CARICO A CHIACCHIERE

LA SAPETE QUELLA DEL...


      ...No? Non la sapete la barzelletta? Ve la racconto: ci sta un italiano, un altro italiano e ancora un italiano...vabbè, ci sta un parlamento italiano, che a malincuore  e dopo battaglie gattopardiane, alla fine scelse ciò che andava fatto da tempo: cambiare il numero dei parlamentari che occupano Camera e Senato. Da 945 bocche da sfamare, siamo passati nelle elezioni del 2022, a 600 persone di cui 400 deputati e 200 senatori. Un grande traguardo che ci avrebbe consentito non solo un grande snellimento burocratico, ma soprattutto un notevole risparmio per le casse  erariali. Questa è la storia e mi chiederete dove sta la...barzelletta? Beh, la storiellina divertente sta nella amara constatazione, che non è cambiato nulla nelle disponibilità finanziarie e nello snellimento dei servizi alla Camera dei Deputati. Grandi difficoltà nell'organizzare commissioni e servizi correlati al lavoro degli onorevoli per mancanza di "persone e personale" e poi, la nota più dolente, stessa dotazione di soldi come per il passato: 943 milioni l'anno per i deputati.  Infatti alla Camera la spesa previdenziale è aumentata per pagare dipendenti e indennità, gli stipendi sono stati superati dalle pensioni e dai vitalizi. Vi risparmio le cifre, tanto non serve saperle, resta solo che il risparmio previsto dalla riduzione di 345 persone in meno, non è tangibile, non visibile e la domanda nasce spontanea: vuoi vedere che Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel suo celebre romanzo "Il Gattopardo", inserì la famosa battuta perché sognò l'Italia del terzo millennio? "Cambiare tutto per non cambiare niente". Ma ci prese o ci stanno prendendo per i fondelli?