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..E IO TI CANCELLO!

Post n°3637 pubblicato il 04 Agosto 2020 da monellaccio19
 

 

 

Viviamo tutti di ricordi: è ineluttabile, è naturale, è normale che accada. Fino a quando il nostro cervello sarà in grado di lavorare con raziocinio e in buon forma neuronale, saremo sempre pronti a rinvangare ricordi della nostra vita belli e/o brutti che siano. La ricerca, ancora una volta, resta il fulcro di una società che intende stare al passo coi tempi munendosi del necessario bagaglio cognitivo, per mettere in pratica tutto ciò che possa essere scoperto e servire alla gente, al lavoro e alla vita di tutti coloro che verranno anche dopo nel tempo. Va avanti così da sempre e sul pianeta giorno dopo giorno, siamo a competere con grandi scoperte tecnologiche e digitali. Oggi sono a parlarvi di ciò che stia accadendo presso il Dipartimento di Psicologia di Bologna, distaccato a Cesena. L'equipe guidata da illustri professori, tra cui il docente di neuroscienze cognitive Giuseppe Pellegrino, sta lavorando con ottimi risultati su un progetto attraverso il quale sia possibile dividere la paura dal ricordo di ciò che l'abbia procurata. Quanti brutti ricordi spesso ci sovvengono e ci lasciano interdetti, facendoci rivivere i momenti drammatici che li abbiano causati? Sono tante le circostanze e più o meno tutti ci passiamo da questo "tunnel" che ci riporta alla mente i motivi, le cause, le ragioni che abbiano poi trascinato noi e altre persone, in un baratro che dopo essere stato vissuto tragicamente, cerchiamo disperatamente di dimenticare. Nonostante gli sforzi non sempre riusciamo e molti addirittura vivono in piena angoscia quei momenti anche per lungo tempo, non essendo capaci di superare quel coinvolgimento. Ebbene, lavorando su 84 persone, il team è riuscito a stimolare la massa cerebrale e a dividere appunto, paura e ricordo. Operando con scariche elettriche e indi poscia, passando alla stimolazione transcranica su una bobina posata sulla testa, creano un campo magnetico capace di modificare l'attività di alcune aeree cerebrali e la divisione è bella che praticata. Ovviamente tutto ciò avviene sotto l'egida attenta e premurosa di un comitato etico, onde procedere con correttezza e massimo impegno: interferire con la così detta "finestra di suscettibilità" non è certamente un gioco ludico. Su questo stanno lavorando e come potete ben comprendere siamo in un campo molto delicato e ricco di sorprese. Tra l'altro è bello sapere che le paure che ci assillano sono tante e riguardano il nostro vissuto che passa da situazioni molto tristi e drammatiche, a persone che per varie ragioni vorremo dimenticare totalmente: persone che ci hanno fatto male lasciandoci segni indelebili fisici e psichici; persone che hanno impegnato il nostro cuore per poi deluderci e mollarci in piena solitudine. Parlo ovviamente di amori, amorazzi e congiunzioni troppo legate e considerate salde e perpetue. Dimenticare un grande amore, non è facile e la speranza è dura a morire (specie per uno dei due). Concludo quindi sul grande interesse che desta codesta ricerca, siamo al futuro di domani mattina e perché non applicare il progetto a più campi, laddove ci sarebbe da eludere fatti e persone che purtroppo nella nostra vita, hanno lasciato un grande e incolmabile vuoto? Ecco, da domani mattina, volendo si potrà fare. Un momento, ma dove correte? Dove andate? Si fa per dire "domani mattina", è una frase fatta, di circostanza. State buoni se potete, intanto cominciate  a elencare tutto ciò che vorreste dimenticare per sempre. 

 
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Rispondi al commento:
licsi35pe
licsi35pe il 04/08/20 alle 17:40 via WEB
Caro Carlo...sarei una creatura surreale se non avessi passato pure io momenti tragici, da dimenticare. E' proprio questo , il dover dimenticare che in questi anni passati da sola, mi hanno reso attenta a lasciar fuori dalla porta, perdonando o perdonandomi da sola, certe responsabilità che cuocevano il ricordo non permettendomi la "resurrezione". Se mi capita di parlarne, è come vedessi la cosa da un altro pianeta. Ha piovuto, sì, e si respira che è una favola. Buona srata, Carlo, ciao!
 
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