. Non si può pretendere da chi non sia stato educato e formato a rispettare il proprio prossimo con atti e parole gentili che nel procedere degli anni, possa badare alla gentilezza. Il massimo potrebbe essere la buona educazione, ma sappiate, nulla a che spartire con il garbo, la gestualità e le parole di chi voglia essere gentile oltre che educato. Mi fermo qui, perché non faccio catechesi su certi argomenti, tuttavia, l'articolo che abbia richiamato la mia attenzione, per suffragare la gentilezza di cui decantava tutti i pregi sia nel porgerla che nel riceverla, ha voluto mettere in evidenza una poesia molto indicativa e pregna di buoni insegnamenti proprio sulla gentilezza. "Peccato" che sia stata scritta dal grande Bukowski: parrebbe strano che il suo animo inquieto, maledettamente inquieto, abbia generato una poesia molto bella e significativa. Leggetela, vi stupirà e con pochi versi, Bukowski evidenzia l'ipocrisia che spesso annebbia i valori: anche da piccoli, ci insegnano qualcosa che in realtà, andava spogliata prima dalla falsità dell'animo umano ricco, spesso e volentieri, di un perbenismo che non fa parte del nostro essere uomini.Sii GentileCi viene sempre chiestodi comprendere l’altruipunto di vista,non importa quanto siaantiquatostupido odisgustoso.Uno dovrebbeguardareagli errori degli altrie alle loro vite sprecatecongentilezza,specialmente se si tratta dianziani.Ma l’età è la sommadelle nostre azioni.Sono invecchiatimalamenteperché hannovissutosenza mettere mai a fuoco,hanno rifiutato divedere.Non è colpa loro?Di chi è la colpa?Mia?A me si chiede di mascherareil mio punto di vistaagli altriper paura della loropaura.L’età non è un criminema l’infamiadi un’esistenzadeliberatamentesprecatain mezzo a tanteesistenzedeliberatamentesprecate lo è.Charles Buokowski