Creato da monellaccio19 il 12/10/2010
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Messaggi di Luglio 2020

PESSIMISTI V/S OTTIMISTI

Post n°3634 pubblicato il 30 Luglio 2020 da monellaccio19
 

 

 

Questa è la Genziana Amarella, un fiore di cui il Dottor Bach si serviva per la sua scienza: infatti è uno dei 38 floriterapici dai quali traeva medicinali alternativi e naturali per curare patologie organiche. Il medicinale provvedeva a riequilibrare gli stati emotivi della persona, ovvero, quello del pessimista che non riusciva a scrollarsi di dosso quella maligna e perversa convinzione che tutto doveva andare storto nel futuro. Magari voi che mi leggete siete più propensi a coltivare ottimismo allo stato puro, tuttavia sappiate che i pessimisti esistono e nella maggior parte dei casi, non si dichiarano mai apertamente.  Magari nicchiano, temporeggiano, sono indecisi, ma al momento opportuno se c'è da  manifestare la loro propensione al peggio, alla sfiga che al contrario della fortuna ci vede benissimo, si rabbuiano, si intristiscono e all'apice della sciagura, vengono fuori con un laconico:  "L'avevo detto io...". Vi ho appena descritto me stesso...purtroppo. Tra ansia pressante e pessimismo  tracimante, sono portato sempre a pensare male, a ritenere che tutto possa andare storto e quei miei atteggiamenti poco inclini al bene, all'amore, al "tutto filerà liscio", mi costringono a vedere sempre nero, specie quando sono coinvolti i miei cari. Cerco disperatamente di mantenere il mio sfrenato pessimismo in disparte, ma poi è la fottutissima ansia che mi tradisce. Orbene, scopro che da ricerche effettuate da scienziati australiani, i quali si sono basati anche su documenti a partire dal 1990, i più pessimisti hanno più possibilità di morire prima degli ottimisti. Domanda legittima: perché? Perché si riscontrano malattie vascolari più diffuse sui pessimisti e non sugli ottimisti. Insomma,  vi sono effetti preoccupanti sul cervello, sulla biochimica, sulla infiammazione del sistema sanguigno e  sulle pareti arteriose. Ovviamente contano molto le predisposizioni caratteriali, le paturnie psicologiche, sociali e personali. Un mix che fa paura e credetemi, sono dati piuttosto vicini alla realtà e quindi ora mi devo dare una regolata:  o mi sottopongo alla cura del dottor Bach con infusioni di Genzana Amarella, oppure comincio a vedere i bicchieri mezzi pieni così tento di sbarazzarmi del pessimismo. Comunque, nel caso specifico, non sopporterei mai di morire prima di un ottimista. 



 

 

 

 
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STESSA SPIAGGIA...MA NO STESSO POSTO!

Post n°3633 pubblicato il 29 Luglio 2020 da monellaccio19
 

 

 

 

