CARICO A CHIACCHIERE

E COME VOLEVASI DIMOSTRARE...


         Ho letto da qualche parte di un papà che un bel giorno decise di far conoscere la montagna al proprio ragazzino: una giornata nuova e diversa per consentire al fanciullo un primo approccio con i monti e la natura. Esperienza entusiasmante e ricca di scoperte nuove e curiose. Il ragazzo, durante la passeggiata, urtò un piede contro una grossa radice e urlò: "Ahiaaaaaa!". Dalla montagna udì una voce: "Ahiaaaaaa!". Incuriosito, gridò: "Chi sei?" e sempre la stessa voce: "Chi sei?" e lui, ancor più incredulo: "Fatti vedere!", "Fatti vedere!" replicò la voce misteriosa. Incapace di comprendere cosa accadesse, chiese al padre spiegazioni e il genitore sorridendo, pacatamente gli rispose con un esempio pratico: "Ti voglio bene!", gridò, "Ti voglio bene!", l'eco rimandò. "Sei bellissimo!" e ancora l'eco: "Sei bellissimo!". Così il papà spiegò cosa fosse l'eco, non solo un effetto sonoro, ma la metafora stessa della vita: la nostra vita sempre pronta a ridarci ciò che le diamo. Lo specchio perenne del nostro comportamento e delle nostre azioni: "Cosa vuoi dalla vita? Amore, gentilezza, bontà, onestà? Ebbene, offri amore, gentilezza, bontà e onestà, offri sempre te stesso con pazienza e sincerità; tutto ciò che darai ti sarà reso alla pari, senza indugi e incertezze". Su questa metafora dell'eco e della vita che si intrecciano facilmente, riporto una riflessione che faccio mia: "Nel bene e nel male, si riceve sempre ciò che si da: ciò che ci accade non sono buona o cattiva sorte, bensì lo specchio delle nostre azioni".