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« COME SI AMMAZZA UNA FATINACOMPROMESSI SPOSI »

PROBLEMI DI GENERE

Post n°4427 pubblicato il 02 Dicembre 2022 da monellaccio19
 

 

 

 

 

In Spagna, da ieri 1 dicembre, è in vigore un codice deontologico per regolare e normalizzare gli spot pubblicitari che riguardino i bambini. Il motivo? Evitare discriminazioni di genere tra i più piccoli! Eccone un altra, una regola che appena entrata in vigore, sta creando problemi tra i pubblicitari iberici. Sono gli stereotipi quelli che ci fregano, sono il rosa per le femminucce e l'azzurro per maschietti i nemici della parità di genere.  Pertanto basta con le bambole alle femminucce e le macchine per i maschietti, appiattiamoci su oggetti che non indichino chiaramente la loro destinazione. Da ieri la regola è: mantenere linguaggi inclusivi per tutti senza disparità di genere,  niente sessismo evidente, specie per i bambini dai 0 a 7 anni. Quindi niente da imporre, niente da pilotare e niente che indichi a priori il genere maschile e femminile. Una bambolina per il maschietto e l'automobilina per la femminuccia vanno benissimo e per i risultati...ne riparliamo quando saranno più grandi! Avanti, coraggio e adeguiamoci...potrà capitare anche a noi, o no? Che ne pensate? In Spagna già si discute animatamente. 

 
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Commenti al Post:
elyrav
elyrav il 02/12/22 alle 10:01 via WEB
Che cazzata. Scusa ma alla fine la differenza la fanno lo stesso. E' la mentalità che deve cambiare non le apparenze e non è con questo sistema che fai cambiare la mentalità. Un amico di mia figlia all'asilo giocava tranquillamente con le barbie e nessuno gli ha mai detto nulla. Però non vestiva di rosa. Ma chissene!!! Buongiorno :)
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 02/12/22 alle 10:46 via WEB
Non ne posso più, fermo restando il mio rispetto per il free gender. Non siamo in grado di pilotare o gestire, non siamo in grado di condizionare: il genere è innato e insito nella persona, ognuno a suo tempo rileva le sue predisposizioni e decide se manifestare le sue inclinazioni. Il punto è: avrà paura o vergogna di dichiararsi? Ebbene se saremo tutti disponibili ad accettare la sua "diversità", dov'è il problema? Siamo noi che ci dobbiamo aprire ad una visione collettiva di inclusività di genere. Buondì Ely.
(Rispondi)
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
ely il 02/12/22 alle 11:27 via WEB
Infatti siamo noi che dobbiamo aprirci ad una visione di inclusività e di rispetto per tutti. E comunque ogni essere umano è diverso l'uno dall'altro al di là del genere. Il rispetto e risolviamo tutto!!! :) buongiorno
(Rispondi)
 
 
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 02/12/22 alle 11:32 via WEB
Breve, concisa e compendiosa! Appunto, siamo sempre ad allungare il brodo, come disse Vissani.
(Rispondi) (Vedi gli altri 2 commenti )
 
 
 
 
elyrav
elyrav il 05/12/22 alle 08:22 via WEB
Sì lo penso anche io ... buongiorno :)
(Rispondi)
 
 
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 05/12/22 alle 08:26 via WEB
Buon giorno a te Ely.
(Rispondi)
 
