UNA PAROLA PER VOI

Riflessione per la Domenica XXV TO/B


P.A.S. Appunti Per la Domenica XXV TO/BIl più grande è colui che serve (Appunti per l’Omelia.(20 Settembre 2009)  Colletta I O Dio, che nell’amore verso di te e verso il prossimo hai posto il fondamento di tutta la legge, fa’ che osservando i tuoi comandamenti meritiamo di entrare nella vita eterna.  Colletta II O Dio, Padre di tutti gli uomini, tu vuoi che gli ultimi siano i primi e fai di un fanciullo la misura del tuo regno; donaci la sapienza che viene dall’alto, perché accogliamo la parola del tuo Figlio e comprendiamo che davanti a te il più grande è colui che serve.  La Sapienza di Dio Dio, nella sua grande bontà, nella sua immensa sapienza, nel suo amore infinito per gli uomini, per non creare ostacoli nell’animo umano, a cui avrebbe chiesto di servirlo, ha pensato bene di donare il suo Figlio agli uomini e di concedergli l’umana carne, per essere direttamente a servizio degli stessi uomini, perché essi lo potessero amare e riconoscere quale Egli è: il Dio eterno, vivo e vero, coeterno col Padre e con lo Spirito Santo, per cui tutti gli uomini devono prostrarsi dinanzi a lui per servirlo incondizionatamente.» (Atanasio, Contro gli ariani, 2,16). «Dal momento che noi uomini non abbiamo voluto riconoscere Dio attraverso il suo Verbo e ci siamo rifiutati di servire il Verbo di Dio, nostro naturale signore, è piaciuto a Dio di manifestare in un uomo la sua autorità e di attrarre tutti a sé. Non era conveniente, peraltro, che ciò avvenisse in virtù di un uomo come tutti gli altri, onde evitare che, avendo un uomo come signore, onorassimo la dimensione umana in quanto tale. E‘ questo il motivo per cui il Verbo stesso si fece carne, assumendo il nome di Gesù, e il Padre lo rese Signore e Cristo, destinandolo, cioè, a dominare e a regnare. Nel nome di Gesù, pertanto, mentre ogni ginocchio si piega, noi riconosciamo altresì lo stesso Figlio come Signore e Re e, per il suo tramite, perveniamo alla conoscenza del Padre  Servire con umiltà Il Cristo, assumendo la natura umana, è sceso fra gli uomini per mettersi a loro servizio e condurli con la semplicità e l’umiltà presso il trono del Padre.Il servizio di Cristo agli uomini gli è costata la vita, perché non tutti lo hanno accolto così come egli era: il Verbo eterno di Dio fattosi carne, anzi lo hanno rifiutato, disprezzato, reietto e posto a tacere per non turbare il servizio che gli uomini prestavano al principe di questo mondo.E l’invito di Cristo, nella sua semplicità ed essenza, contrasta con il modo di vivere degli uomini. La sua esortazione è quella di essere sempre a totale servizio dei fratelli, senza pretendere nulla. Al primo posto deve essere, nel cuore degli uomini, l’altro, posto su un trono, dinanzi a cui bisogna piegarsi nel servizio, riconoscendosi come servi inutili, nel vero senso della parola, che è: "essere ‘in utile’ agli altri, cioè essere di utilità agli altri, per cui la frase non può portare fastidio, in quanto è vera e genuina ed è propria di Cristo, che con la sua vita ce ne ha dato l’esempio. Noi, effettivamente siamo in utilità agli altri e non viceversa.Per ritrovarci veramente in Dio dobbiamo vivere per l’altro, perché nell’altro incontriamo Dio e il Figlio suo Gesù Cristo, nello Spirito Santo. «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi in-utili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare». Luca 17, 7-10).  Il cristiano è liberato dal peccato Il giusto è odiato per la sua giustizia. La giustizia dà fastidio e deve essere tolta di mezzo, perché, ricordiamolo sempre, ci troviamo nel regno di Satana. E’ proprio lui che non vuole la presenza della giustizia, perché riporta direttamente a Dio, che è giusto giudice anche nei suoi riguardi. Quindi, il demonio non può accogliere né la giustizia, né il giusto, né chi si dona a Dio, giusto Giudice in eterno.giustizia? (Romani 6, 17-19).Rendiamo grazie a Dio, perché voi eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quell‘insegna «Non sapete voi che, se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale servite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell‘obbedienza che conduce alla mento che vi è stato trasmesso e così, liberati dal peccato, siete diventati servi della giustizia.Parlo con esempi umani, a causa della debolezza della vostra carne. Come avete messo le vostre membra a servizio dell‘impurità e dell‘iniquità a pro dell‘iniquità, così ora mettete le vostre membra a servizio della giustizia per la vostra santificazione»Allora, «… colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell‘uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti» Matteo 20, 26-28).  