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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Ho visto in TV un servizio incentrato sui campionati di calcio creati apposta per i giovanissimi: diciamo tra i 13/16 anni. Sono organizzati proprio per le compagini giovanili, ragazzi a cui piace il calcio e intendono crescere in queste "scuole" scoprendosi magari dei potenziali campioni tanto da avere in seguito stimoli necessari a proseguire per intraprendere la carriera professionale. Ebbene, quando giocano in stadi regolamentari, il pubblico non è mai eccessivo, anzi direi che gli spettatori presenti siano tutti parenti dei ragazzi: quindi dal padre alla madre di ogni calciatore fino ai fratelli, agli zii, ai nonni, i vicini di casa, c'è tutto un parterre nutrito di tifosi esasperati. Capisco il dover sorreggere e tifare per il proprio ragazzo, capisco anche gli errori arbitrali, le entrate scorrette degli avversari, ma un atteggiamento così verboso e agitato, una gestualità inverosimile e schiamazzi per incitare non mi è mai capitato di vedere nemmeno nelle grandi partite di calcio. Ebbene, sono basito in particolare per le donne, madri, sorelle, zie insomma le donne erano le più esagitate e non penso assolutamente al ceto, allo strato sociale: mi sembravano di normale e comune estrazione, niente di troppo popolare e niente di "snobbaroli" che ormai sono sparsi dappertutto: "Brutto stronzo ma che fai?" La mamma di un ragazzo grida all'arbitro che ha fischiato contro suo figlio. "Vigliacco, sei entrato da dietro e lo hai falciato, ti aspetto fuori!". "Arbitro, cornuto e figlio di pu.... ma tua madre lo sa cosa fai?". Mi fermo qua, ho ascoltato per un quarto d'ora un montaggio di rosari sgranati alla grande, nessun ritegno, fioroni che uscivano dalle bocche di uomini e donne così coinvolti che se non ci fossero state le grate ad impedire loro l'ingresso in campo, avremmo avuto tutti sul campo a menarsi di santa ragione. I ragazzi invece li ho visti ben messi, certo come in tutte le partite vi sono scontri e qualche diverbio, ma i parenti sono convinto che presi dalla compulsione, abbiano una doppia personalità: aggressivi sulle gradinate e sereni fuori prima e dopo la partita. Lo spero, perché le minacce lanciate "Ti aspetto fuori" erano molto preoccupanti. Belle dimostrazioni educative, belle scene da portare come esempi di sportività e confronto. Ma non sarà che a scuola e in tutte le palestre di civiltà, ci debbano tornare i genitori?
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