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Messaggi del 17/03/2019

MA GRETA...CI FA O CI E'?

Post n°3165 pubblicato il 17 Marzo 2019 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

Greta Thunberg, la sedicenne svedese, parla, agisce, muove le masse e nel giro di pochi mesi, diviene il "deus ex machina" per la battaglia climatica che i popoli della terra devono necessariamente intraprendere se non vorranno trovarsi "faccia a faccia" con un pianeta fortemente compromesso dai veleni che produciamo in quantità esorbitanti. La storia di Greta è nota a tutti: assurta con spirito polemico e deciso alle cronache internazionali, la ragazzina ha iniziato il suo percorso con un sit-in davanti al Palazzo del Governo Svedese. Da sola, accompagnata da un cartello vistoso e seduta per terra con le gambe incrociate, nell'agosto 2018 protestava garbatamente contro l'assoluta passività dei vari governi mondiali difronte al problema impellente e gravissimo, della malattia del nostro globo e dei veleni sparsi su di esso e nell'aria che ci sovrasta. Una giovane donna che protesta da sola è già una notizia, ma se poi tra i tanti curiosi che si sono avvicinati confermando la loro solidarietà alla protesta pacifica della Greta, c'era anche un tale Ingmar Rentzhog, allora era destino che i due si incontrassero. Il signor Rentzhog, un anno prima aveva fondato una start up "#Wedonthavetime" (non abbiamo tempo) per mettere su un social che partirà il 22 aprile prossimo, con lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica sul grande problema del clima: il signor Ingmar conta di mettere insieme circa cento milioni di adesioni al suo progetto che è simile a quello di cui parla Greta. I due si incontrano e fanno amicizia e così nascono i primi sospetti tra coloro che oggi si trovano davanti una ragazzina molto operosa, pronta a sfidare tutti e in grado di parlare dinanzi a platee folte di persone che rappresentano i governi mondiali. Tutti l'ascoltano, però pochi agiscono. Pertanto la domanda è semplice: "Chi c'è alle spalle di Greta Thunberg?". Non pare vero che una sola giovanissima ragazza, possa compiere passi così importanti e divenire leader di un movimento istantaneo e istintivo, pronto a battersi al suo fianco. Il signor Rentzhog non solo punta sul social e sulle adesioni da raccogliere in rete, ma è anche il presidente del "Think Thank Global Utmaning" (sfida globale) fondato e finanziato dalla  milionaria Kristina Personn. Credo che i dubbi di molti comincino a diventare certezze: alle spalle della ragazza intraprendente v'è un apparato con i soldi che tende probabilmente a fare ancor più soldi. Pertanto si intravederebbe una perfida strumentalizzazione della ragazza che ha saputo raccogliere adesioni su tutto il pianeta e specie i giovani studenti che sono scesi in piazza per condividere con Greta, le sue preoccupazioni e le sue richieste precise e globali. Insomma, molti temono un piano molto definito alle sue spalle, un potere occulto ma non troppo che possa sfruttarla a dovere. I ragazzi in sciopero non hanno convinto molto con i loro cortei, pare che ci tenessero, salvo qualcuno, a disertare le lezioni più che interessarsi al pianeta. I governi ascoltano ma non sembrano affatto interessati al coinvolgimento, promettono con la chiara intenzione di non mantenere alcuna promessa. Intanto la barca va, si seminano i dubbi, i fans di Greta aumentano e le paure di un movimento fantoccio prende un po' tutti coloro che magari avrebbero voluto fare affidamento sulla giovane e attivissima svedese. Nulla è certo, le chiacchiere già girano e delle due l'una:  o Greta è veramente una meteora capitata per caso pronta a battersi per un problema molto più grande delle sue possibilità, oppure la ragazze con le trecce ha alle sue spalle con piena consapevolezza, un movimento molto interessato alle sue convinte esposizioni e proteste. Siamo alla strumentalizzazione oppure alla vera collaborazione tra più parti? Io, e credo tanti altri come me, avremmo piacere che Greta fosse sola, unica e solerte guerriera pronta a muovere masse indicibili per affrontare un problema che ci sta veramente a cuore. Non facciamo molto affidamento sui governi, sono pochi coloro disposti a non avvelenare il mondo. Se lo faranno, moriranno prima di altra malattia: la mancanza di grandi e ricchi affari!

 

 

 


 
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