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Mirtilla

..il viaggio di Mirtilla nel Paese delle Paturnie..

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Fortunatissimamente Fortunata

Post n°225 pubblicato il 06 Dicembre 2013 da moon4ever
 
Foto di moon4ever

 

Che mio zio me lo diceva già 5 anni fa, dai primi tempi post-separazione, che avrei dovuto cambiare nome, da Mirtilla in Fortunata, che "anche se adesso non te ne rendi bene conto, sei fortunata che le cose siano andate in questo modo...avresti potuto essere condannata ad una vita di infelicità!". 

Sinceramente ci ho messo un po' a rendermene conto, a capire per bene cosa intendeva...ma poi ho capito che lo zio aveva assolutamente ragione: sono stata e sono fortunatissima!
Ho la fortuna di avere un angelo custode che, poveraccio, avrà i capelli diritti e (ne sono più che sicura) che avrà già fatto richiesta a chi di dovere per cambiare almeno assistito se non incarico…è come se lo sentissi: "S. Pietro, La prego, la supplico e la scongiuro, faccia qualcosa, ma per carità, lo faccia in fretta: mi tolga al più presto questo incarico!! Questa non è una ragazza, è un terremoto, un diavolo della Tazmania! Non faccio in tempo a tirarla fuori da un casino che si caccia di testa in un altro....io non ce la faccio più a reggere questi ritmi, ormai c'ho una certa età, non mangio più, non dormo più ...mi verrà una gastrite di questo passo" ma finora il suo sporco lavoro l'ha sempre fatto più che egregiamente, lo devo riconoscere.

Questo che si sta per concludere è stato un anno per alcuni versi impegnativo ma molto molto molto fortunato (per caso l’ho già detto molto?!) davvero non potrei chiedere di più!
Il mio angelo custode è riuscito a salvarmi almeno due volte da catastrofi (con il senno di poi) certe, ed è anche vero che il lavoro non sarà il massimo, ma per quest'anno sono ancora riuscita ad averne uno (e di questi tempi dici poco!), ho un sacco di idee e progetti che mi frullano per la testa, al punto che ho soltanto da mettermi lì a realizzarli uno alla volta…aspettano solo me! Ho una famiglia che mi vuole bene e che mi supporta (e sopporta) in tutto e per tutto e poi, la mia fortuna più grande, sono sempre loro: gli amici...che non ringrazierò mai abbastanza. Loro sono la mia seconda famiglia, ma non per questo sono meno importanti della prima, no no no!
Non sono la famiglia che mi sono trovata ma quella che mi ha scelto e che mi sono scelta, loro sono la mia forza, il mio supporto fisico e morale, la mia luce in fondo al tunnel quando vedo nero, i sorrisi e le risate migliori delle mie giornate, loro sono tutto! Sono vicini e sono lontani ma ci sono sempre stati e, sono certa, ci saranno sempre....e veramente dovrei soltanto ringraziare il cielo di aver avuto la fortuna di incontrarli...di incontrare persone come Lisa, come Ally, come Flosa, come Trip, come Amoon, come Lara e come la Ale (solo per citare chi può leggere qui sopra) persone conosciute negli anni grazie al virtuale ma che ora, nonostante la distanza e il tempo sono diventati amici sempre più reali, persone di cuore, genuine, vere e sincere, che insieme ai fantasticissimi amici storici, sono la mia vera forza!!

Ed io, io dovrei veramente imparare a lamentarmi di meno e a non urtarmi per delle cavolate, in quanto avrei solo da ringraziare, tutto il giorno e tutti i giorni, per le enormi fortune che mi sono capitate.

E sarà pure un pochino presto per mettersi a far bilanci di quest'anno che sta per terminare ma finora davvero non posso lamentarmi: sono viva, stò bene, sono serena, felice e…tanto tanto fortunata...davvero non posso chiedere di più!

Sarà un Buon Natale, ne sono certa! :)

 
 
 

Quando ci si conosce "abbastanza"?!

Post n°224 pubblicato il 09 Settembre 2013 da moon4ever

Qualche giorno fa riflettevo (stranamente) sulle relazioni.

Due persone si conoscono, si piacciono, si frequentano, si piacciono sempre di più, s'innamorano e ad un certo punto decidono di andare a vivere assieme. Questo è l'iter. Capita di continuo, come capita di continuo che vivendo assieme si scoprano lati del carattere o abitudini che alla lunga proprio non vanno a genio, diventano insopportabili e nella peggiore delle ipotesi possono addirittura portare alla separazione.

