on the road

La spiaggia di Cartesio


La strada passa sotto alle ruote, i ricordi si confondono con altri ricordi... mi sembra di cominciare a vedere la meta ora, ma cerco di spostarla ancora un passo più avanti. Ancora un chilometro, tanto non sono stanco. Ancora un chilometro, ho tanto a cui pensare... ancora un chilometro... Però qui la strada è difficile: oggi ero stufo dell'asfalto di queste colline, ho visto uno sterrato che scendeva e mi ci sono buttato. Poi la terra bianca è diventata rossa, è cominiciata la ghiaia e il fetucciato vero e proprio. Sono due ore che guido così, sempre in bilico. Oggi ho rischiato di scivolare, anzi, una scivolata l'ho fatta. Non credo abbia causato danni, ma controllerò. Intanto  non c'è nessuno. Se non corro troppo posso togliere il casco. E sentirmi libero. Libero? Libero quanto? E' una vita che il mio essere è condizionato da regole, educazione, da ciò che si fa e da ciò che non si fa. Prima ero figlio, poi un numero a scuola, al lavoro sono il capo di... a casa sono il marito di... e sarò presto il padre di... Cogito ergo sum diceva Cartesio. Ma a "cogitare" sono io, moosh, un individuo a se stante che a volte pensa di potere essere una delle monadi di Leibnitz. La libertà a cui mi riferisco è quindi illusoria. Un venticello momentaneo tra i capelli basta a farmi sentire libero? Sono messo male. A Corfu, su quella spiaggia, dove nessuno mi conosceva e tutti erano senza costume: anche lì ci sono arrivato per caso, in moto, percorrendo una mulattiera. La spiaggia splendida, isolata, pochissima gente... o ti adegui o te ne vai... l'alternativa è la spiaggia vicina: piena di gente, con ragazzi che giocano a rachettoni e pupi che frignano. Due secondi a pensarci.... mi adeguo. E non mi sono mai sentito così libero. Perché, come il cogito ergo sum non è il frutto di un ragionamento, ma un'intuizione immediata "con la quale", secondo Cartesio, "colui che pensa percepisce la propria esistenza come un'evidenza certissima e inconfutabile", la mia scelta è stata dettata da un me stesso sepolto sotto strati di cemento mentale. Che è uscito, si è liberato per mostrarmi un'evidenza certissima e inconfutabile: "Qui ti piace, là no".  La differenza è che devi essere quello che comunque sei.  E l'intuizione è stata immediata. Scelgo di essere me stesso. Di assaggiare questo misero boccone di libertà. Più il mio viaggio prosegue, più mi sento come quel giorno su quella spiaggia. Mi lascio indietro blocchi che mi chiudono la mente, esco con un colpo di acceleratore da quella curva che è la quotidianità in cui mi sono ingessato, come nei binari di una metropolitana. Il viaggio prosegue, ma ora almeno conosco la meta. E so chi mi aspetta alla fine di questo viaggio. Spero che non mi trovi troppo cambiato. E che ritrovi moosh.