I monti della Tolfa

Tidei a Trenitalia, un premio del Botteghino


Doveva fare il sottosegretario ma nella «spartizione» è rimasto fuori. Lo accontentano con la presidenza delle ferrovie
Toni Mirabile Per anni Pietro Tidei è stato la spina nel fianco di Trenitalia. Sempre in prima linea, sempre al fianco dei molti pendolari che da Civitavecchia, dove è stato sindaco per due mandati prima di approdare in Parlamento sotto la bandiera dei Ds, ogni mattima si recavano a Roma. Tidei, cinquantasei anni, dopo aver visto sfumare la possibilità di diventare sottosegretario ai Trasporti, ora vede davanti a se la prospettiva di occupare la poltrona di presidente di Trenitalia, prendendo così il posto dello scomparso Gianfranco Legitimo di An.Oggi sindaco di Santa Marinella, comune sul litorale laziale amato da Carlo Azeglio Ciampi, Tidei fino a qualche giorno fa era imbufalito. I vertici del suo partito, infatti, gli avevano promesso l’investitura a sottosegretario dei Trasporti, ma al momento di spartirsi le poltrone di sottogoverno, lui si ritrovò seduto per terra. Una scortesia non da poco, considerando che Tidei si è sentito anche preso in giro dopo che la coalizione di centrosinistra gli aveva giocato il posto da parlamentare. Una mascalzonata, dicono i suoi supporter.A fargli le scarpe sarebbe stato il «super raccomandato Beppe Giulietti». Come è andata? Semplice. Paolo Gentiloni, neo ministro della Margherita, era candidato alla Camera nei collegi Piemonte 2 e Lazio 1 con la lista unitaria dell’Ulivo. «Però aveva firmato, prima delle elezioni, un atto notarile per impegnarsi a scegliere il collegio piemontese in caso di sua elezione», ha spiegato al Corriere lo stesso Tidei. «Ma per fare posto al succitato Giulietti, primo dei non eletti in Piemonte, lo stesso Gentiloni ha fatto lettera morta di quell’atto notarile e ha deciso di entrare nel collegio Lazio 1, così penalizzando me, primo dei non eletti».E non è finita, perché Tidei in tasca ha anche una lettera di Piero Fassino. E questo è un altro schiaffone. Una lettera che recita così, scrive il Corriere: «Caro Pietro abbiamo deciso di utilizzare nel governo la tua esperienza e le tue competenze... Un abbraccio affettuoso». Insomma, più che una promessa, una certezza. «Una cambiale in bianco», la definisce Tidei. Poi Fassino gli telefona pure: «Caro Piero, sei sottosegretario ai Trasporti». In casa Tidei naturalmente è festa. Il mattino dopo, però, l’ex deputato va a Palazzo Chigi per giurare ma scopre là che il suo nome non è nella lista. «Sono stati i 100 passi peggiori della mia vita», ha ammesso.Così la mattina del 19 scorso, un centinaio di militanti Ds, partono da vari comuni del litorale laziale e vanno a protestare davanti alla sede dei Ds. E non è stato un semplice sit-in: hanno letteralmente preso a calci il portone chiuso del Botteghino. Per fermarli sono arrivate le volanti della Polizia e la Digos. La Quercia era in evidente imbarazzo perché i diessini dell’Alto Lazio da giorni erano in rivolta. Militanti comuni, uomini e donne, chi ha chiesto un permesso, chi un giorno di ferie, erano andati a Roma a protestare per quel trattamento riservato a Tidei. E i comuni rappresentati erano molti: Civitavecchia, Cerveteri, Tarquinia, Santa Marinella, Montalto, Canale Monterano.  Loro non riuscivano proprio a capire quanto fosse successo. Una soluzione andava trovata. E così è stato. Ecco libera la poltrona da presidente di Trenitalia.Una soluzione andava trovata, anche perché Tidei è un personaggio particolare, capace di azioni forti, non sempre politicamente corrette. Come quando nel giugno del 1998 ospitò in città Yasser Arafat. Questi gli disse che avrebbe voluto fare il porto di Gaza come quello della cittadina laziale. Arafat non poteva fare complimento migliore a Civitavecchia dopo che, al termine della sua visita in Italia, ne era diventato cittadino onorario.Primo sindaco della città laziale scelto con l’elezione diretta, Tidei, durante la sua carica ha saputo allargare il consenso, fino ad essere riconfermato nel 1998 con più del 72 per cento dei voti. Un vero trionfo popolare. Ma Tidei era anche un personaggio scomodo, più volte era entrato in conflitto con i suoi alleati per aver ricercato affermazioni anche in aree che non si possono definire politicamente vicine. Entrò in rotta con Rifondazione comunista e con i Popolari, che pure lo sostenevano. Così come fu molto criticato quando, impegnato in una televisione privata a parlare dell’appuntamento elettorale, disse: «Se volete votare un candidato che vi piace ma che non è del vostro partito, potete anche votare, per esempio, me alla Camera e poi sbarrare la lista di An al proporzionale». Un esempio di voto disgiunto che non piacque molto agli alleati.Ora Tidei potrebbe diventare il presidente di quella Trenitalia che tanto lo ha fatto arrabbiare da sindaco. Vediamo come se la caverà con la politica dell’amministratore delegato di Fs Elio Catania. Catania vuole aumentare il prezzo dei biglietti. Cosa racconterà Tidei a quelli che hanno pagato il biglietto ferroviario per andare a protestare sotto il Botteghino per lui, se in fondo all’autorizzazione dell’aumento dei prezzi dei biglietti ci sarà proprio il suo nome?[Data pubblicazione: 28/05/2006] http://www.lapadania.com/PadaniaOnLine/Articolo.aspx?pDesc=60145,1,1