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Post n°1506 pubblicato il 31 Marzo 2014 da roky.gz

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Foto di swann1000



Isaac Newton



Vi sono personaggi storici che, data la loro universale fama e il diffuso riconoscimento di eccellenza, passano come uomini degni di stima e considerazione anche come persone.

Qualche giorno fa, ho avuto occasione di seguire un programma dedicato a Isaac Newton. Sarebbe stato meglio non averlo visto. Infatti, a parte le scoperte scientifiche nel campo della fisica e della matematica, ne è risultato un quadro generale pessimo ed inquietante.

Fu un bambino triste e disadattato. Non ebbe mai rapporti con l'altro sesso (si dubita sulla sua omosessualità che comunque non fu, apparentemente, consumata). Visse sempre triste (pare che non abbia mai riso) e di pessimo umore. Litigò furiosamente con Leibniz circa il primato sulla scoperta del calcolo infinitesimale e arrivò ad essere fiero della morte del rivale (forse avvenuta per il dolore della contesa). Sosteneva che l'astinenza sessuale portasse a delle forme di stress positive per la scoperta scientifica.

Però c'è una cosa che mi ha dato più fastidio: fu un accanito alchimista. Praticamente uno stregone. Passò un sacco di tempo, mentre era docente universitario, a fare esperimenti di alchimia, alla ricerca della pietra filosofale. Radunò una enorme biblioteca di testi sull'argomento. Fu considerato l'ultimo mago.

Questo mi sconcerta, perchè, per tanto che l'ambiente possa influenzare, mi risulta chiaro che, la mente umana, ha sempre avuto la possibilità di brillare per lucidità e chiarezza (sia pur combattendo contro religioni e pregiudizi) e lui avrebbe dovuto capire che l'alchimia era una strada priva di basi scientifiche.

Concludo: genio e ignoranza possono convivere nella stessa persona? La follia può dare risultati paradossali, misti di elevatezza e bassezza (si pensi a Van Gogh)?
Le crisi di esaurimento psichico hanno portato Newton alle sue più importanti scoperte. Dove sta la logica? Dobbiamo rasentare la pazzia per fare dei salti di qualità?



Foto di swann1000

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