Considerazioni sulle Stimmate di san Francesco
Offro alcuni spunti di riflessione per la Festa delle Stimmate di san Francesco.Le considerazioni semplici che vengono fatte, penso che possano servire per rivedere la storia di san Francesco di Assisi e per spingere ad imitarlo nell’amore verso la croce e il crocifisso fino all’inverosimile, così come a Francesco è accaduto. Anche noi possiamo santificarci come Francesco. Anche noi, spinti dal suo esempio, possiamo imitarlo fino a divenire una copia di lui , di Francesco, che è copia umano-divina di Cristo.Lui ha già raggiunto la meta, ha ricevuto il sigillo da Dio, ha copiato letteralmente il Cristo, in tutta la sua vita, ora vive glorioso in cielo sul Trono, lasciato vuoto da Lucifero. Da Jacopone da TodiNella lauda «O Francesco povero», Jacopone da Todi traccia la vita di san Francesco esemplarmente attraverso le sette apparizioni di croci«como trovamo scripte, / per ordene, contate».Jacopone, in quella biografia, raggiunge tonalità nuove là dove, dopo avere seguite le ascensioni di Francesco verso la croce di Cristo, il poeta lo assimila al Maestro divino: «Quella altissima palma o’ salisti, Francesco, lo frutto pigliò êll’alma de Cristo crucifisso; fusti en lui sì afisso, mai non te nne amutasti; con’ te ce trasformasti nel corpo n’è miniato». La novità delle stimmate è espressa in termini altamente coscienti:«Nullo trovemo santo che tal’ segna portasse misteriale sì alto, se De’ no ‘l revellasse».