Può così capitare, che una maniaca dell'ordine si ritrovi in casa un disordinato patologico che semina scarpe e vestiti in ogni angolo della casa, che una fissata dell'igiene e della pulizia si ritrovi a vivere con un "lurido", che un'amante della quiete si ritrovi con un patito delle relazioni sociali che le porta a cena a giorni alterni parenti e amici, che il gufo si ritrovi a litigare i ritmi sonno/veglia con l'allodola, che un geloso/possessivo debba rapportarsi con un'accanita sostenitrice delle privacy e della libertà.
Che, in pratica, ci si scontri con abitudini e modi di essere totalmente diversi dai propri, che prima non erano mai emersi, non si erano visti o che, forse, non si erano mai voluti veramente vedere (?!)

In questi casi il commento che si sente fare più spesso è quello relativo alla scarsa conoscenza dell'altra persona.
"Non pensavo che fosse così", "Se avessi saputo", "Prima non sembrava/era così", "Da quando viviamo insieme è cambiato/a", etc..
Ma nella maggior parte delle ipotesi non è così. Nessun cambiamento eclatante si verifica nei primi tempi di una convivenza, semmai l'ipotesi più probabile è che passando più tempo assieme si veda l'altra persona per com'è veramente nella quotidianità, con le sue fisse, le sue abitudini, la sua indole...che emergano lati del carattere che non conoscevamo perché non avevamo modo di osservare la persona in un determinato contesto. 

Se riusciamo a mediare queste differenze, a tollerarle o addirittura a farcele piacere, bene, siamo a cavallo, diversamente iniziano a sorgere i problemi.
Problemi, incomprensioni, liti, discussioni e scazzi alla meno peggio. Menzogne, tradimenti e carognate alla peggio del peggio. Rotture (e non solo di palle), separazioni, figli sballottolati da una parte all'altra quando veramente ci dice male.
Avessimo conosciuto meglio l'altra persona, davvero queste cose si sarebbero potute evitare?!
E quando si può dire di conoscere veramente bene una persona al punto da decidere di condividere la vita, la casa, i progetti senza brutte sorprese?!

Secondo mia nonna "non ci si conosce MAI abbastanza!" nemmeno dopo decenni.
Questa frase, insieme all'equivalente del modo di dire in dialetto locale, mi perseguita negli incubi ormai da anni.
Secondo lei non c'è speranza per nessuno: per quanto ci si conosca bene, ci saranno sempre dei lati del carattere dell'altra persona, in genere lati negativi, sia chiaro, (l'ottimismo, si sa, non abita da queste parti) che usciranno a rompere le balle nel momento meno opportuno.
Ed alla fine di una relazione saranno sempre tutti pronti a dire "eh, ma io lo sapevo che sarebbe finita così", "eh, ma si vedeva che aveva qualcosa (o peggio ancora la "tal cosa") che non andava". E non c'è niente, e dico NIENTE, che mi faccia andare in bestia più di queste uscite. No, ma perché allora sarai stronzo: lo sapevi, te lo immaginavi, l'avevi capito prima di me...E NON MI HAI DETTO NIENTE?! O.o
 
Ma, scherzi a parte, cosa è veramente indispensabile sapere di una persona?!
Libri, film e attività preferite, passioni, sogni, aspirazioni, idee, principi, abitudini, reazioni agli eventi, etc...basta saperle o bisogna aspettare di vederle e toccarle con mano per sapere se ci possono andare bene per davvero?!
 
Per voi, quando è "abbastanza"?!
 
"E se benissimo non fosse abbastanza?!" Hitch

 
 
 

I Crediti per il Paradiso

Post n°223 pubblicato il 04 Settembre 2013 da moon4ever

 

La mia collega ed io scherziamo spesso sul "posto in Paradiso" che ci attende, soprattutto quando ci costringiamo a fare qualcosa di "buono & giusto" e altrettanto scomodo, che non avremmo assolutamente voglia di fare.
Lo facciamo per la Gloria, diciamo sorridendo, e per salvaguardare quel "posto in Paradiso" che ogni giorno vediamo allontanarsi e vacillare sempre di più. Che non si capisce come mai, per ogni buona azione, capiti poi sempre qualche grana (in più) che scatena in noi reazioni infernali!

Si sa, le buone azioni sono sempre le più difficili e le più scomode da mettere in pratica, così tra il serio ed il faceto, per ridere e sdrammatizzare (cosa che non mi capita di fare proprio mai) mi sono inventata la storia dei "Crediti per il Paradiso" una sorta di punteggio positivo, un conteggio di "bonus" da cui possiamo poi comodamente scalare i punti negativi delle maledizioni in cui inevitabilmente prima o poi cadiamo. Che saremo pure buone e care ma, senza andare tanto lontano, l'ambiente lavorativo in cui ci troviamo metterebbe a dura prova la Pazienza di un santo, figuriamoci la nostra che con gli anni è sempre più vicina ai minimi termini.

