on the road

La donna della sabbia


Oggi giornata di riposo. Sono qui, su questa spiaggia, a pensare a quel che ho scritto nei giorni scorsi. Sono solo, in questa stagione e con questo mare durante la settimana non c'è molta gente. Però mi piace così. Ho la tranquillità di pensare a quel che voglio. Però... c'è chi dice che il mare in autunno è triste, senza gente, senza bambini, senza racchettoni, senza poter fare il bagno. In realtà non è triste. Il fatto forse è che dalla spiaggia escono i fantasmi. I miei fantasmi, i mei ricordi. La spiaggia, il mare, sono anarchici per definizione. Non hanno mai una loro forma. Tu pensi di poter pulire la sabbia con il rastrello, ma il giorno dopo è bastato un soffio di vento per rovinare tutto il lavoro. Se poi c'è quello, come me, che ci cammina sopra... meno male che il bagnino non c'è. Penso a tante di quelle cose in questo momento... il mare, la spiaggia... mi fanno tornare a quando ero bambino, quando usavo la sabbia, per fare i castelli, per fare le partite a biglie (su questo argomento ce ne sarebbe da scrivere, dei tempi in cui, se guardavo i fondoschiena delle mie coetanee, era solo per vedere come ci sarebbe venuta una pista), il vulcano... il tempo passa... la spiaggia è sempre lì, però la uso in modo diverso. Le feste serali, le passeggiate mano nella mano, i bagni di mezzanotte. Le fratte, come si usa dire in chat. Perché no? Il mare sa essere il complice perfetto: discreto e affascinante allo stesso tempo. Le giornate pigre, passate a dire: "madonna che caldo", oppure "mi faccio un tuffo, prima di sciogliermi". Adesso sono qui da solo, con la giacca da moto, e vedo tutti questi fantasmi emergere dalla sabbia. Vedo un'ombra di donna, ma è poco più di un miraggio, una sorta di fata morgana. Strano però, con questo tempo i miraggi non ci dovrebbero essere. Eppure è lì, in piedi, mi guarda. E' il fantasma di una donna che su quella spiaggia cerca le stesse cose che cerco io, probabilmente. Risposte. Anzi, no. Domande. La risposta a quel che cerco la ho già. E' a casa che mi aspetta. Sono le domande che vorrei mi venissero fatte. Domande. La curiosità, la voglia di imparare cose nuove, il conoscere sempre qualcosa di pù, è quello che mi fa sentire vivo. Non importa il livello di quel che imparo, la conoscenza mi fa scorrere il sangue nelle vene. La donna mi avvicina, mi sorride. A questo punto mi verrebbe da scrivere una battuta, del tipo che mi si avvicina sempre più e con sguardo magnetico mi dice: "Ciao bello, 30 la bocca 50 l'amore, andiamo?".  Però non la scrivo, non voglio rovinare il momento poetico che ho creato. Lascio la spiaggia e lascio il mio miraggio. Ci sono delle belle strade bianche qui in giro, vado a farmi qualche sterrato.