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LIBRERIE CHE CHIUDONO? ERESIE CULTURALI

Post n°3444 pubblicato il 12 Gennaio 2020 da monellaccio19
 

 

 

Avete presente quelle vaste spiagge che un bel giorno ci confondono con una visione spettrale che ci lasci basiti? Centinaia e centinaia di pesci spiaggiati e inermi, trascinati e lasciati morire dalla marea sull'arenile. Una moria di cui non si conoscono le cause o le si sospettano soltanto, ma una sola certezza abbiamo:  qualcosa li ha uccisi! Ecco, tornando su un argomento che già recepivamo, ne coglievamo sentore e ci procurava un nodo alla gola, era la moria delle librerie cittadine. Una decimazione unica e inesorabile: botteghe antiche con vecchi proprietari ancora al lavoro e decisi a non mollare. Clientele sempre più assottigliate e immancabilmente presenti sul fronte, per testimoniare la loro fede e la loro presenza in quella seconda casa ritenuta indispensabile ancora di salvezza. Una decimazione che sorprenderà tutti nel volgere di poco tempo: è ineluttabile, non sopravviverà nessuna e mettersi il cuore in pace, è il minimo che si possa fare. Negli ultimi cinque anni, hanno chiuso 2300 librerie in tutta Italia, pensate che alla fine dell'anno scorso, anche la nota "Feltrinelli" ha chiuso un paio di punti vendite a Roma. Qualcuno sostiene che la chiusura di storici posti in cui non solo si vendevano libri, ma erano cenacoli dove si incontravano cultori della lettura, rappresentavano un "modus vivendi" per molti appassionati: là si davano taciti appuntamenti e là, coinvolgendo anche il titolare della libreria, erano discussioni, relazioni a catena su nuove uscite, su vecchie edizioni e su autori più o meno discutibili. Un piacevole modo per passare ogni sera un oretta con persone che erano disponibilissime a mettersi in gioco su un argomento molto piacevole: la cultura. Ora invece, i libri si vendono in rete, non c'è il piacere e il conforto di un suffragio da parte di chi potesse dare un consiglio o un suggerimento disinteressato. Oggi si va su Amazon e si compra il libro che viene consegnato immediatamente. E chi compra generalmente è colui/colei che si accinge a fare un regalo. Infine, molto probabilmente, chi sarà beneficiario del dono, leggerà a...babbo morto! Siamo a questo punto e ammettiamolo, non è propedeutico per un settore che non dovrebbe vivere nessun tipo di crisi. Infine, pare che qualcuno sia portato ad affidarsi ad influencer specializzati proprio sui libri. Una trovata pazzesca che vede questa improbabile promotrice, postare sul suo sito una piccola tavola imbandita con cazzate varie messe su a casaccio e tra le altre cose, un libro da promuovere. Posato lì con estrema nonchalance, uno dovrebbe notarlo e pensare di comprarlo solo perché un'oca qualsiasi l'abbia posto in netta evidenza...mentre le librerie, quelle vere, chiudono con buona pace di chi dovrebbe invece tentare di salvarle con provvedimenti ad hoc, per esempio un governo che si occupi di giuste e necessarie aspettative. 

 
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