Premetto che sono al mare e dichiaro che non sono un assiduo frequentatore di spiagge, specie se affollate e "assardinate". Eccezionalmente la famiglia si è riunita per un week end lunghetto e l'offerta è come un pacchetto low cost, "ora c'è, poi non c'è più" quindi non si può eludere: "Allora, Bianchetto di Naneve (sarebbe Nanetto di Biancaneve, ma per me è d'obbligo il calembour a causa del mio candore epidermico), come ci organizziamo per andare tutti in spiaggia?". Azzarola, cominciamo bene,  la domanda  è volutamente pleonastica: "E come vuoi organizzarti "bon bon" al fondente (lei è già abbronzata), io vado con le bambine in bici e voi tutti andate a piedi, ci incontriamo giù al mare!". Il piano è diabolico, sono un ingegnere attento  e puntuale  quando costruisco meccanismi di precisione. La famiglia si muove e io, pedalando lentamente, mi avvio con le ragazze  che mi seguono con le loro bici: "Nonno, attento a non perdere l'equilibrio e a non investire i pedoni sul ciglio della strada". L'invito, urlato dalla nipotina più grande, mi induce a una breve sosta per catechizzarle ancora una volta: "Ascoltatemi bene bimbe, mi raccomando, ricordatevi che non dovete mai chiamarmi nonno quando siamo tra la gente, nonno solo quando siamo soli a casa....". "Ma scusa..." riprende la piccola: "...se non ti chiamiamo nonno, come ti chiamiamo? Carlo?". Mi aspettavo la domanda, è una vita che ci diciamo sempre le stesse cose, è un copione ormai fisso: "Se volete, Carlo va benissimo; se proprio non potete farne a meno, chiamatemi pure zio, per voi sulla spiaggia oggi sarò zio Carlo, d'accordo?". Sembra che il patto possa reggere, sono sveglie le piccole e non mi deluderanno, io so come "comprare "le prezzolate delatrici". Parcheggiamo le bici e ci avviamo facendoci largo tra carne da macello, carne arrosto e carne.....carne bella, dorata, lucida; corpi scultorei, belli, esuberanti, modellati da Prassitele, scolpiti da Michelangelo: uno spettacolo per cui la vista non può fare a meno di ringraziare... un po' meno la pressione arteriosa. Ci portiamo in una zona della spiaggia meno affollata, con certosina pazienza scelgo un posto dove ci sono altre signore con bambini e donne sole sdraiate per concedersi ai caldi raggi del sole: "Fermiamoci qua, c'è abbastanza spazio e vi aiuto a giocare con la sabbia, anzi, zio Carlo vi aiuta a fare un bel castello di sabbia!". Le bambine mi guardano meravigliate e non possono trattenersi dal chiedermi: "Zio, perché non raggiungiamo gli altri...mamma, papà....". Prevista anche questa ingenua domanda: "Perché dove sono loro non c'è molto spazio, qui invece, possiamo muoverci a nostro agio....specialmente io!". Il gioco è fatto, non ci sono repliche e cominciamo a tirar fuori secchielli, palette e tutte le chincaglierie tipiche da spiaggia. In breve, aiutato dalle piccole, metto su un piccolo cantiere e il castello di sabbia comincia a prendere forma. Gli altri bambini si avvicinano affascinati, istintivamente si fanno coinvolgere e io divento un perfetto direttore dei lavori. Mentre i tempi procedono secondo il contratto nazionale degli edili, fatalmente e con indifferenza, avvio le mie solite e affabulatrici chiacchiere con le mamme dei bimbi: si avvicinano, fanno capannello e la conversazione si anima. Lo sapete, quando attacco non la smetto, sono brillante, modestia a parte, non mi mancano gli argomenti; i sorrisini, le smorfie, le risate non tardano e la comitiva, ormai numerosa, sembra star bene in compagnia del monellaccio.  Improvvisamente, tra una chiacchiera e una risata, l'idillio con gli astanti si scompone: "Zio Carlo, sta arrivando papà!". E' una coltellata al cuore la voce della nipotina più grande, una scudisciata violenta a lacerare la pelle bianca in attesa del primo strato di ambrata abbronzatura: "Accidempoli, corbezzolina, che succede? Come mai sei qua?". Non riesco a biascicare altro quando mio figlio è due metri da me. "Papà, non ti vedevamo arrivare, non hai il cellulare con te, non capivamo che fine avessi fatto, che ci fai qua? Perché non ci hai raggiunto al solito posto?". Azz!!!! Bella domanda! "Mi sono smarrito, le bambine hanno incontrato altri bimbi e hanno cominciato a giocare...". Appena pronunciata la banale scusa, vedo avvicinarsi la "fondente" incazzata: "Nonno, che ti è successo, lo sai che non ti devi mai allontanare da solo, con tutte le tue gravi patologie, è pericoloso non essere accompagnato da persone adulte. E' rischioso, costituisci pericolo per te e, soprattutto, per gli altri! Capisci... ammè! Vieni, ti riportiamo alla casa di riposo, non ti agitare, sereno e tranquillo, la ricreazione è finita!!!". E' vero, finita l'intensa e gradevolissima pausa, mi sono rituffato nella dura realtà: sputtanato come nonno, come vecchio, come uomo e come...consorte!!!!! Però mi sono preso una bella soddisfazione: ho scritto un "post" sulla sabbia....

 

 
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OGNI CATTIVO GIOCO...DURA POCO!

