CARICO A CHIACCHIERE

SONO QUELLO S****O DEL MONELLACCIO


     Solito giro mattutino, incrocio tanti conoscenti che saluto come sempre e raggiungo il bar. Stranamente c'è più gente del solito e come consuetudine, chiacchiere e conversazioni a tutto spiano. Mi accingo ad entrare e noto come molti astanti, sono là a ridere e a presentarsi tra di loro, nonostante si conoscano da tempo: "Ciao, come va? Sono quello st***zo del tuo amico Gigi..." e l'altro, ridendo risponde: "Salve, io sono quello st***zo del tuo amico Beppe!". Tutti su di giri, tutti sereni e tutti coinvolti dalla battuta esilarante pronunciata dalla Meloni mentre salutava il presidente della regione Campania, De Luca. Beh, non ho potuto trattenere un sorriso, qualcuno che mi conosceva ha tentato di coinvolgermi e io, sempre ironicamente, ho dovuto replicare alla sua divertente battuta: "Piacere, sono Carle' ed è la prima volta che metto la mano nella m***a!". Accidenti, l'amico ci è rimasto male, la voce si è sparsa e come d'incanto, tutti hanno smesso di fare gli spiritosi per tornare alle chiacchere da bar dello sport. Come vedete, tra la Meloni e il Papa, due episodi quasi in contemporanea, ci portano a recepire  tutto quello che ci gira intorno: enfatizziamo ed esaltiamo gli avvenimenti e ci adeguiamo alle...novità. Ora, finché lo facciamo noi poveri cittadini senza alcun pagamento a fronte e con la voglia di stigmatizzare queste eccessive novità, ci sta tutto. Ma quando i commentatori pagati, i cronisti e i giornalisti costruiscono storie e vicende su questi eloquenti ma modesti dettagli, allora significa che siamo alla mutazione dell'etica istituzionale, della partigianeria a tutti i costi e alla elevazione eccessiva dei personaggi che contano. "Frociaggine" e "st***za" sono etimi diffusi e in fondo li proferiamo tutti quando parliamo, tuttavia quando parlano alti personaggi istituzionali, ci aspetteremmo un linguaggio e un lessico che siano contenuti nei canoni della nostra lingua italiana, senza se e senza ma. Ma tant'è...chi lo deve sapere?