Creato da monellaccio19 il 12/10/2010
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Messaggi del 12/12/2017

CHI E' IL COMMITTENTE?

Post n°2663 pubblicato il 12 Dicembre 2017 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

Risultati immagini per der spiegel e la copertina natalizia con amazon


Non si salverà più nessuno. Siamo alle pere cotte e se nemmeno la celebre rivista tedesca "Der Spiegel" riesce a sottrarsi al giochetto facile, facile, della strumentalizzazione, allora siamo proprio pronti per...cotti e mangiati! Che l'e-commerce, le vendite in rete e il web che fa da trainer, siano ormai a livelli altissimi, lo sappiamo: gli ultimi dati sono stati stratosferici e molto indicativi per una situazione che tenderà con il tempo a portare sempre più clientela in rete. Ma a che serve indicare tra la clientela di Amazon, Dio come potenziale committente del pacco giunto presso la capanna di Betlemme? E il brevissimo dialogo tra Giuseppe e Maria dove Lui dice: "Io non l'ho ordinato" e Maria dispiaciuta e desolata, si chiede: "Si potrà cambiare?", aiuta a capire? Aiuta a convincere più gente a servirsi delle vendite sul web? Blasfemia è l'accusa più ricorrente per questo insulto di bassa lega, si pesca volutamente nel torbido con la espressa volontà di fare business. E' vero, Amazon è un colosso, il suo big boss è un ultramiliardario, vince la concorrenza, è veloce come il vento e offre tutto dall'ago al carro armato, pertanto, perché cimentarsi con le provocazioni così infime? "Der Spiegel" non è nuovo nel proporre copertine spinte e provocatorie: prendere in giro e sfottere i politici è un conto, ma prendere in giro la religione cattolica e farne una copetina per vendere qualche copia in più e rafforzare il potere di Amazon, non mi sembra corretto, per niente deontologico e di uno squallore unico. Le proteste sono tante e le accuse pure verso la rivista tedesca. Sempre meno si conosce quel famoso filo rosso che nessuno dovrebbe mai superare se volesse rispettare il proprio prossimo. Perchè la squallida rivista non ha proposto qualcosa del genere sui mussulmani? Una bella copertina molto audace, salace e provocatoria? Paura delle conseguenze?

 
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UN SALTO NEL BUIO

Post n°2662 pubblicato il 12 Dicembre 2017 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

Risultati immagini per wu yong ning

 

Ma che cosa spinge questi ragazzi a comportarsi da idioti insensati? Dov'è il brivido? Nell'arrivare in cima ad un grattacielo e farsi un selfie in bilico sulla vetta, oppure farlo per raccattare un pugno di soldi? So che ce ne sono tanti di ragazzi che amano queste imprese, spesso riescono, vanno bene e tutto finisce lì con la prova del lungo bastone con lo smartphone che immortala la posizione molto pericolosa e l'avvenuta bravata. Wu Yong Ning è deceduto ai primi di novembre mentre compiva la sua ultima scalata: arrampicarsi su un grattacielo di 62 piani, scattare il consueto selfie in condizioni estreme e intascare la misera cifra di 13.000 euro. Morire a 26 è già una notizia che prende, che rattrista il lettore, ma se ci soffermiamo sulle modalità, sull'impresa e sull'audacia fine a se stessa, allora credo che ci sia molto da discutere su questo genere di impresa. Si può morire per tante ragioni in giovane età, ma scegliere di farlo arbitrariamente sottovalutando i rischi, è un modo spettacolare per morire ma poco eroico e men che mai accettabile. I suoi fans, ecco gli ammiratori, quelli che certificano e suffragano le imprese di costoro, quelli dovrebbero trovare un modo per suicidarsi loro: lo dovrebbero fare solo per l'istigazione  e la spinta emotiva che forniscono alla potenziale vittima. Il giovane Wu è precipitato dal 62° piano, l'hanno trovato morto ai piedi del palazzone la mattina dopo. Il suo telefono è stato recuperato e il filmato dell'impresa è  stato messo  in rete dalla fidanzata che avrebbe sposato grazie ai 13.000 euro del premio. Non vi racconto l'entusiasmo, la gioia, gli applausi per Wu: già perché non è stato detto che il giovanotto era morto. Solo in questi giorni è stata resa pubblica la notizia e a parte i pianti, lo strazio in rete dei suoi ammiratori, si pensa a due donne: la madre malata per cui avrebbe usato parte della somma per curarla e la sua ragazza desolata e piangente per la perdita del suo amore. Un vivere alla grande il suo, una sfida continua con le imprese più ardue e  difficili. Una gara eterna con i suoi coetanei e rivali. E alla fine? Resta solo la morte e il ricordo. Ecco, il ricordo sarà solo per i pochi cari che ha lasciato improvvisamente, mentre per tutti gli altri....niente, nulla e tra tre settimane lo avranno anche dimenticato. Che fesso! 

