CARICO A CHIACCHIERE

IL MERCATO DELL'USATO...FARLOCCO


      Il business che ogni giorno fagocita i produttori, gli imprenditori e tutti coloro che ambiscono a fare soldi sulla pelle dei propri simili, acceca, distrae e soddisfa l'incolmabile egoismo di chi se ne frega di ciò che procura. Prendiamo il grande business di abiti usati, una smisurata quantità di "robe vecchie", come siamo soliti apostrofarle, che puntualmente ogni settimana parte da grandi centri di smistamento, verso Accra la capitale dello stato africano del Ghana. Si calcolano circa 15 milioni di capi mandati laggiù: acquistati da commercianti del luogo perché creino a loro volta, un mercato piuttosto redditizio e conveniente. Il problema purtroppo, nasce alla fonte della produzione: la moda che coinvolge Milano, New York, Parigi, i marchi e le griffe ricercate che per certi versi tendono a prodotti "fast fashion", sono capi confezionati con materiali e tessuti di modesta qualità. Quindi ad Accra, la maggior parte delle balle di vestiario sono solo da distruggere e renderle immondizia. Laggiù non sono pronti, non sono organizzati e non hanno le risorse necessarie per procedere. Un problema gravissimo che se non affrontato, sarà la fine per territori sommersi e "inquinati" da cotanta spazzatura. Ilaria Marzano, architetto e ricercatrice privata, ha proceduto con un studio molto interessante. Ha portato virtualmente queste immense quantità di vestiario obsoleto, nelle piazze più importanti delle città coinvolte. Il progetto si chiama: "Back to square one" e mostra non solo piazze riempite dagli abiti, ma mappe toponomastiche di grandi città, dove la brava Ilaria ha piazzato la spazzatura in questione: visioni pazzesche, e paradossali, sistemazioni che dovrebbero indurci alla riflessione. Facile riempire Accra di robaccia, alla fine magari, avremmo soffocato il progresso della città e le sue legittime aspirazioni.