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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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Penoso quanto indelicato dramma, ha vissuto un anziano signore di Roma. Il Sig. Ennio, vive in un appartamento nel quartiere Don Bosco e un bel giorno di ottobre, è uscito di casa per fare delle analisi e alcune visite mediche. Dopo alcuni giorni è tornato a casa e ha tentato inutilmente di aprire la porta per entrare in casa: la chiave non entrava nella toppa. Dopo vari tentativi inutili e insospettitosi, non gli è rimasto che chiamare i carabinieri. I militari giunti sul posto, hanno capito subito che la serratura era stata cambiata e che in casa ci fosse qualcun altro. Suonano e una signora (rom?) apre la porta: alle domande dei militi, con molta disinvoltura sostiene che quella è casa sua e che non conosce assolutamente il Sig. Ennio. La storia si fa intraprendente e per ovvie ragioni i carabinieri chiedono i documenti alla donna e chiedono anche di entrare per dare un'occhiata. Il signor Ennio rimane fuori trepidante e attende fiducioso. Macché, i militari ne escono poco dopo e riferiscono al "legittimo proprietario" che il loro lavoro per il momento finisce lì e non possono fare altro. Allora, il padrone di casa chiede almeno di poter prendere i suoi medicinali salvavita e la ricetta per procurarseli. Niente da fare, non è possibile e gli consigliano di rivolgersi al giudice. Il racconto lo fermerei qui poiché non riesco assolutamente a capire come si possa restare inermi e passivi, dinanzi a una situazione piuttosto anomala e sospetta. I condomini sono stati debitamente interrogati? Hanno raccontato che conoscono il sig. Ennio e che gli è stata occupata la casa visto che la signora non la conosce nessuno? L'avvocato del proprietario legittimo, è intervenuto per interessarsi alla questione piuttosto intricata e intrigante, per come l'approfittatrice abbia messo su una sceneggiata molto "convincente". L'ottantaseienne è cardiopatico, non può agitarsi e deve stare calmo. L'avvocato lo tranquillizza e si è attivato per sbloccare la situazione paradossale. Uno non può entrare in casa sua, le forze dell'ordine intervengono e invece di buttare fuori l'intrusa come ampiamente dimostrato dai condomini e dai vicini di quartiere dove Ennio è conosciuto, devono mollare tutto e demandare al giudice ogni decisione. Ma siamo alla follia: quanto tempo occorrerà per liberare la casa? Quali carte e/o prerogative possiede la signora per mettere fuori casa i militi e mantenere la "proprietà" non sua? Ennio dove andrà a vivere in attesa di definire la questione? Non ho parole così come non hanno avuto parole, coloro che conoscono molto bene la situazione e che non avrebbero visto niente di male, se la signora fosse stata messa alla porta con cortese "delicazzitudine" Ultima notazione: credete che quando finalmente potrà tornare a casa sua, Ennio troverà tutto ciò che aveva in casa? Ne dubito e in tal caso, sarà cornuto e mazziato!!!
N.B. Dopo 24 giorni, su istanza di sfratto da parte del giudice, Ennio è rientrato a casa con l'aiuto dei CC. Ovviamente: casa distrutta al suo interno, arredi devastati, oggetti portati via e infine, per essere nella categoria dei "Cornuti e Mazziati", tutte le spese "anche quelle procedurali", a suo carico.
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