CARICO A CHIACCHIERE

NOI CHE...LORO CHE...


       Sono molto deluso: scopro che oggi la generazione Z, più precisamente il 65% dei giovani compresi tra i 18 e i 27 anni, sceglie per il primo incontro, una videochiamata su Skype o su Zoom. Per loro comporta essere spicciativi, non subire costi e sondare se vi siano i presupposti per continuare a vedersi in rete o passare anche all'impegno successivo: uscire insieme!  Ma che ne sanno questi ragazzi del "Noi che...": degli appostamenti giù al portone di casa della ragazza adocchiata? Che ne sanno loro delle fugaci apparizioni della "madonna" che usciva dal portone e nell'avvicinarla, subito precisava: "Devo andare a comprare il latte...devo rientrare subito!". Azz...non aveva tutti i torti Gianni Morandi, minuti contanti, nemmeno il tempo di scambiare due parole e ci si doveva salutare. E della celebre  frase, al primo abbordaggio: "Posso accompagnarti?"...e dei tanti no ricevuti, dei tentennamenti subiti, laddove si capiva che se tentennava, ci stava? Questi comodoni invece, stanno ore davanti allo schermo, addirittura ordinano anche qualcosa da mangiare (ognuno paga per sé) e tubano a distanza? Allora noi abbiamo perso solo tempo, quando da giovani per arrivare al primo giardinetto pubblico, dovevamo fare kilometri in più perché si rischiava di essere incrociati da gente che poteva riconoscerla? E per cosa poi? Star seduti su una panchina seminascosta, a sbaciucchiarsi sfiorandosi appena? Questi sono troppo legati al web, perdono la "chimica" di un incontro dal vivo, il contatto visivo, la gestualità, il linguaggio del corpo che solo gli incontri reali possono offrire. Noi non avremmo mai potuto "innamorarci" senza un faccia a faccia con una ragazza. Come farei a ricordare che oltre sessanta anni fa, il mio primo approccio fosse con una ragazzina, con scarpe aperte/estive, i calzini corti e bianchi ai piedi?