A SIGNORA GIOCA PULI

Il Punto sul mercato della Juventus: Xabi Alonso, la pedina ideale per il 4-4-2 di Ranieri


La notizia del giorno per i tifosi juventini è che Xabi Alonso, nonostante le sue dichiarazioni personali (per un classico gioco al rialzo), è ad un passo dalla Juventus. O meglio, la Juve è vicina all’accordo con il Liverpool. Tra domanda e offerta sembra esserci una differenza minima di un milione. Alla fine si chiuderà a quota 18. Una cifra ritenuta da molti eccessiva, ma se vai a trattare un giocatore con un club inglese è il minimo sindacale che ti possa capitare. D’altronde in molti ritenevano a gennaio l’operazione Sissoko sproporzionata nel quantum. Semmai a lasciar pensare è più l’ingaggio del giocatore (quasi sui 4 milioni). Nel 4-4-2 di Ranieri, Xabi Alonso è l’ideale complemento per il maliano ed anche per  Cristiano Zanetti, tra i centrocampisti italiani più forti (non gioca in nazionale per sua scelta) ma anche tra i più fragili. Per questo motivo Ranieri vuole un terzo centrale di spessore ed esperienza più Marchisio. Le qualità del giocatore spagnolo non si discutono, considerando che è stato il regista titolare di una squadra che nelle ultime quattro edizioni della Champions League ha partecipato a due finali (una vincendola) e una semifinale. Benitez non è un pazzo e se ha preferito tenere l’iberico e cedere Sissoko (giocatore fenomenale), ci sarà una ragione logica. Il feeling tra i due spagnoli si è rotto, quando Xabi Alonso ha preferito rinunciare a giocare il derby inglese con l’Arsenal pur di essere vicino alla nascita di suo figlio. Non ci sono quindi ragioni tecniche che giustificano la rinuncia di Benitez ad Xabi e Ranieri è pronto ad approfittare di questa ennesima occasione che sta maturando a Liverpool e dintorni. L’ex tecnico del Chelsea, bisogna essere onesti, non ha mai sbagliato una mossa (il grande Chelsea l’ha costruito lui, ingaggiando Lampard, Makelele, Cech e company) sul mercato inglese, al suo rientro in Italia invece qualche “errorino” nella campagna acquisti l’ha commesso. A completare la rosa dei mediani centrali nella Juventus ci penserà il giovane e promettente Marchisio. Xabi Alonso è il giocatore di qualità che servirà per gestire il possesso palla nei migliori dei modi, anche se forse un giocatore con tali caratteristiche la Juventus ce l’ha già (ma di questo aspetto ne parleremo tra poco). Lascia pensare che in questa stagione Ranieri sia stato costretto ad accentrare sovente Camoranesi per migliorare la fluidità di manovra: una scelta tattica che è maturata quando la squadra bianconera ha lasciato parecchi punti in casa contro squadre di seconda o terza fascia. Ed è un aspetto paradossale, considerando che il mercato di dodici mesi fa, fu impostato su due giocatori portati soprattutto alla fase di costruzione: Tiago ed Almiron. Tra loro però incompatibili soprattutto nel 4-4-2. E questa incompatibilità ha “bruciato” entrambi, pur avendo avuto poche occasioni per trovare un’affinità empirica sul campo. E il mio personale scetticismo è la fretta con la quale si è accantonato Tiago. L’equivoco fondamentale è soprattutto uno: il portoghese ha sempre dato il meglio di sé non nel 4-4-2, bensì in un centrocampo a tre. Quando è stato acquistato dal Lione, sia Ranieri che Secco erano consapevoli della sua scarsa propensione a giocare con un solo centrale vicino. L’ho seguito con particolare costanza soprattutto quando giocava a Londra nel Chelsea. Con i blues, Makelele si piazzava davanti alla difesa, Lampard era la cerniera tra il centrocampo e l’attacco (si inseriva senza palla con un tempismo eccezionale), mentre Tiago rimaneva apparentemente nell’ombra ma dava qualità alla manovra, mettendo ordine, a volte