Creato da monellaccio19 il 12/10/2010
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Messaggi del 01/02/2018

QUANDO LA CLASSE NON E' ACQUA

Post n°2744 pubblicato il 01 Febbraio 2018 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

Risultati immagini per michael bates ministro inglese

 

Lui è lord Michael Bates ministro del "Dipartimento per lo Sviluppo Internazionale" del governo londinese. Doveva essere presente in aula per rispondere alle domande della baronessa Ruth Lister del partito Laburista. Ebbene, o il suo orologio non era preciso o ha avuto un contrattempo, certo è che il nostro Lord Bates sia giunto alla camera dei lords con un ritardo di 2 (e ribadisco due) minuti. Con un breve e conciso preambolo, dopo aver dato le risposte alla collega, il nostro galantuomo si è dimesso perché non è ammissibile che un ministro arrivi trafelato e in ritardo per un appuntamento di tale importanza istituzionale. Scusatemi, non è una grande notizia, ma mi ha colpito molto i punti in comune con tanti nostri onorevoli e senatori: sappiamo infatti come siano istituzionalmente corretti, composti, misurati, garbati e precisi nello svolgimento delle loro funzioni. Ecco ci tenevo solo a dire che gli inglesi ci fanno ridere con queste loro trovate, non possono certo misurarsi con noi italiani che sotto questo aspetto, non ci può battere nessuno. Lo sanno dappertutto che i nostri politici se si tratta di staccarsi da una poltrona, non ci pensano su due volte. Appena capita una mancanza, chessò un carta per terra, uno sbadiglio, un sonnellino mentre qualcun altro parla nell'alula, subito si dimettono per esemplare correttezza istituzionale. A proposito, le dimissioni del ministro inglese sono state respinte; in Italia, ammesso che fossero presentate, sarebbero state respinte lo stesso, anche prima di...sottoscriverle. Questo per farvi capire come noi siamo molto avanti agli inlgesi.

 
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CARAMELLE DA UNO SCONOSCIUTO

Post n°2743 pubblicato il 01 Febbraio 2018 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

Risultati immagini per caramelle

 

 

Singolare e preoccupante quanto stia accadendo a Cesiomaggiore un centro del Bellunese: un pericoloso quanto strambo personaggio minaccia, con fare pericoloso e ardito, tutti i cittadini compresi i bambini. Si firma Erostrato nei suoi brevi e diretti messaggi, non fa distinzioni, non si fermerà mai, almeno fino a quando il comune non innalzerà una sua statua ben visibile nella piazza comunale. Oh  bella, tutto 'sto casino per avere un posto al sole? Erostrato? Perché codesto nome? Ho vaghi ricordi e quindi una capatina per meglio identificare costui è d'obbligo. Un criminale greco, così vanitoso che per incidere definitivamente il suo nome nei libri di mitologia, compì un gesto estremo: bruciò una delle sette meraviglie del mondo, il famoso tempio di Artemide nel 365 a.c. Purtroppo fece un grosso danno e non solo i concittadini lo condannarono a morte, ma gli negarono il ricordo perenne a cui ambiva. Nel tempo inoltre, fu coniato l'etimo "erostratismo" con il quale si indicava una "patologica ansia di sopravvivere nella memoria dei posteri". Pertanto questo signore non è un ignorantone visto che abbia scelto un "nome" molto significativo e calzante per quelli che sono i suoi progetti; ma nello stesso tempo, è molto deciso e determinato e dopo aver compiuto altri gesti eclatanti, ora sta puntando i bambini di una scuola: ha lasciato nel cortile diversi contenitori pieni di caramelle assortite e coloratissime per attrarre i bambini all'uscita dell'edificio. Intende così indurli a prendere caramelle piene di spilli e minuscoli pezzi di metallo con lo scopo di far male! Un attentato vero e proprio verso gli innocenti bambini. I genitori sono stati pronti a educare, a insegnare ai piccoli di non cadere nella trappola e lasciar perdere le "caramelle da uno sconosciuto" così come il film giallo del 1987 che aveva quel titolo e nello stesso tempo, la polizia ora indaga seriamente perché nella sua breve lettera minatoria, promette gesti ancora più palesi e pericolosi per i piccoli. La condizione resta sempre quella: vuole la statua, altrimenti non smetterà mai. Beh, amici veneti gliela vogliamo fare 'sta statua o no? Mandategli dei messaggi, fategli capire che siete pronti per prendergli le misure,  rilevare i tratti somatici, fisici perché un bravo artista lo scolpisca perfettamente somigliante. Dopo aver lavorato con alacrità e perfezione, il maestro guarderà la sua opera finita e sorpreso dalla sua sconfinata bravura nell'eseguire il lavoro potrà, come un novello Michelangelo affascinato dalla perfezione della scultura del suo Mosè, tirargli una martellata sulle palle esclamando: "Perché non parli?". Solo un dettaglio per il maestro: la martellata la dia direttamente sulle palle di Erostrato e gli ponga la stessa domanda, magari dopo aver chiamato la polizia!