Post n°3632 pubblicato il 27 Luglio 2020 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

 

Questi giorni ho il piacere di ospitare la mia nipotina più piccola: vive a Milano e i suoi genitori, come ogni estate, la conducono giù da noi per cominciare le vacanze, in attesa di scendere anche loro. Compirà quattro anni a settembre e sin dall'età di due anni,  lei si è abituata a questa tradizionale abitudine: sta volentieri con noi e inoltre, tanto per non farle mancare nulla, ci raggiunge anche la nonna paterna. La piccola, ahimè, vive rispettando delle regole imposte dai suoi genitori, e spesso rimprovera me se mi scappa la "parola" che secondo lei non si dovrebbe dire. Faccio un esempio, se dicessi: "Porca miseria", lei subito mi richiama perché espressione non corretta. Al che,  io subito chiedo scusa e le prometto che non ripeterò l'errore. Perché questo preambolo? Perché ormai siamo al capolinea: ovvero, impostare, improntare la formazione e l'educazione di un bambino/a tocca a noi adulti e alla scuola. Sin dalla materna e procedendo verso gli altri gradi di studio, devono avere gli input giusti per raggiungere uno standard sopra la sufficienza. Dobbiamo crederci in questo sistema: i piccoli saranno educati e pronti, man mano, solo se famiglia e scuola saranno in grado di porre le dovute e necessarie attenzioni per ottenere buoni risultati. Sta circolando in rete, una pubblicità molto forzata su un nuovo video gioco: "Mafia City", uno sporco gioco basato sulla Mafia e irrispettoso dell'etica che imporrebbe moderazione e prudenza, nella diffusione di simili stereotipi. Il peggio del peggio, ricco di luoghi comuni e impostato senza alcun regola necessaria per chi  fosse sotto la maggior età. E' un must molto ricercato, milioni di ragazzini nel mondo ambirebbero giocarci e tantissimi già ci giocano, con naturali conseguenze facili da prevedere. Un'interrogazione parlamentare  è stata già presentata da membro del nostro parlamento. Si chiede di oscurare il gioco che come quelli che si basano sulla guerra, sulla violenza estrema e su tutto ciò che alla fine resta diseducativo per i più giovani, si dovrebbe impedire di mostrare in rete. La storia è questa, le polemiche infuriano, i tentativi tesi a giustifcare la innocua presenza del gioco sono stati subito esposti e addirittura viene  tirata in ballo la trasmissione  di "Gomorra". Secondo alcuni esperti, Gomorra è una fiaba per bambini, rispetto all'elevato grado di "spazzatura" del gioco "Mafia City". Battiamoci per queste esasperate forme di gioco, non servono, non aiutano e deviano il buon lavoro delle famiglie e della scuola. E' vero, la società oggi è traviata e incapace di porre limiti, ma almeno noi, se ci teniamo a figli e nipoti, poniamo un argine a tutto questo: ne abbiamo il dovere e l'autorità. Ricordiamoci che parliamo non solo dei nostri cari bambini, ma della futura classe dirigente italiana. "Porca miseria"...facciamolo!

 
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VOLEVA SOLO STARE..."VICINI VICINI"

Post n°3631 pubblicato il 26 Luglio 2020 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

No, non ci posso credere! Allora ditelo che ogni occasione sia buona per passare alle denunce pesanti. E' vero, non ci sarebbe da tentennare quando vi siano gravi presupposti, e procedere a termini di legge è la strada giusta da percorrere. Orbene, siamo a parlare di una situazione, un contesto molto diffuso nel nostro paese: una badante che si occupa e si preoccupa di una persona anziana. Sapete come queste persone generalmente provenienti da paesi europei dell'est come Ucraina, Polonia, Romania ecc.ecc. vengono nel nostro paese proprio per svolgere questo mestiere.  Sia chiaro: v'è questa soluzione, oppure "depositare" la persona cara, in qualche ospizio. Questa ultima scelta, non è sempre conveniente per le quote mensili molto alte, mentre una donna dell'est europa, con meno soldi, la si piazza in casa, a tempo determinato oppure a tempo pieno, e il caro parente (genitore solitamente), sappiamo che sia in buone bene.  Il vecchietto a cui la badante presta le sue attenzioni, ha 89 anni, ha necessità di una copertura costante e quindi un'assistenza 24/24 h. Tutto bene, un buon rapporto, qualche occhiatina un po' intrigante, qualche battuta spiritosa e con un doppio senso, l'uomo è molto sveglio, attivo cerebralmente e sotto l'aspetto pruriginoso, è piuttosto  deciso e voglioso. Insomma, raga' quei presupposti che indicavo più su, sono il sale di questa coppia che nel tempo si stuzzica e lui si ingrifa e galoppa con la fantasia. Una bella sera, da la buona notte alla badante rumena, e ognuno si ritira nella sua stanza. Passano alcuni minuti e il vecchietto, con l'ormone all'apice, si reca senza far rumore nella stanza della collaboratrice. Lei dorme, lui si spoglia nudo e si pone al suo fianco, desideroso di affetto e complicità. La donna si spaventa, scopre che è il suo datore di lavoro e si ritrae dichiarando la sua indisponibilità alle sue evidenti avance. Il nono insiste, ormai il grosso è fatto e  insiste, lei salta giù dal letto corre e telefona alle forse dell'ordine. Finisce così un rapporto di lavoro e un improbabile rapporto sessuale. Orbene, il vecchietto non potrebbe andare in galera per la sua avanzata età, tuttavia per il suo ardore, affronterà un procedimento per tentata violenza sessuale. Ecco, con il vostro permesso: non vi sembra esagerata la "violenza sessuale" come reato da ascrivergli? D'accordo c'è stato un tentativo, ma ritenete che sarebbe andato a buon fine, considerando l'età del vecchietto? Non posso pensare a una vitalità, a un ardore e alla prestazione scontata e completa dell'uomo. Pertanto fermo restando il fatto e l'assalto proditorio, non vi sembra esagerata la reità, tenuto conto della dato anagrafico? A proposito il caso è accaduto nelle Marche e precisamente a Fermo, ridente e amena città marchigiana. Fermo....fermo là nonno, ma ando' auai se.....