Servire l’altro non è morte Mettersi a servizio degli altri comporta una umiliazione tale da essere equiparata alla morte?Ma se uno non muore a se stesso, non può servire, non può appartenere al Signore, che prende possesso del suo servitore fin d’adesso, fin dal momento in cui accoglie il suo essere servo di Dio e dei fratelli nell’amore. «In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà» (Giovanni 12, 24-28). «Le altezze dei cieli e le profondità degli abissi e i confini di tutto l‘universo sono nelle sue mani; né esiste luogo nel quale egli resti inoperoso. Infatti, il cielo è opera sua, la terra sua fattura, il mare sua creazione, l‘uomo la sua opera e somiglianza. Il sole, la luna e le stelle sono suoi elementi fatti da lui per indicare i segni e le stagioni, i giorni e gli anni, per servire gli uomini. E Dio ha fatto tutte le cose, suscitandole dal nulla, affinché dalle sue opere si conosca e si comprenda la sua grandezza» (Teofilo d‘Antiochia, Ad Autolico, 1,3).  Lo scopo di ogni desiderio «Se vuoi adornarti - dice il Signore - prendi il mio ornamento; se hai in animo di armarti, serviti delle mie armi; se vuoi vestirti, indossa pure il mio abito; se vuoi nutrirti, ecco la mia mensa; se desideri camminare, percorri la mia strada; se hai desiderio di ottenere un‘eredità, eccoti la mia; se vuoi fare il tuo ingresso in patria, entra pure nella città di cui io sono architetto e costruttore; se intendi edificarti una casa, costruiscila nel mio regno: da parte mia, sta‘ pure tranquillo che, in cambio, non ti chiederò alcun pagamento. Per il solo fatto, anzi, che desideri usufruire di ciò che appartiene a me, io voglio, proprio per questo, ricompensarti.» (Giovanni Crisostomo, Commento al Vangelo di san Matteo, 76,5).Che cosa potrebbe mai esser paragonato a tanta generosità? Sono io tuo padre - dice ancora il Signore - tuo fratello e tuo sposo; io sono per te la casa, il vestito, la radice, il fondamento: tutto questo sono io, se tu lo vuoi; nulla, allora, ti mancherà. Sarò proprio io, anzi, a servirti: sono venuto, infatti, per servire non già per esser servito (Mt 20,28). Io ti sarò anche amico, membro, capo, fratello e sorella e madre, tutto insomma: tu pensa soltanto ad affidarti fiduciosamente a me. Per te sono stato povero, per te ho mendicato, sono stato crocifisso e sepolto per te; in cielo supplico per te il Padre; in terra sono venuto come ambasciatore, per te, da parte del Padre. Tutto sei tu per me: fratello, coerede, amico, come una parte stessa della mia persona.Che cosa desideri di più? Perché respingi chi ti ama sino a questo punto? Perché continui ad affannarti in nome di questo mondo? Perché cerchi inutilmente di riempire un vaso bucato? Questo significa, infatti, lottare e soffrire per questa vita terrena. Perché frusti il fuoco? Perché percuoti l‘aria? Perché vai correndo senza scopo? Qualsiasi attività non è forse diretta verso un obiettivo ben preciso? E‘ chiaro per chiunque. Ebbene, mostrami anche tu quale sia lo scopo del tuo gran da fare in questo mondo. Non puoi farlo, però, giacché è vanità delle vanità, tutto è vanità (Qo 1,1). Andiamo al cimitero: mostrami tuo padre, fammi vedere tua moglie. Dov‘è colui che indossava abiti intessuti d‘oro, che sedeva sul suo carro, che dava ordini a un esercito, che aveva una guardia del corpo ed era circondato dagli araldi? Dov‘è colui che uccideva o gettava in carcere le persone? Colui che le sopprimeva o le liberava a suo capriccio? Non vedo altro se non ossa, vermi, ragnatele; tutto è diventato terra, favola, sogno, ombra: rimane solo il racconto e la pittura di ciò che è stato. Neppure questa, anzi, giacché la pittura ci offre per lo meno delle immagini, mentre qui non ne vediamo nessuna (Giovanni Crisostomo, Commento al Vangelo di san Matteo, 76,5).