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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi di Settembre 2016
Ormai della campagna del "Fertility Day" sapete tutto, vi è noto lo scopo per cui sia stata avviata la divulgazione e sono certo che siate informati circa le terribili gaffes commesse dal Ministero della Salute: una campagna pubblicitaria approntata con i manifesti mal impostati, con messaggi devianti e poco graditi dalla gente. Insomma, il solito e classico pasticcio all'italiana per cui la ministra Lorenzin ha dovuto fare la funambola per sottrarsi dalle responsabilità e individuare i responsabili diretti, i soliti funzionari colletti bianchi che non hanno capito una mazza del problema e del tipo di sostegno che si doveva dare alla campagna del "Fertility Day". Comunque e senza perdere tempo con chiacchiere inutili, ho pregato gli amici di approntare una ficcante quanto significativa campagna per sostenere adeguatamente l'iniziativa e indurre, senza polemiche questa volta, le coppie a mettere in cantieri figli per superare il problema di una nazione che invecchia paurosamente e non riscontra un proporzionale aumento delle nascite. Spero sia la campagna giusta e che veramente solleciti le coppie a fare figli, tanti figli.
Nella sua realtà e per come possono essere superate certe situazioni, pensate che sarà accettata la proposta di Casa Surace?
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Nella vita abbiamo sempre da confrontarci con inghippi, imprevisti, avversità, problemi, ansie, paure e... fato. Quante volte se accadesse uno dei casi citati,ci sorprendiamo a borbottare: "A saperlo prima..." oppure: "Accidenti, perché proprio a me!". O ancora, quasi a sapere chi sia il mandante: "E dillo che ce l'hai con me?". Abbiamo modi diversi per reagire, ognuno di noi mette in campo il suo carattere e si comporta di conseguenza. Mi fanno ridere coloro che pensano e immaginano una vita perfetta, coniugata al meglio delle possibilità, senza problemi e senza paure, tranquilla e senza scossoni. Ma che vita sarebbe? Che vita potrebbe mai essere se il nostro indirizzo fosse "Paradiso, in fondo a destra, complesso -Villa Eden-"? Ecco come oggi ancor più di ieri, siamo così sensibili alle contrarietà, così fragili davanti all'improvviso handicap che partiamo subito in quarta: "Mado' e mo'? Come faccio?". Panico, paura di rimanere soli, desolazione infinita attorno a noi. Eppure, se la fiducia non fosse soverchiata dalla paura, dalla errata convinzione che siamo disarmati e impreparati, passivi e incapaci di risolvere anche il più piccolo problema, il più fesso contrattempo o il semplice caso che ci fa perdere un bus, un bottone della camicia mentre siamo fuori, e se potessimo impadronirci solo per poco di quella calma necessaria per capire se c'è un vero problema, ne vedremmo delle belle nelle nostre reazioni non più istintive e incontrollabili. Basta poco, contare fino a cinque e trovarsi magari di fronte alla soluzione:
Quante matite potremmo salvare se le nostre reazioni fossero più riflessive, meditabonde, scevre dalla paura e dall'ansia?
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Giovedì 22, uno sciopero di 24 ore deciso da sigle sindacali che racimolano un manipolo di iscritti, ha reso difficile viaggiare con la compagnia Alitalia. I sindacati maggiori, quelli più corposi, hanno evitato lo sciopero perché avevano raggiunto un accordo di massima con l'azienda. Ovviamente, Alitalia ha provveduto a contenere i disagi di chi doveva volare e si è attivata per limitare al minimo tutti i fastidi e le noie conseguenti allo sciopero. Non posso esimermi dal definire questo tipo di protesta oltraggioso e offensivo: ormai da noi in Italia, si subisce lo smacco sindacale perpetrato senza alcuna reticenza e preoccupazione, senza alcun vaglio e non tenendo conto dei gravi problemi che si creano contro chi si muove per lavoro e necessità. L'autunno sta per avviarsi e come consuetudine la parola sciopero, a prescindere da tutti i sindacati, ricorrerà più spesso, quasi alla noia, nei TG, sui media e in rete. Siamo ostaggi, siamo prigionieri e specie quando gli scioperi coinvolgono servizi ai cittadini, i disagi sono creati apposta. Pensateci su: non possiamo essere "governati" dallo stato che fissi regole e norme, no, sono i sindacati che arbitrariamente e liberamente, decidono come "trattare e punire" il cittadino. C'è un problema? Sciopero! L'altro giorno purtroppo, è deceduto un giovane operaio all'Ilva di Taranto, ebbene, hanno scioperato! Si sciopera anche per "simpatia, empatia e solidarietà". Scioperano per un problema a Canicattì? A Pescasseroli, per essere vicini e solidali agli scioperanti siciliani, scendono in piazza anche loro. Pertanto sarebbe giusto chiarire: lo sciopero è uno strumento giusto e legale, istituito per garantire a tutti i lavoratori diritti sociali, civili e democratici. Scioperare è quindi un sacrosanto atto che serve alla tutela dei loro diritti inalienabili. Quindi se in una fabbrica si proclamano ore da trascorrere con le "braccia conserte", ci si organizza e si procede: tutti davanti ai cancelli per protestare e vantare i propri diritti. Ma perché un libero sciopero deve essere giustamente indetto e arbitrariamente i lavoratori devono rendere la vita difficile ai cittadini? Non solo quando impediscono il normale svolgimento e l'erogazione dei servizi come luce, gas, trasporti, ma soprattutto, perché quando devono scioperare, fanno i cortei al centro delle città, sulle strade importanti, sulle vie di collegamento ecc.ecc.? Dicono: "Lo facciamo apposta per coinvolgere tutti nei nostri problemi e ricavarne almeno la solidarietà della gente!". Ma che kazzo dite? Voi alienate e inibite il mio diritto a muovermi che è esattamente uguale al vostro diritto a scioperare! E io, dopo essere stato danneggiato perché non ho volato, non ho viaggiato per lavoro o per necessità, non ho potuto transitare da quella via o andare in quella strada perché c'eravate voi con fischietti e capellini, mi dite che cosa possa provare per voi? Solidarietà e comprensione? No, mi spiace: chi limita, nega e sputa sui miei diritti, non merita alcuna comprensione. Andate a scioperare in aperta campagna, non darete fastidio a nessuno, l'azienda per cui lavorate saprà che scioperate e avrete anche il mio appoggio...mentale! Abbiate la compiacenza di riconoscere i diritti degli altri se volete che siano riconosciuti i vostri!
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