diego2020200
diego2020200 il 02/12/22 alle 10:30 via WEB
La questione della pubblicità essendo una importante fonte di entrate economiche ormai pubblicizza di tutto. Grandi, piccoli, non c'è più una regola. Anzi, piccola precisazione, a volte al mattino vengono proposti film solo per gli adulti. Impazza la violenza a tutte le ore e quindi vista anche dai bambini che ne rimangono spesso impressionati. Le bande di ragazzini spesso imitano "i grandi" quindi le regole dovrebbero prevedere non cosa pubblicizzare ma "quando", ma come al solito nessuno va a fondo del problema, quello vero, bisogna soltanto fingere di preoccuparsi dei bambini nel solito modo banale e inutile.
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 02/12/22 alle 10:53 via WEB
Siamo d'accordo: la comunicazione pubblicitaria, ormai ossessiva e compulsiva, è un problema in genere e ha necessità di essere veicolata rispettando etica e morale. La cultura del free gender, ha da essere recepita da tutti gli adulti, tutti dovrebbero essere disponibili senza alcuna preclusione, ad accettare le manifestazioni dei "diversi". Non si deve educare escludendo gli stereotipi e i luoghi comuni, chi ha una natura diversa, giunge da solo al momento in cui avvertirà la necessità di dichiararsi e senza remore, tutti lo devono accettare con rispetto. Questa è inclusione...senza se e senza ma. Buon w.e. Diego.
(Rispondi)
 
g1b9
g1b9 il 02/12/22 alle 12:58 via WEB
Sulla questione dei colori non ho nulla da ridire perchè, se è vero che è da sempre uno stereotipo a me non è mai piaciuto fare questi distinguo, soprattutto come imposizione. Se un ragazzo ama vestirsi di rosa può farlo benissimo, tuttavia ci sono cose, che , se alle donne sono state concesse prima che agli uomini forse anche quello rientrava nell'accondiscendenza verso il capriccio femminile, cosa ,che non succedeva in ambito maschile. Per questo da secoli le donne indossano i pantaloni, mentre la gonna addosso all'uomo non siamo abituati a vederla, se non in certe occasioni e certi luoghi,vedi la Scozia. E forse ci abitueremo come fecero nei secoli scorsi, quando anche gli uomini erano truccati e agghindati con crinoline e falpalà. La cosa che mi infastidisce è un 'altra. Non mi piace che venga imposto questo modo di vivere molto limitativo sia nel linguaggio, che nel fare, sempre col pensiero al gender. Riconosciuto tutto, accettato tutto, lecito tutto,lasciamo che la gente si abitui con calma a questo nuovo modo di vivere; a mio avviso imporlo diventa una nuova discriminazione verso chi, bonariamente, per piacere e gusto personale continua ad usare il rosa e l'azzurro per distinguere bambine e bambini. Non mi pare che la liquidità sessuale sia già un obbligo. Carlo caro, siamo qui ogni giorni a disquisire su argomenti talmente inutili agli occhi delle persone normali( si può ancora dire?), che mi pare che siamo diventati tutti scemi. Ciao carissimo, buon weekend!
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 02/12/22 alle 17:27 via WEB
Esaustivo commento che avendo centrato il senso del mi post, condivido pienamente e non aggiungerei altro. Gli stereotipi e i luoghi comuni, generalmente sono inutili, superflui e dannosi. Si radicano nella cultura popolare e restano segni indelebili per lungo tempo. Tuttavia, come abbia già precisato in precedenti repliche, credo che sia solo uno il modo per cambiare la posizione di chi puntualizza questi aspetti: disponiamoci tutti all'apertura mentale e culturale, siamo dinanzi a realtà ineluttabili e inconfondibili, quindi includiamo tutti, senza alcuna differenza e senza basarci su stereotipi. Se lo fossimo già, non saremmo a questo punto e non si avrebbe la necessità di ricorrere a interventi particolari per distinguere chi possa essere diverso. Ti abbraccio Giovanna, dolce serata.
(Rispondi)
 
surfinia60
surfinia60 il 02/12/22 alle 16:11 via WEB
Apparenze e ancora apparenze. Come al solito si finisce nell'esagerazione opposta. Adesso vieni guardato male anche se usi in maniera 'impropria' un sostantivo che nasce maschile ma deve per forza diventare 'transgender'(sindaca, ministra, avvocata ecc...). Ma intanto i più giovani continuano ad insultarsi con gli stessi aggettivi 'coloriti' di 50 anni fa. Saluti
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monellaccio19
monellaccio19 il 02/12/22 alle 17:33 via WEB
Brava Paola, esagerazione ossessiva che col tempo sta opprimendo tutti, seminando a destra e a manca, il pensiero unico e incontestabile. Questi mutamenti di genere, avverranno automaticamente nel tempo, la gente si abituerà a e se ne farà una ragione per le diversità di genere. C'è sola da rimuovere un'atavica e compiacente disposizione culturale per comprendere che non tutti siamo uguali e ognuno può essere come sente di essere dentro. Punto! Buona sera mia cara, sereno w.e.
(Rispondi)
 
