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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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Non è più possibile, almeno per me, sopportare le pubblicità e gli spot tv dei super e iper mercati. Sono condizionato, mi logorano e si riflettono sul mio comportamento senza che me ne renda conto. Mi reco all'Eurospin e puntualmente mi trovo coinvolto dal solito operatore che con il suo giubbino aziendale, mi saluta: “Ciao Einstein...come va?”. Sbuffo e subito gli dico: “Non sono Einstein...”, e lui di rimando: “Ah...già, sei Gigi...”, e io piccato nel tono di voce: “No, non sono nemmeno Gigi...non mi riconosci? So' Carle', quello che d'ora in poi non vedrai più perché mi hai rotto gli zebedei!”. Non si campa più, ormai recepiamo e somatizziamo tutto ciò che la tv ci impone. L'altro giorno son andato a "Famila", un supermercato del mio quartiere, con mia moglie e abbiamo cominciato a girare per i corridoi, quando all'improvviso, parte un brano classico da discoteca e tutti i presenti cominciano a ballare. E' una pubblicità che passa in tv e il mio 53% mi fa: “Dai Carle' balliamo anche noi...”. Ma sei impazzita...”, replico mentre con lo sguardo torvo, la fulmina: "Ci mettiamo a ballare per quale scopo?”. E lei che ha sempre adorato il ballo, si unisce al gruppo e parte alla grande. No raga', non se ne può più, a casa voglio stare, qui siamo alla follia pura. Vado al centro commerciale da “Poltone&Sofà” e appena entro, mi viene incontro un gentile commesso: “Come posso aiutarla?” e io impassibile, guardandomi attorno: “No, grazie, vorrei che chiamasse uno dei tre (o tutti e tre) rompiballe che girano gli spot televisivi, vorrei parlare con loro”. Macché, non c'erano...li avrei menati!
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