Il sorriso..

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Siamo strani, indefiniti, comici, abusati dai dolori, dalle tante facce incontrate dello stesso cuore e soprattutto sempre alla ricerca di quello che non c'è. Spietati con chi non ci interessa fin quando non si allontana, con i pensieri tesi a raccogliere attenzioni da chi ci sfugge dalle mani. Non possiamo perdere ciò che non abbiamo mai avuto ma può mancarci per sempre quel che non abbiamo mai vissuto. Eppure la gioia detesta la salita e la corsa infinita. Perché a furia di andare, di correre, di non guardare con attenzione, il tempo passa e si sceglie di vivere costantemente nell'attesa. Ci raccontiamo che domani ci sarà qualcosa di meglio, per sopportare la paura di perdere quel che oggi abbiamo trovato, rinnegato, rifiutato, non ritenuto mai abbastanza, per poi ripercorrere a ritroso dei ricordi. - Aspetterò che arrivi quel che davvero voglio.- Si, ma cos'è che vuoi?- Non lo so...- Forse avresti anche paura di uscire di casa se ti venisse il dubbio che qualcuno, mentre non ci sei, entrasse e cambiasse la tua serratura. Eppure la tentazione che hai di vedere il mondo è sempre più grande di questa preoccupazione. Allora fa' che un incontro, una volta almeno, sia più resistente dei tuoi "non lo so". Andare è emozione, le emozioni sono incredibili momenti ma capire quando fermarsi è un vero talento, ed è questo che crea i sentimenti.È di sicuro necessario accettare che qualcosa esca dalla nostra vita per fare spazio a qualcosa che entra. Spesso però quel che entra non lo si lascia entrare mai del tutto. Temiamo i legami a volte perché per una manciata di istanti, l'amore ci dona la sensazione d'immortalità, anche se sappiamo di non esserlo. Scegliere di vivere in attesa o nel rimpianto è un alibi per non affrontare la paura più grande che abbiamo: perdere, dunque soffrire. Invece è vero, un rapporto può finire ma quel dolore significa che siamo stati felici e dunque che potremo esserlo di nuovo. La ricerca smisurata di emozioni indefinite è invece un po' come vivere al limite ma senza oltrepassarlo mai. Senza rischio non c'è mai felicità e la sola assenza di dolore non è necessaria a farci stare davvero bene.