UNA PAROLA PER VOI

Insulteremo la morte?


 «Forte è la morte, che è capace di privarci del dono della vita.Forte è la morte, che è capace di ricondurci ad un miglior uso della vita.Forte è la morte, che è in grado di spogliarci del vestito di questo corpo.Forte è l'amore, che è capace di strappare le nostre spoglie alla morte e restituircele.Forte è la morte, a cui nessun uomo è in grado di resistere.Forte è l'amore, al punto da trionfare su di essa, spuntarne il pungiglione, smorzarne la forza, vanificarne la vittoria.Verrà il tempo in cui sarà insultata, quando si potrà dire: Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? Dov'è la tua forza? (cfr. Os 13, 14; I Cor. 15, 55)» [Dai trattati di Baldovino di Canterbury, vescovo].
«E se Dio avesse inventato la morte per farsi perdonare la vita?» Bufalino, Gesualdo Il malpensante, Bompiani, Milano, 2004, p. 13. «La nostra morte non è una fine se possiamo vivere nei nostri figli e nella giovane generazione. Perché essi sono noi: i nostri corpi non sono che le foglie appassite sull'albero della vita» [Einstein, Albert Pensieri di un uomo curioso, Mondadori, Milano, 1997, p. 87]. «La morte, il più atroce di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, e quando c'è lei non ci siamo noi. Non è nulla né per i vivi né per i morti. Per i vivi non c'è, i morti non sono più. Invece la gente ora fugge la morte come il peggior male, ora la invoca come requie ai mali che vive» (Epicuro Lettera sulla felicità (a Meneceo), Stampa alternativa, Milano, 1992, p. 9).