Non son degno che tu venga nella mia casaDai Sermoni di sant’Antonio. Il funzionario del re chiede a Gesù di guarire il figlio ammalato.Ecco cosa dice sant’Antonio a riguardo. “«Entrato Gesù a Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava...» (Mt 8,5).... Il Signore non volle andare dal figlio del funzionario del re, per non sembrare un estimatore della ricchezza; invece acconsentì subito ad andare dal servo del centurione per non sembrare (con un rifiuto) uno spregiatore della condizione servile. Perciò disse: «Io verrò e lo curerò» (Mt 8,7). Ecco il nostro medico che con la sola parola cura tutto l’universo. Di lui dice l’Ecclesiastico: «Onora il medico a motivo del bisogno» (Eccli 38,1) che hai di lui.Ma il centurione disse: «Signore, non sono degno che tu entri sotto il mio tetto» (Mt 8,8). Invece Zaccheo accolse il Signore pieno di gioia (cf. Lc 19,6). In questo si deve osservare il modo diverso di intendere. Alcuni, a motivo del rispetto che nutrono verso il Corpo di Cristo, dicono: Signore, non sono degno; e perciò si astengono dall’accostarsi con frequenza all’Eucaristia; altri invece, proprio per onorare il Corpo di Cristo, lo ricevono con gioiosa riconoscenza. Dice Agostino: Non lodo e non biasimo coloro che ricevono ogni giorno l’Eucaristia, perché alcuni proprio per venerazione non osano riceverla quotidianamente, altri invece per la stessa venerazione, non osano lasciar passare giorno senza riceverla.«Ma di’ soltanto una parola, e il mio servo sarà guarito. Perché anch’io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Va’, ed egli va; e a un altro: Vieni, ed egli viene» (Mt 8,8-9). Da questo è provato che colui al quale gli angeli servono e obbediscono in adorazione, senza presenza corporale può ordinare alla malattia di andarsene, e alla guarigione di venire. Si canta infatti nell’introito della messa di oggi: «Adorate Dio, voi tutti suoi angeli» (Sal 96,7). «All’udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a coloro che lo seguivano: In verità vi dico, non ho trovato tanta fede in Israele» (Mt 8,10), cioè nel popolo israelitico del suo tempo; l’ho trovata invece negli antichi, cioè nei patriarchi e nei profeti. Sono esclusi da questa affermazione la Vergine e i discepoli, ai quali è stata infusa dal cielo una fede maggiore.... «E Gesù disse al centurione: Va’, e sia fatto secondo la tua fede» (Mt 8,13), poiché ad ognuno è dato ciò che domanda, ma solo nella misura della sua fede. «E proprio in quell’istante il servo guarì» (Mt 8,13). La tua parola onnipotente, o Signore, ha mondato il lebbroso e ha guarito il servo” (Dai Sermoni, II. Guarigione del servo paralizzato, 2 par. 8).
Non sono degno che tu entri nella mia casa
Non son degno che tu venga nella mia casaDai Sermoni di sant’Antonio. Il funzionario del re chiede a Gesù di guarire il figlio ammalato.Ecco cosa dice sant’Antonio a riguardo. “«Entrato Gesù a Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava...» (Mt 8,5).... Il Signore non volle andare dal figlio del funzionario del re, per non sembrare un estimatore della ricchezza; invece acconsentì subito ad andare dal servo del centurione per non sembrare (con un rifiuto) uno spregiatore della condizione servile. Perciò disse: «Io verrò e lo curerò» (Mt 8,7). Ecco il nostro medico che con la sola parola cura tutto l’universo. Di lui dice l’Ecclesiastico: «Onora il medico a motivo del bisogno» (Eccli 38,1) che hai di lui.Ma il centurione disse: «Signore, non sono degno che tu entri sotto il mio tetto» (Mt 8,8). Invece Zaccheo accolse il Signore pieno di gioia (cf. Lc 19,6). In questo si deve osservare il modo diverso di intendere. Alcuni, a motivo del rispetto che nutrono verso il Corpo di Cristo, dicono: Signore, non sono degno; e perciò si astengono dall’accostarsi con frequenza all’Eucaristia; altri invece, proprio per onorare il Corpo di Cristo, lo ricevono con gioiosa riconoscenza. Dice Agostino: Non lodo e non biasimo coloro che ricevono ogni giorno l’Eucaristia, perché alcuni proprio per venerazione non osano riceverla quotidianamente, altri invece per la stessa venerazione, non osano lasciar passare giorno senza riceverla.«Ma di’ soltanto una parola, e il mio servo sarà guarito. Perché anch’io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Va’, ed egli va; e a un altro: Vieni, ed egli viene» (Mt 8,8-9). Da questo è provato che colui al quale gli angeli servono e obbediscono in adorazione, senza presenza corporale può ordinare alla malattia di andarsene, e alla guarigione di venire. Si canta infatti nell’introito della messa di oggi: «Adorate Dio, voi tutti suoi angeli» (Sal 96,7). «All’udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a coloro che lo seguivano: In verità vi dico, non ho trovato tanta fede in Israele» (Mt 8,10), cioè nel popolo israelitico del suo tempo; l’ho trovata invece negli antichi, cioè nei patriarchi e nei profeti. Sono esclusi da questa affermazione la Vergine e i discepoli, ai quali è stata infusa dal cielo una fede maggiore.... «E Gesù disse al centurione: Va’, e sia fatto secondo la tua fede» (Mt 8,13), poiché ad ognuno è dato ciò che domanda, ma solo nella misura della sua fede. «E proprio in quell’istante il servo guarì» (Mt 8,13). La tua parola onnipotente, o Signore, ha mondato il lebbroso e ha guarito il servo” (Dai Sermoni, II. Guarigione del servo paralizzato, 2 par. 8).