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ADDIO ALLA PATINATA D'ECCELLENZA

Post n°3521 pubblicato il 30 Marzo 2020 da monellaccio19
 

 

 

Ho impiegato mezza giornata per cercarla: sapevo di avere una copia della mitica rivista Playboy, ricordavo di aver conservato un reperto storico che avesse segnato la nostra civiltà moderna. Infine l'ho beccata, tra le mie tante cianfrusaglie ho trovato la rivista patinata per antonomasia, quella che se un uomo mi dicesse, giurando solennemente sulle persone più care, di non averla mai sfogliata nella sua vita, non gli crederei nemmeno se si inginocchiasse implorando i suoi santi protettori. Un must come "Playboy" non può passare inosservato nel tempo e una sbirciatina, almeno una volta nella vita, gliela si doveva. Rivista fondata in America da Hugh Hefner nel 1953, "Playboy" presentava sulla sua prima copertina, la dea Marilyn Monroe. La più amata dai cinofili dell'epoca e la più deputata a star lì in posa ammiccante, per il pubblico incuriosito dalla nuova rivista appena esposta in edicola. In Italia il primo numero è datato novembre 1972, giunse da noi in forte ritardo, ma era comunque presente in varie edizioni, in tutti gli angoli del pianeta. Non solo belle donne discinte ma mai volgari, ma articoli di grandi giornalisti e racconti di prestigiosi scrittori che ben si coniugavano tra loro e con le modelle. Insomma una rivista rivoluzionare che andava a rompere schemi tradizionali della politica e il bigottismo imperante negli settanta. Posseggo la copia che vedete su in alto, l'ho voluta conservare come ho conservato tanti oggetti che testimoniassero il mio tempo e le vicissitudini del mio paese. 1.200 lire e il piacere di sfogliare. Dopo, immediatamente dopo, in Italia molte riviste nacquero per battersi in aperta concorrenza con "Playboy", ma se posso e senza offendere i rivali, nessuno mai ha conservato la grazia, il garbo e la finezza della nota rivista di Hefner. Del resto, durare 67 anni in tutto il mondo, non è alla portata di chi improvvisi e non badi alla qualità. Perché vi sto scrivendo di "Playboy"? Perché per le ragioni esposte nel mio post del 28/3 u.s. la nota rivista americana, chiude i battenti. Già, un addio prevedibile, un chiudere necessario perché il mercato della produzione cartacea, come vi dicevo, è destinato a morire nel tempo. La rivista tuttavia, non sarà più prodotta in molte nazioni, resterà ancora per poco in altre e l'edizione digitale, continuerà la sua vita solo in rete. Come si evince da altri dati ineluttabili, questa è la fine prevista per tutti colori che di...carta stampata hanno finora campato. Tra le ragioni di queste sconfitte subite sul mercato, c'è anche la rivalità presentata dalla rete e dai siti che offrono di più e sono più pruriginosi. Ecco il senso del mio post odierno: in questo periodo dannato e tragico, con noi tutti (o quasi) obbligati alla pena detentiva in casa, cosa si rileva di tanto eclatante? Che i siti porno in rete registrano un incremento del 24%. Già sono alti con le percentuali nei tempi normali, ma questo dato attuale, stupisce molto. Se poi aggiungiamo che il 36% di quel 24% sono donne, allora la famosa sora Lella direbbe: "Annamo bene". E' vero che i dati sono in aumento su tutto il globo, ma si rileva maggiormente esponenziale, laddove il coronavirus, abbia e stia lavorando alla grande. Inoltre, c'è stata un offerta proprio per i reclusi in casa: per dar loro un motivo in più affinché non si annoiassero, Pornhub ha offerto il servizio Premuim che solitamente è a pagamento, a titolo gratuito per un mese. Rispetto tutti, ognuno è libero di fare le sue scelte e di regolarsi come meglio crede. La domanda, tuttavia, mi preme: "Ma in momenti drammatici come questo, come si fa a seguire siti porno?". Ci sono risposte scientifiche per tutto ciò? Lo si fa per scaricare tensioni? Si sceglie il porno per accendere desideri e rendere più elettrico l'ambiente, l'atmosfera e avvertire meno il peso del grave momento?  Insomma, a chi e come giova il porno in momenti drammatici come questo? 

 
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