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Messaggi del 04/12/2019

LA SUPERSTIZIONE PORTA FORTUNA

Post n°3408 pubblicato il 04 Dicembre 2019 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

"Tutte le superstizioni nel mondo sono raccolte in Napoli e ingrandite, moltiplicate poiché la sua credulità è frutto dell'ignoranza, della miseria e delle sventure che a Napoli si sono alternate dai diversi attacchi del colera all'eruzione del Vesuvio nel 1872”. Matilde Serao così scriveva a proposito della superstizione che fosse attribuita alla città partenopea in modo esclusivo e a completo appannaggio dei napoletani. Ebbene, sono stato particolarmente preso da un altro primato di cui ci fregiavamo: non siamo più in testa ai paesi europei dove è più diffusa la superstizione. Ci stanno togliendo tutto, perdiamo i nostri primati uno dietro l'altro e credo che ci stia rimanendo ben poco da difendere e/o di cui vantarci. La Lettonia è passata al primo posto con un 60%, la Repubblica Ceca al secondo posto con il 59% e terza l'Italia con il 58%. Ci stiamo battendo in un "fazzoletto" molto ristretto, giochiamo in un spazio di tre posizioni. Scusatemi, ma se ci battono sulla superstizione che secondo il mio modesto parere non è un'esclusiva dei partenopei o dei popoli del sud, ma riguarda tutto il paese, c'è da riflettere o no? Siamo convinti che  tutti gli avvenimenti negativi non dipendano da noi, ma sono generate da forze malefiche e contrarie, pronte a far di noi un solo boccone. Dalla fine del settecento a Napoli si parla di jella, di amuleti per combatterla e di gesti per sconfiggerla. Tra paganesimo e tradizione, siamo vittime della nostra leggerezza culturale e mixiamo un pizzico di magia con arte pura e primitiva. Credo che pochi ammetterebbero di essere superstizioni,  se vi invitassi ad alzare la mano per confermarmi il vostro credo, fareste quasi tutti i monchi! La superstizione non è un lungo elenco, scritto e approvato, dove sono incluse tutte le situazioni che porterebbero sfiga, infatti, se c'è chi crede al gatto nero che attraversi la sua strada, c'è chi invece crede porti jella passare sotto una scala. Ovvero, poiché v'è sempre un'origine a monte per quanto riguarda le situazioni da evitare, i gesti o gli oggetti da trattare per la "legittima difesa" dalla sfortuna, c'è chi crede in parte, c'è chi si impressiona solo per certi aspetti e ne rifiuta altri. In fondo la superstizione  non è altro che un grande contenitore di ataviche storie, di avvenimenti più recenti e di credenze alla "Eduardo": "Non è vero ma ci credo". Ecco, nella memoria di un popolo, la superstizione fa parte della propria cultura. 

 
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