 
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LIBERI E UGUALI: CHI INCLUDE?

Post n°2661 pubblicato il 12 Dicembre 2017 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

Risultati immagini per liberi e uguali marchio


Avesse avuto il tempo di spiegare Pietro Grasso! Non fanno respirare nessuno, sono avvoltoi affamati e rapaci che non danno tempo nemmeno di argomentare le scelte. E' vero, a volte il troppo storpia e comunque la fai, la fai grossa!!! Caro Pierino, dovevi stare zitto, non dovevi nemmeno argomentare, durante la presentazione del nuovo logo del partito appena formato, la funzione della scritta. Vediamo un po: "Liberi e Uguali" è il nome, l'amaranto è il colore di fondo e il nome del conduttore è quello di Grasso. Tutto semplice, niente da aggiungere: l'amaranto perché è il colore della protezione per l'antica Roma, il nome sotto è per la garanzia del guidatore affinché D'Alema sappia che non c'è trippa per lui e infine, le tre foglioline che vedete sulla destra del nome LIBERI. Ecco, le tre foglioline di prezzemolo che compaiono a destra, appena accennate, sono lì nel simbolo per indicare le donne, le donne tutte che sono sempre pareggiate agli uomini. Beh, era questo il buon intento degli ideatori del logo, ma in realtà si è scatenata una buriana tra chi abbia apprezzato e chi abbia messo in discussione la posizione e il significato delle tre foglie che dovrebbero indicare la lettura di "LIBERE", quindi "Liberi e/o Libere e Uguali". Non è il nome di uno shampoo o una crema per capelli, è un voler includere uomini e donne in una battaglia politica di civiltà, uguaglianza e democrazia. Nel giro di 24 ore è partita la  diatriba  #foglioline: "Le donne come foglioline? Caro Grasso, le donne sono radici e non foglie di una comunità". "Le #foglioline che rappresentano le #donne...ne vogliamo parlare?». Insomma, c'è chi non l'ha mandata giù 'sta storia e su twitter le donne della sinistra hanno dato battaglia. Pare che sia stato Fazio, nel contesto della sua trasmissione dove Grasso ha presentato il simbolo, che abbia dato significato deviante alle tre foglioline, mentre il Presidente del Senato ha detto: "Ci sono delle foglioline accanto alla I che danno l’idea dell’ ambiente. Questa "E" dà la possibilità di individuare le donne come elemento fondante della nostra formazione politica, del resto le madri, sorelle, compagne, lavoratrici sono veramente coloro che possono aiutarci a cambiare questo paese". Parte l'attacco e immediatamente le precisazioni dal retrobottega di Grasso. Civati, la mente, è chiaro: "Sono foglioline per far passare la I come una E". Vabbè, il caso si è aperto, la corsa è cominciata e come sempre, tutti  hanno da dire la loro. Ancora un segno dell'improvvisazione che regna in Italia, un cenno come siamo pronti a sostenere tutte le battaglie inutili, fuori dal tempo e logorroiche!". Tra l'altro Gino Strada rivendica quel "Liberi e Uguali" perché usato dalla sua onlus nel 2012. "Liberi e Uguali" è anche l'incipit della Dichiarazione Universale dei diritti dell'Uomo. Secondo me era meglio non dire niente, le foglie sarebbero passate inosservate e non avrebbero fatto un casino del genere. E  infine: foglie, Eva, Eden, mela, peccato, ma perché le donne stanno sempre in mezzo anche quando dovrebbero essere incluse nel vocabolo "UOMO" intendendo tutto il genere umano? Liberi è da intendere tutti (uomini donne e altro gender) e Uguali...pure! Tutta sta cagnara per cosa? Solo cattiva fede, volontà politica di fare polemiche!

 
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