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« MONDO OCCIDENTALE E CAMB...UNA VOCE FUORI DAL CORO »

NON SOTTOVALUTIAMO LA SEMINA

Post n°3220 pubblicato il 15 Maggio 2019 da monellaccio19
 

Siccome al peggio non c'è mai fine e poiché i frutti della maledetta semina durata alcuni anni, cominciano a vedersi in tutta la loro spietata e amara realtà, continuiamo a farci male con parole, opere e omissioni tanto è quello che vogliono le due viscide anguille. Litigano, sparlano e si racconta di tutto e di più sui due, ma credo, come ebbi a dire a suo tempo che la presa per il 16 sia così palese che sia impossibile non notarla. Ma torniamo alla semina perché ho da raccontarvi due episodi che dimostrano apertamente cosa intendessi dire circa i frutti che sono maturati nel frattempo. In Sardegna, precisamente a Cagliari, un'auto della Polizia si è schiantata per un incidente e un poliziotto è rimasto ferito. Un coro immediato di facinorosi, stupidi e ignoranti, su FB  ha  applaudito in segno spregevole all'incidente, indi poscia, hanno commentato con frasi ignobili l'accaduto e dopo le derisioni varie, c'è stato anche chi ha sostenuto: "Solo un ferito? Non ci sono morti? Peccato!". Ovvio che il sindacato della Polizia, dopo aver riconosciuto e scovato i colpevoli, ha provveduto  a querelare gli autori dell'insano gesto e procederà per legge. Sempre in Sardegna, un giovane chef ha scoperto casualmente di essere ammalato di SLA. Ebbene, avendo avuto la possibilità di entrare in un programma specifico che si terrà in Israele per essere sottoposto a cure mirate e particolari, il nostro Paolo Palumbo  si è offerto per essere curato e spera di testare positivamente il valore della terapia. Costa un milione di euro andare laggiù e farsi curare la sua maledetta SLA. Bene, ancora una volta il frutto che nasce grazie alla semina, ha prodotto su Facebook una serie di insulti, di offese e di ingiurie che hanno "seppellito" vergognosamente il povero Paolo. Gente che ne ha dette di tutti i colori e si presume siano parenti o amici di gente che nelle stesse condizioni di Palumbo, non è stata ammessa a nessun programma e in più non ha raccolto i soldoni per andare fuori dall'Italia. Chi abbia condiviso i problemi del nostro chef, sta raccogliendo i soldi che servono, tutti concorrono e presto Paolo partirà per Israele. "Che ci vai a fare? Tanto morirai come mio padre!".  E' solo una delle tante frasi manifestate con rancore e odio, un attacco proditorio e inumano verso chi è malato, non lo si può accettare assolutamente nemmeno da chi abbia avuto persone amiche o familiari che hanno contratto la SLA. Invidia? Cattiveria gratuita? No, non credo, è odio dilagante, quello che fino a qualche anno fa, nessuno conosceva e nessuno ne era vittima. Ma ci rendiamo conto di come stiamo cambiando? Ma possibile che una svolta politica come quella che stiamo vivendo ci abbia portato a questo: augurarsi la morte di un poliziotto, la morte di un malato grave, sono casi isolati? No, siamo al punto per punto, alla precisazione infinitesimale, alla pervicacia esemplare e maligna. Non ci sta nessuno di questi travolgenti mutuati sulla strada di Damasco al contrario, che abbia perso testa e senno. Sono convinti di quel che dicono e sostengono e se ne vantano pure, grazie a chi abbia seminato con tanta attenzione e prodiga cura, su terreni fertili e capaci di far maturare solo frutti amari. Vi invito a riflettere: sono piccoli segni quotidiani destinati a diventare grandi segni della storia di questo paese.

 
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