Così, quando stasera, ci siamo trovate ad accompagnare a casa una vecchina che abitava dall'altra parte della città, abbiamo iniziato a segnarci reciprocamente i bonus: "A te di più che hai avuto l'idea" dicevo io "No, no, a te di più...questi sono tutti punti tuoi che ci hai messo la macchina, hai dovuto fare tutta quella strada e dopo di lei hai accompagnato a casa persino me, rimandando la tua cena alle ore beate". Beh, sì, in effetti, messa giù così, rischio di sembrare veramente buona. Che dire, un po' di crediti mi servivano proprio per affrontare le prossime settimane.

Che dite, ora la posso piazzare una bomba in ufficio o è meglio se cerco di accumulare ancora un po' di punti?! :D

E voi, come siete messi a crediti?! :P

 
 
 

Corda e Sgabello

Post n°222 pubblicato il 02 Settembre 2013 da moon4ever

 

 

Un mese esatto, oggi, dal mio ultimo post.
Alcuni stavano già per contattare la redazione di "Chi l'ha visto?" per far partire le ricerche, altri tiravano un sospiro di sollievo (illusi) ero soltanto in vacanza! :)
Per la prima volta, in 13 anni di onorata carriera, sono riuscita a prendermi tre settimane CONSECUTIVE di vacanza (roba mai vista) che ho passato quasi interamente a zonzo!
Tre settimane stupende di mare, montagna, collina, piscina, città, paesi, amici, parenti, sorrisi, risate, mangiate, camminate. Per la prima volta mi capita di tornare dalle vacanze rilassata, tranquilla e felice.

Chi mi conosce lo sa, io e la calma abbiamo litigato da piccole. Io sono quella del "fare, andare e brigare", quella che non si ferma mai, agitata dentro come pochi, che per stare bene deve "fare cose". Beh, non si capisce come sia possibile ma sono tornata in una sorta di "stato di grazia", di una calma a cui non sono proprio avvezza. 
I colleghi in ufficio oggi si divertivano addirittura a far scommesse sulla durata di questa strana e sospetta aura di calma che mi circonda "non durerà" e "tempo domani le parte di nuovo l'embolo" dicevano, e nel frattempo mi scrutavano con sospetto come se guardassero un marziano con le antennine verdi sulla testa.
Certo, quando si sta così bene in vacanza il rientro è dei più traumatici: nessuna voglia di tornare, nessuna voglia di riprendere la solita vita, il solito lavoro, i soliti impegni, il solito tran tran...persino lo sport preferito, le amicizie, gli impegni extra lavorativi e la vita sociale perdono d'interesse ed il magone è già partito ben prima del mio ritorno effettivo, insieme all'acido di stomaco che stamattina mi ha fatto tornare su la colazione appena varcato il cancello della ditta in cui lavoro (se non è un segno questo)
Ed io lo so che quella che i miei colleghi scambiano in apparenza per tranquillità e relax, in realtà è rassegnazione, una sorta di "l'ultimo posto in cui vorrei trovarmi è questo" al pari di un carcerato che torna a scontare la sua pena dopo tre settimane di libera uscita. La cosa che stupisce è che non riesco nemmeno ad arrabbiarmi o anche solo ad infastidirmi come mio solito, mi limito solo ad essere tanto triste. 

E' come se avessi avuto un piccolo assaggio di come potrebbe essere bella e felice la vita con le cose giuste, con le persone giuste, con le piccole cose (che sono sempre e solo quelle che fanno la differenza) che mi ha fatto rendere conto di come finora mi sia limitata solamente a vivacchiare, a far passare il tempo in un modo o nell'altro, a riempirmi le giornate di palliativi, a tenermi tanto impegnata per non pensare, per distrarmi da tutte le cose brutte che ho vissuto e da quelle poco soddisfacenti che continuo a vivere, come a volermi creare una sorta di mondo parallelo in cui rifugiarmi. 
E funziona, eh, funziona talmente bene che alla fine ci riesci veramente a non pensare più di tanto, funziona al punto che una volta entrata nel vortice, ti risulta persino difficile uscirne e per quanto la mia indole sia veramente quella del "fare, brigare e andare" mi è venuto il sospetto che lo stessi facendo nel modo sbagliato e che forse forse non so nemmeno più bene quale sia il modo giusto. 

