CARICO A CHIACCHIERE

"SPERO DI NASCERE AL NORD"


  Come sia strano questo paese, intimamente e lealmente, dovremmo riconoscerlo tutti. Certo, se poi c'è da fare tifo, campanilismo e propaganda politica per la propria regione, allora qualcuno mente, è costretto a dire qualche bugia o a rifiutare certe situazioni che sono sotto gli occhi di tutti. Ci trasciniamo da decenni una piaga cancerogena e ormai al limite della sua infetta esistenza, una variabile inammissibile e pretestuosa, circa la sanità che da una parte all'altra del paese, non dovrebbe presentare alcun difetto, alcuna differenza in nome di uno stato democratico, pronto a trattare tutti gli italiani alla stessa maniera. Da anni tutto ciò non accade, sappiamo come le regioni meridionali siano indietro, molto indietro rispetto alle regioni del nord: una sanità che funziona abbastanza bene su nell'alta Italia e una sanità a pezzi nel sud, disintegrata da mani avide, da amministratori incapaci pronti a dilapidare fiumi di soldi in rigagnoli poco visibili. Paghiamo tutti, ma non otteniamo tutti ciò che ci spetterebbe per welfare e eque politiche sociali. Ciò che emerge dall'analisi effettuata dalla Società Italiana di Pediatria, i bambini nati al sud corrono il rischio di morire nel primo anno di vita, con una percentuale  più alta del 50% rispetto a quelli nati al nord. D'altro canto è anche positivo che l'Italia sia un paese con l'indice di mortalità dei bambini più basso al mondo. Un dato molto consolante, ma ciò che pesa è la pesante disparità nel nostro stesso sistema sanitario. Le regioni più colpite da questi dati poco accettabili sono la Sicilia, la Calabria e la Campania. Riportano cifre pesanti e posizionano tutto il sud con una percentuale sensibile: il 35,7% di tutti i nati in Italia, sono nati nel Mezzogiorno e i decessi sono stati del 45% - 48%. Percentuali che peggiorano per i figli di genitori stranieri residenti al sud. Queste cifre allarmano molto, già il sud paga la difficoltà per gli adulti di ricevere stesse cure e assistenza e i famosi viaggi della speranza sono sempre in prima linea, ora dobbiamo porgere sul piatto della bilancia, anche il maggior tasso di mortalità per i bambini. Poco edificante il solo pensare e accettare che nascere in un territorio dello stesso stato invece che in un altro, possa procurare una minore possibilità di sopravvivenza. Urge mettere in campo tutte le forze per invertire un trend che non si può accettare, specie se il problema nasce per evidenti disuguaglianze sui diversi modelli assistenziali.