CARICO A CHIACCHIERE

COMPRO...UN ASTERISCO


 Siamo giunti a un punto estremamente difficile per quanto riguarda la parità di genere. Un problema già noto, sorto alcuni anni fa in maniera esasperata e col passare del tempo, siamo a doverci battere per un...semplicissimo asterisco. Il liceo Cavour di Torino,  ha deciso di scegliere l'asterisco per combattere le discriminazioni di genere. Il preside è d'accordo e si procederà in tal senso ogni volta che si vorrà evitare il disguido lessicale. Esempio "Tutt* liber*", scritto in tal guisa l'invito comprende indistintamente tutti: maschi, femmine e...altr*!  Basta eliminare la lettera finale e con l'asterisco si elude ogni riferimento che possa discriminare. Pertanto ogni documento, ogni mail dovranno, quando sarà il caso, prevedere l'asterisco. Con questa apertura del liceo Cavour, ovviamente i primi a intervenire sull'argomento, sono stati Salvini e Meloni. Entrambi ne hanno le scatole piene di queste arrembanti scelte proditorie e inutili: siamo a strapazzare la lingua italiana alla faccia di Dante e della...Crusca! Salvini dixit: "Un conto è il rispetto, altro conto è la folle corsa verso il niente". Beh, non avrebbe tutti i torti: siamo a spaccare capelli in quattro parti uguali, siamo a trovare due peli nell'uovo, siamo a provocare l'esasperazione generale. Il problema lo abbiamo capito e condiviso quasi tutti, certo restano i riottosi e i negazionisti, tuttavia se si continua di questo passo, giungeremo a una guerra dialettica e lessicale che ci porterà lontanissimo nel tempo e senza aver risolto nulla. Non sono gli asterischi posti alla fine delle parole che potranno indurci alla difesa dei generi e della loro insostituibile parità. Non vogliamo minimizzare, ma con certe scelte perentorie e arbitrarie, spesso si inaspriscono gli animi e si passa a discussioni verbose e alterchi dannosi. Tentiamo di tenere ben saldi i piedi per terra, abbandoniamo i voli pindarici  e puntiamo al sodo, oltre ogni asterisco pianificatore. Questo vale per tutt*... nel senso che non si fanno distinzioni.