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Messaggi del 08/04/2020

TE LA DO IO LA PRIVACY!

Post n°3530 pubblicato il 08 Aprile 2020 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

Ecco un argomento molto delicato e importante: passa sottotono e noi non ci preoccupiamo abbastanza per affrontarlo in prima persona visto che siamo coinvolti tutti. La famosa APP che dovrebbe entrare nella nostra vita sociale e personale, affinché venga assicurata la nostra rintracciabilità in caso di epidemia. Ossia, in questo momento critico, seguire le persone che si muovono fuori casa e poter assicurarsi anche raggiungendole là dove sono posizionate, per eseguire controlli quando vi siano presupposti potenziali tra individui infetti. Operazione teoricamente valida ai fini di una verifica immediata per una contaminazione tra soggetti diversi. In parole povere, se Tizio che è in quarantena, incontra una o più persone, viene rilevato dall'APP e subito raggiunto per controllare lui e chi abbia avvicinato. Per procedere in tal senso, in Europa alcuni stati si sono già mossi indirizzandosi verso questa scelta, in altri paese extracomunitari, la scelta è attiva, pertanto in Italia per definire se sia il caso o meno di procedere in tal guisa, il governo ha sfogliato la margherita e ha generato una scelta sciagurata. Sono due i cardini di questo orientamento epocale: una necessità sarebbe quella di battere l'epidemia con tempismo poiché si rileva subito grazie ai cellulari dotati dell'APP,  di contro la seconda necessità, sarebbe quella di proteggere la privacy di ciascuno di noi. Questa scelta è importante e coniugare le due esigenze è fondamentale. Hanno senso sia il virus da combattere, sia la tutela inequivocabile di ogni libero cittadino. Il governo investito dal problema non ha avuto il coraggio o non si è voluto prendere la briga di una decisione così importante e sensibile, ha costituito una take force di 74 persone scelte con cura tra esperti nei vari campi coinvolti: medici, sociologi, esperti di privacy ecc.ecc. Ebbene, nulla sortisce ancora, le discussioni si prolungano poiché (come sempre) le scuole di pensiero sono tante e dibattere è sempre un piacere per difendere le proprie idee. Oggi a pelle, se la domanda fosse rivolta a un comune cittadino, costui risponderebbe: "Meglio la salute innanzi tutto, quindi ben venga l'APP". E' vero, l'istinto porterebbe a questa scelta, ma dei dati, delle risultanze ottenute tramite il rintracciamento, chi se ne servirà? La Pubblica Amministrazione? I medici? Gli studiosi? Gli analisti della tecnologia? Un campo vasto dove il possesso dei nostri dati sensibili, potrebbe essere conferito a chiunque. Questo non credo che sia accettabile anche se il virus potrebbe avere una precedenza impellente. Interessa anche il dopo: che garanzia abbiamo del futuro a breve scadenza, ossia, del dopo virus? Vedete quante domande da porci? E quante ancora potrebbero scaturire dai confronti e dalle discussioni. Il governo sbaglia a non assumersi le sue responsabilità: va bene la task force, ma dovevano essere dati i paletti per integrare le due esigenze. La sicurezza richiesta dal momento molto drammatico e la protezione del cittadino che pone a rischio i suoi dati sensibili. Intendiamoci, per come siamo messi con i social, con la rete e le diavolerie del digitale, siamo già condannanti ad essere numeri rintracciabili e spiati ovunque. Google e compagnia bella sanno quanti starnuti al giorno facciamo, cosa mangiamo e quante ore dormiamo, quindi di quale privacy vogliamo parlare? Credo che alla fine, i veri interessati a questo problema saranno i delinquenti di ogni risma e razza per non essere beccati "sul lavoro", e le brave persone che...tradiranno mogli e...mariti! Le corna so' corna e chi c'è..c'è! Però se dobbiamo parlare di privacy, allora tutti a vantare i propri diritti sulla libertà personale che non è barattabile.

 
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