Rientro drammatico per davvero oggi, con tutti questi pensieri in testa, con il pensiero di voler cambiare molto, se non tutto, e non sapere bene da che parte iniziare.
Per fortuna che stasera c'era "Lorenzo negli stadi" in tv a farmi compagnia in sottofondo.
 
abbiamo confidenza con i demoni interiori
sappiamo che al momento giusto poi saltano fuori...
eppure ho questo vuoto tra lo stomaco e la gola
voragine incolmabile
tensione evolutiva
nessuno si disseta ingoiando la saliva
ci vuole pioggia
vento
e sangue nelle vene
e una ragione per vivere
per sollevare le palpebre
e non restare a compiangermi
e innamorarmi ogni giorno ogni ora ogni giorno ogni ora di più, di più, di più


Tensione Evolutiva: http://youtu.be/ykWynKn78Zw

PS: ah, scherzi a parte, all'Ikea ci devo andare veramente, eh, mica solo per procurarmi lo sgabello più corda con spinta in omaggio! ;)

 

 

 
 
 

il gioco del silenzio

Post n°221 pubblicato il 02 Agosto 2013 da moon4ever

In questi giorni credo, anzi no, sono sicura, di essere arrivata all'apice della sopportazione delle paturnie, mie ed altrui.
L'apice massimo, in realtà, l'ho raggiunto ieri sera, quando, mentre mi "sfogavo" e ragionavo con la mia migliore amica, ho avuto una forte e chiara sensazione di insofferenza nei confronti di quello che stavamo pensando e dicendo.
Si, insofferenza alle parole ed ai ragionamenti di entrambe.
Sono scattata come una molla e mi sono innervosita come un gatto a cui avessero tirato la coda ed al momento di spiegare il mio comportamento all'amica ho preso consapevolezza di quanto fossi stufa.
 
Sono stufissimamente stufa di pensare, di parlare, di ragionare, di spiegare, di spiegare come sono fatta, cosa penso, cosa voglio, etc...agli altri, che tanto, con tutto il bene che possono volermi, non riusciranno mai e poi mai a capirmi fino in fondo, a capire esattamente cosa penso e cosa intendo dire con le mia parole.
Gli altri continueranno sempre ad andare avanti con l'idea che si sono fatti di me, giusta o sbaglita che sia, nonostante tutto. E constatare, toccare con mano, che non mi capiscono, nemmeno dopo spiegoni estenuanti, con il tempo mi ha sempre dato più fastidio, fino ad arrivare ai giorni nostri in cui la sola idea mi pare faticosissima.
 
Parlare non serve a nulla, spiegare non serve a nulla, pensare serve veramente a poco e soprattutto paturniarsi e pensare ad eventi negativi che magari non si avvereranno mai è la strada verso la distruzione, si, l'autodistruzione.
Una persona che stimo tantissimo (ma tanto veramente, diciamo ai primi posti, se non al primo, de "la classifica della stima") quasi ogni volta che parliamo, mi ripete la stessa frase: "le chiacchiere stanno a zero, contano solo i fatti".
E ce lo so che c'ha ragione, davvero, ed ogni volta gli ripeto che pure io la penso come lui ma che se mi fanno o mi fanno fare dei ragionamenti, poi io parto per "il favoloso mondo della paturnia" al primo alito di vento che tira, ci rimango incastrata e non riesco ad uscirne più.
 
Devo dire che i sintomi di questa insofferenza alle paturnie, nell'ultimo periodo c'erano tutti, sono io che li ho sottovalutati, ma potevo arrivarci facilmente da sola a capire che la misura era piena.
Che quando in macchina, o a casa, arrivo a tenere la musica a volumi così alti da risultare insopportabili all'orecchio umano e da far sanguinare le mie orecchie nello specifico, è un chiaro tentativo di annullare e resettare tutti i miei pensieri.
Lo so, presto diventerò sorda...sorda ma felice!!! :)
Quindi, da ieri sera ho deciso che inizierò "il gioco del silenzio" che durerà fino all'inizio delle ferie, o davvero corro il rischio di non riuscire ad arrivarci in vita alle ferie.
 
Il gioco consiste nell'evitare ed ignorare ogni pensiero paturnioso, mio ed altrui, fino alla fine della prossima settimana.
Questo non vuol dire diventare egoisti e non ascoltare nemmeno più le altre persone ma semmai non farsi toccare dai loro discorsi, e continuare a ripetermi nella mente che "le chiacchiere stanno a zero" e che "contano solo i fatti" tipo mantra, ogni volta che vedo comparire all'orizzonte una paturnia o formarsi un pensiero paturnioso nella mia mente.
Secondo me può funzionare! :)
In ogni caso lo testerò in questi giorni e vi farò sapere.
 
L'unico problema è: riuscirà la vostra eroina a non fare nemmeno un pensiero paturnioso per ben otto giorni?! Sono così tanti!! :)
Intanto, per sicurezza inizio ad alzare il volume della musica in modo che pensare mi risulti sempre più difficile.
Questa in fin dei conti si chiama "sopravvivenza"!

 
 
 
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NON ESISTONO CONDIZIONI IDEALI IN CUI SCRIVERE, STUDIARE, LAVORARE O RIFLETTERE, MA E' SOLO LA VOLONTA', LA PASSIONE E LA TESTARDAGGINE A SPINGERE UN UOMO A PERSEGUIRE IL PROPRIO PROGETTO!
- KONRAD LORENZ -
 

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credici un po' di più di più davvero.

 

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