CARICO A CHIACCHIERE

DALLA PRIMA LETTERA DI MONELLACCIO AGLI ITALIANI


     Fratelli carissimi, saldo nella fede e certo di trovarvi sempre raccolti nelle vostre esperienze nel culto del vostro Dio, sono ancora preso dalla dipartita del beato Silvio Berlusconi. Ormai, il tempo ci conduce verso nuovi orizzonti e dovremmo aprirci al domani e al nuovo che avanza. Penso che per evitare la sue celebrazioni e le commemorazioni audaci e insistenti, dovremmo pregare il Santo Padre, affinché provveda a proporre la Santità per quest'uomo che nella sua lunga vita ha, alla pari dei tanti Santi ormai nel regno dei cieli, provveduto essenzialmente al benessere del suo prossimo: opere immense e grandiose, opere per le quali  ancora oggi si ricordano le sue gesta. Ci mancava il film della sua vita, riproposto perché nessuno dimentichi il suo operato e come se non bastasse, affinché la memoria resti sempre viva in tutti noi, un film su Doris suo compagno sin da giovane e  socio in affari: due occasioni che rinnovano la conoscenza della sua lunga vita professionale e politica. Ebbene, mi auguro che tra trent'anni, quando verrà a mancare il fido Confalonieri, non si produca un film sulla sua vita. Sono i benvenuti, ma servono non solo a ricordare i grandi uomini che sono stati, bensì a richiamare sempre Silvio e le sue immense imprese. Pertanto prego il Papa perché provveda subito a nominarlo Santo: solo così potremmo tentare di dimenticare questo grande uomo e non subire la celebrazione e la commemorazione insistente e ambita da parte della sua famiglia, da parte dei suoi cari, delle sue care e di tutto il popolo dei beniamini sparsi sul globo. La pace sia con tutti voi!