 
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NOSTALGIA CANAGLIA

Post n°3630 pubblicato il 25 Luglio 2020 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

 

Una grande novità, da ieri in edicola e puntualmente ogni venerdì, torna una delle riviste più note del dopoguerra: "SOGNO". Scomparsa intorno agli anni ottanta per ovvia mancanza di mercato, questo ritorno farà felice moltissime donne che hanno vissuto giovinezza e oltre, la vita quotidiana in compagnia dei sogni che i famosi fotoromanzi delle epoca procuravano loro. Ricordo bene quel periodo: tre erano le testate che spopolavano in Italia e all'estero: un pletora di lettrici che mai e poi mai, avrebbero rinunciato alla rivista preferita. "Grand Hotel", "Bolero Film" e "Sogno" raccontavano l'Italia degli anni '50 e indi poscia con il tempo, la loro attualità era pilastro dei racconti che pubblicavano. Ci sono passati tutti su queste riviste e all'epoca contratti molto alettanti, inducevano grandi attori agli inizi della loro carriera, a partecipare ai "ferma immagini" con il fumetto annesso. Che tempi, che ardori, che passioni e che amorazzi, un tripudio di donne bellissime e di uomini attraenti. Inoltre molti altri attori hanno cominciato in tal guisa a farsi conoscere: era un buon trampolino di lancio il fotoromanzo e nessuno si è mai tirato indietro. Sul primo numero di "Sogno"  non a caso, viene riproposto un classico del genere, con Franco Gasparri e Claudia Rivelli, amatissimi sin dalla loro prima uscita, dalle lettrici. Che dirvi, il solo apprendere della ripubblicazione di un classico dell'editoria rivistaiola italiana, mi ha galvanizzato e riportato indietro nel tempo. Noi ragazzi all'epoca, giudicavamo queste riviste specializzate, giornali per "piattilografe", un termine poco educato e offensivo, poiché pescavano le loro numerose lettrici in un bacino ben definito: le cameriere, le attuali collaboratrici domestiche, le servette del tempo che fu, quelle che lasciavano la campagna per lavorare in città. Magari presso famiglie di censo superiore e/o blasonate con la voglia di evidenziarsi, grazie alla cameriera tutto fare. Poi queste ragazze, dopo aver maturato esperienze, magari passavano a fare le commesse. Erano tempi in cui la nostra economia faceva passi da gigante e l'evoluzione culturale metteva tutti in condizioni di trovar un lavoro adeguato. Le dattilografe per esempio, erano molto richieste, quindi quel termine di "piattilografe" era indicato per abbracciare un po' tutte queste ragazze che sognavano a occhi aperti e alla quali non mancava mai in borsa, l'ultimo numero di "Sogno". Oggi onestamente non ci azzarderemmo più ad apostrofarle con un ineducato e spropositato appellativo così pesante. Concludo esponendovi qualche remora: saranno pubblicate 200 mila copie per la prima uscita, ma non so se questo tornare indietro, questo revival, possa riportare al successo di un tempo. Mi sembra che quel periodo storico non abbia poi accesi nostalgici così sfegatati pronti a riaffezionarsi alla riproposta. Che ne pensate? Se avete vissuto o conosciuto quel tempo, quali esiti potranno riscontrarsi? 

 
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