CARICO A CHIACCHIERE

GOGNA O VERGOGNA?


     Il politicamente corretto ormai, è una spada di Damocle che pende perennemente sulla testa di chi voglia esprimere un parere, un concetto, una sua idea su determinati argomenti. Conosciamo tutti il male cronico, endemico che ammorbi e irretisca la Metro Milanese. Bande di ragazze, vestite come se ne vedono tante in giro, nessun segno particolare e facilmente confondibili nelle resse che si creano ogni giorno, per entrare nelle carrozze. Tattiche che più volte abbiamo visto nei filmati di Staffelli: giaccone o grande scialle sul braccio e la mano ben nascosta che si infila con destrezza in una tasca, in una borsa ecc. ecc. Ebbene, l'altro giorno un improvvido annuncio emesso dall' altoparlante di una stazione della Metro, ha avvertito i passeggeri che affollavano la banchina, di prestare attenzione agli "zingari". E qui si è aperta una discussione per i loquaci, per gli oratori e per i grandi filosofi che puntualizzano come l'uso scorretto di un vocabolo, di un etimo, possa essere esecrabile e spropositato: "Perché chiamarli zingari? Perché offendere un "popolo", senza avere un briciolo di prova e generalizzando?". Sono forse gli zingari tutti ladri? Domanda legittima e credo che non vi siano polemiche da alimentare. Sono zingari, Nomadi, Rom e poi? Ecco, una consigliera comunale di Milano la signora Romano (del PD), ha fortemente polemizzato molto sui filmati che interessino queste ragazze: privati o pubblici che siano, non dovrebbero essere diffusi:  "E pura violenza che si esercita sulle ragazze!". Pertanto, possiamo essere d'accordo o è normale formulare un unico aggettivo per costoro: sono stereotipi, luoghi comuni, pure convinzioni, ritenerli tutti ladri? Onestamente e senza ipocrisia su distinzioni di razze e/o etnie: questi rubano tutti o no? E se non ci fossero le riprese per individuarle puntualmente, come faremmo a beccarle? Procediamo con le estrazioni?