OgniGiornoRingrazio
OgniGiornoRingrazio il 02/12/22 alle 18:16 via WEB
Penso che farebbero meglio ad occupare il loro tempo in maniera costruttiva ,non è il colore o il gioco a fare la differenza ma la mentalità.Una persona dev'essere libera di mostrare le sue inclinazioni e potersi realizzare sia sul piano del genere che su quello lavorativo. Buona serata*_*
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 02/12/22 alle 18:26 via WEB
Perfetto. Sono d'accordo, il problema siamo noi che dobbiamo essere portati all'inclusione per cultura e consapevolezza personale. Cosa possono capire i bambini dagli spot pubblicitari? Sono i genitori che devono preoccuparsi di educare all'inclusione di tutte le diversità a tempo debito: il nero dal bianco, per esempio ed etc.etc. Grazie Simo bella serata.
(Rispondi)
 
bionda66
bionda66 il 03/12/22 alle 00:36 via WEB
Sono le assurdità della nostra epoca. Se una persona è inclusiva lo è a prescindere dal colore, dal genere e dalla razza. Viceversa se non lo si è, non c'è pubblicità o propaganda che tenga. Poi c'è anche da dire che la nostra epoca è fatta di eccessi... quindi pubblicià che devono colpire, atteggiamenti sociali che devono far parlare, e chi più ne ha più ne metta. Io ricordo ancora con piacere il nostro grembiulino bianco col nastro rosa e nero con nastro azzurro dei mie compagni alle elementari, eppure siamo ancora qui vivi e vegeti. ps. è sempre un piacere leggere i tuoi post.
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 03/12/22 alle 07:51 via WEB
Grazie, sei cortese. Anche tu focalizzi il problema esattamente: siamo tutti noi che abbiamo necessità di allargare il nostro campo visivo e in quanto genitori, insegnare ai nostri figli sin da piccoli, cosa sia l'inclusione e cosa sia il rispetto per tutto ciò che sia "diverso". Pertanto, attiviamoci per insegnare il dovuto rispetto e la necessaria consapevolezza ai piccoli, spiegare cosa significhi il colore della pelle e la natura umana in tutte le sue espressioni "diverse". Sereno w.e.
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e_d_e_l_w_e_i_s_s
e_d_e_l_w_e_i_s_s il 03/12/22 alle 17:27 via WEB
La notizia oggi divide sia il mondo dei pubblicitari e dei produttori sia il mondo dei genitori. Io credo che eventualmente le discriminazioni che esistono vadano ben oltre il colore del gioco rosa o azzurro. E non sono affatto convinta che bandire un colore sia una strada per sensibilizzare alla umana e lecita indiscriminazione. Ciao Carlo, buoni giorni :)
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monellaccio19
monellaccio19 il 04/12/22 alle 08:07 via WEB
Il colore è uno stereotipo e se rimosso servirebbe solo il gesto, ma no il senso! Siamo noi che dobbiamo cambiare, dobbiamo aprirci sgravandoci dal peso del pregiudizio, includendo tutti perché si tratta di realtà inconfutabile e giusta. Dobbiamo prima agire noi e poi da genitori, inculcare ai nostri bambini i principi dell'inclusione, dell'uguaglianza, del diverso che non esiste. Il resto sarà compito della scuola, e della società aperta veramente a tutti. Buona e bella domenica carissima Elena.
(Rispondi)
 
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