 
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...E MI RACCOMANDO: FATEVI RACCOMANDARE!

Post n°2742 pubblicato il 01 Febbraio 2018 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

Risultati immagini per farsi raccomandare



Mi raccomando, facciamo a capirci e siamo sinceri, onesti e leali tra di noi. Se il lavoro, le opportunità, le occasioni fossero reali, concrete e numerose, sarebbero in pochi a rimanere con le mani in mano, in tanti si piazzerebbero e troverebbero sbocchi in questo mercato del lavoro che diventa sempre più avaro e parco per chi voglia sistemarsi. Un tempo era la "raccomandazione" il sistema più esecrabile per ottenere un posto: ci si rivolgeva all'amico di famiglia, al conoscente influente, al politico, ai parenti con un'attività e bisognosi di un collaboratore. Il discutibile metodo non è mai andato a genio ai benpensanti e a coloro che non avendo santi a cui votarsi, dovevano affidarsi al merito e alla fortuna. Oggi con una situazione grave per carenza di opportunità e critica per l'oggettiva mancanza di lavoro, la situazione è peggiorata: la raccomandazione non solo non è più aberrante e scostumata, ma è preferita, scelta e auspicabile per quasi la metà degli italiani. Quattro genitori su dieci, se potessero, farebbero carte false per raccomandare un figlio alla persona giusta. Non è disdicevole attivarsi per ottenere il lavoro, al diavolo l'etica, le modalità, i concorsi, oggi se non hai una raccomandazione non lavori. E' questa l'idea ormai radicalizzata fra tutti coloro che sono là ad aspettare un posto. Secondo l'ultimo rapporto Eurispes appena pubblicato, il 23% si rivolgerebbe a un politico, mentre il 20,2% opterebbe per uno scambio di favori. Insomma, come dare torto a costoro? Non si può, stante una situazione così pesante, con un mercato asfittico e poco attivo, senza offerte numerose, pretendere di arrivare a lavorare solo per i meriti, cioè così come dovrebbe essere dappertutto? Infatti siamo in Europa, il paese più aperto alla raccomandazione. Già era il sistema più atavico e compiacente che ci opprimeva in tempi non sospetti, ora stiamo vivendo crisi e momentacci interminabili, come si può condannare chi si serve di una "scorciatoia" per sistemare un figlio? Ecco perché il malvezzo, il malaffare e il cedere allo scambio, restano strade percorribili e ammesse da tutti ormai. Prima era vergognoso ammetterlo, adesso è una realtà prioritaria. E pensare che alcune aziende del Nord Italia, invitano i giovani a non puntare solo su titoli e lauree importanti: hanno un forte bisogno di operai e tecnici specializzati e non trovano gente pronta all'assunzione. E' anche vero che molti lavori si rifiutano perché non consoni al titolo di studio conseguito, oppure perché sono lavori massacranti che non permetterebbero una certa libertà per il risposo e/o il cazzeggio serale come qualcuno abbia lasciato intendere. Resta comunque una situazione difficile e i presupposti non sono poi così favorevoli e di buon auspicio. Speriamo, auguriamoci che cambi qualcosa nel mercato del lavoro: i giovani sono sfiduciati e si attengono ai fatti. Chi governa non può limitarsi a fare elenchi e sciorinare leggi che possano aiutare nel tempo. C'è fretta e nessuno è più disposto ad attendere, quindi, sappia chi governerà questo paese che non ci sarà più da cincischiare.  Il lavoro è la base insostituibile della nostra repubblica democratica. E' scritto, ma pochi se lo ricordano.

 
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