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QUANTO VALE LA VITA DI UN BAMBINO? E DI OTTO?

Post n°3599 pubblicato il 24 Giugno 2020 da monellaccio19
 

 

 

Il drammatico incidente avvenuto in Cina, precisamente nelle vicinanze della città di Mixin, ha procurato otto vittime per annegamento. Tutti giovanissimi, maschi e femmine, al di sotto dei 14 anni erano vicino al fiume Fu e uno di loro (una femmina sembra), ha deciso di fare un bagno. Appena scesa in acqua e allontanatasi dalla riva, la piccola non sapendo nuotare, ha cominciato ad annaspare e a chiedere aiuto. Le notizie non sono molto chiare, dalla Cina sono giunte senza molti dettagli, tuttavia, al richiamo dell'amica in difficoltà, uno dopo l'altro, gli altri sette compagni senza esitazione alcuna, si sono precipitati nel fiume per aiutarla. Nessuno di loro sapeva nuotare, nessuno capace di mantenersi a galla, eppure tutti pronti per la compagna da aiutare. Sono deceduti tutti insieme, tutti travolti dalle acque del fiume. Come dicevo, nessuno particolare è stato fornito dalle fonti cinesi e quindi la dinamica non è completamente nota. Resta la perdita drammatica dei giovanissimi che usciti insieme per trascorrere uno spensierato pomeriggio domenicale, hanno inconsciamente trovato la morte. Ecco, riflettendo sulla possibile dinamica della tragedia, vi pongo una domanda: "E' possibile andare incontro alla morte spinti dall'istinto e sapendo di non saper nuotare, affrontare il ferale destino che ci aspetta?". Iniziamo dall'evidenziare che i piccoli si siano mossi da soli e senza la presenza di un solo adulto, poi per cultura di quel popolo, gli adulti non solo non si preoccupano di accompagnare i ragazzini, ma pare che non si attivino esaurientemente nell'insegnare loro, come comportarsi in casi di necessità  e per esercitare la massima prudenza. In altri termini, i piccoli non sanno nuotare e devono imparare da soli, ma andando in giro, non solo restano senza la compagnia di un adulto, ma non hanno mai ricevuto un insegnamento basilare: quando non si è in grado di aiutare chi sia in difficoltà, bisogna chiedere aiuto, preoccuparsi di trovare qualcuno che si faccia in quattro per dare una mano. I ragazzi dovono imparare a gestire istinto e àlea con fredda determinazione. Non serve a nulla tuffarsi per aiutare quando non si sappia nuotare. Non è nemmeno il caso di affrontare rischi quando non ci sia nessuno nelle immediate vicinanze che possa intervenire. Tutto questo fa parte di leggerezza e di inconsapevolezza da parte di genitori e adulti in genere. Non si possono lasciar morire otto bambini solo per incuria ed estrema fatalità. Abbiamo tutti la necessità di preservare la vita degli altri, ma non dimentichiamo che anche la nostra va protetta e  salvaguardata. L'istinto e il rischio non valutati, consento solo il merito di aver fatto qualcosa per gli amici o i propri cari e con una medaglia si mette tutto a posto, ma la vita vale più di una medaglia! 

 
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lascrivana
lascrivana il 24/06/20 alle 18:03 via WEB
Fosse dipeso da me, le mie ragazze ancora le avrei tenuto sotto la Mi ala protettrice. Hanno imparato a nuotare a 5 anni sotto la mia supervisione. Senza braccioli o salvagente. Solo la mascherina. Hanno bevuto un po d'acqua, ma alla fine hanno nuotato come le compagne provviste di braccioli. Ciao Carlo
 
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