on the road

Stairway to Heaven


Il viaggio è una situazione strana. E' una condizione dello spirito più che del corpo. Puoi essere in viaggio anche restando a casa, oppure essere a casa anche se sei a mille chilometri di distanza. Stronzata filosofica, ma non sapevo come inizare. Che poi... stronzata fino a un certo punto... c'è gente che viaggia e confonde le Barbados con Bordighera. Gente che non viaggia, ma che sa tutto delle Barbados. Di Bordighera magari no, ma chi se ne frega ce lo si può anche mettere. Nel messaggio precedente ho parlato di curiosità e di conoscenza. Se adesso trovo un benzinaio, smetto di spingere la moto e cerco di fare anche qualcosa di culturale, oltre che andare in cerca di fantasmi sulla spiaggia e fare sterrati. Che poi ogni tanto cado... e quando cado sono dolori. Ogni volta. A volte mi chiedo se cadere e rialzarmi abbia senso. Lasciare gli sterrati, seguire la strada potrebbe essere più facile, mi faccio meno male. Ma forse così facendo mi perdo qualcosa. Diluvia. Entro a vedere una chiesa. Il romanico è uno stile che mi piace: pulito, senza tanti fronzoli. Sembra che il dialogo con Dio sia più diretto. Tasto difficile, sapevo che prima o poi in questo viaggio sarebbe venuto fuori. La fede. Mai avuta. Ho fatto la cresima con la cravatta rossa al collo. Mio nonno, vecchio socialista, l'aveva messa come condizione per farmi da padrino. Poi con il passare degli anni le cose cambiano. Cominci a farti delle domande e a cercare delle risposte. Quando ho conosciuto mia moglie queste domande si sono fatte urgenti, e per dare un senso a quella cosa che si fa in chiesa e che si chiama matrimonio ho cominciato a parlare con quel tizio vestito di nero che si chiama prete. All'inizio ero scettico. Lo vivevo come un dovere nei confronti di quella che sarebbe diventata mia moglie. Compreso l'andare a messa la domenica. Poi, con mia sopresa, ho scoperto che il nero è il colore della divisa, ma che possono anche essere simpatici. Non tutti menano, come quello che conoscevo da bambino. E ho scoperto che possono darti alcune delle risposte che cerchi. E che comunque le cose che ti dicono sono buone. Ho scoperto che... ho scoperto la fede.  Ci sono preti buoni e preti cattivi, sono uomini e come tali sbagliano, però quello che importa è il messaggio. Un messaggio di amore incondizionato. Un messaggio che mi ha aiutato a spiegare il dolore del mondo. Questa chiesa mi aiuta a riflettere anche se è umida. Il senso del dolore è uno degli ultimi argomenti con cui ho parlato con il mio amico prete prima che se ne andasse. Per dolore non intendo i reumatismi che questa chiesa in cui mi trovo mi sta facendo venire. Ma il dolore vero. Quello che ti fa dire: ma come può Dio permettere questo? E tu capisci che sei tu che chiedi troppo. Che dai alla felicità un significato allargato. Ho provato a chiedermi. Cosa mi serve per essere felice? Rispondendomi ho cominciato a dire: e se non lo avessi o non lo potrò avere? Sarò infelice? Ho pensato a mia suocera, su una sedia a rotelle da dieci anni per un ictus. Però non ha perso la fede.  Così ho capito che c'è solo di una cosa che ho bisogno: mia moglie. E tra poco mia figlia. Sono la felicità base, quella senza la quale non potrei essere felice.  In questo viaggio a volte mi sembra di avere perso di vista questa verità, ho preso sterrati che mi  hanno fatto allontanare.  Ho incontrato fantasmi che ancora fatico a seppellire, e non so se ci riuscirò mai a farlo del tutto. Forse qualcuno pensa che questa fede sia ipocrita, una stampella per la debolezza umana. Io credo invece nella forza che ne traggo. Ora esco. Anche se fuori piove il viaggio continua