anche con passaggi più in orizzontale che in verticale. La parte del leone la facevano gli altri due giocatori che hanno sempre avuto una spiccata personalità, Tiago invece non era costretto a giocare sotto il peso della responsabilità e cuciva il gioco. Questo è il portoghese, un ragazzo che può essere il complemento ad una squadra già forte caratterialmente, ma non chiedetegli di essere un trascinatore. Però, se messo nelle condizioni ideali, diventa un fine e raro tessitore del gioco. La sua definitiva esplosione è avvenuta a Lione (scambio con Essien), in condizioni tattiche molto simili, con Diarra e Juninho al suo fianco.  Non è possibile che un giocatore protagonista con i campioni di Francia in Champions e buon comprimario (quasi sempre titolare) con il Chelsea, diventi improvvisamente un “bidone” come è stato etichettato da qualcuno.Nella Juve ha avuto pochissime possibilità di essere messo alla prova. Nel girone di andata è stato protagonista di alcune partite incolore (eccezione il secondo tempo a Parma e la prova contro la Lazio all’Olimpico) a causa soprattutto di una preparazione estiva molto dura per i suoi standard e un ambientamento difficile. Nel girone di ritorno, con Sissoko affianco e Camoranesi a destra,  e soprattutto giocando in una squadra con un’identità ben definita, difficilmente ha deluso, purtroppo però solo nelle rare volte che è sceso in campo. Prendiamo ad esempio il secondo tempo di Palermo: appena entrato con la sua gestione qualitativa del gioco ha permesso agli uomini di Ranieri di alzare il baricentro di almeno 20 metri. Non ha sbagliato un passaggio, pur contro una signora squadra come i rosanero che non difettano neanche in aggressività, con Migliaccio re del pressing. Se in forma, quando gli passi la palla, difficilmente il portoghese la perde. Ed allora, la domanda è questa: è vero che la Juve deve operare delle cessioni importanti per rafforzare la difesa (una delle priorità), ma siamo sicuri che un giocatore come Tiago non sia all’altezza dell’attuale Juventus?E’ vero che Ranieri vuol ripartire da alcune certezze tattiche acquisite come il 4-4-2, ma non scordiamoci che il prossimo anno sarà molto lunga la stagione. In passato, nel massimo teatro europeo, la Champions, con il Chelsea, ma soprattutto a Lione, ha Tiago ha dimostrato di essere un giocatore più che affidabile per la massima rassegna continentale. Con Xabi Alonso o Zanetti, Sissoko, Camoranesi e Nedved, anche lui può dire la sua, soprattutto se il tecnico romano deciderà anche di variare e magari, come il miglior Lippi, costruire una squadra più duttile e meno prevedibile tatticamente (in certe partite si potrebbe anche provare il 4-3-1-2 per valorizzare le doti di Giovinco), e in quel contesto Tiago potrebbe essere la ciliegina sulla torta. In conclusione: sarebbe assurdo cederlo nel caso Ranieri contempli il fatto di variare sullo spartito tattico e decida, in alcune occasioni, di provare un centrocampo a tre, habitat naturale per il portoghese.A meno che la sua cessione non porti nelle casse bianconere denaro fresco da reinvestire nel reparto arretrato. Ricordiamo che i bianconeri devono ancora pagare il portoghese al Lione, essendo stata concordata una rateizzazione triennale per 13 milioni e l'unica offerta è quella dell'Atletico Madrid per 11; considerando la sua stagione non proprio brillante nel rendimento, difficilmente il lusitano avrà una quotazione di mercato molto alta. Ed allora sarebbe un gravissimo errore svenderlo, tanto più che già la cessione di Almiron sarà un bagno di sangue, mentre le credenziali tecniche dell'ex giocatore del Lione non sono smarrite e problemi di ambientamento e fisici sembrano alle spalle. Che non sia lui il migliore acquisto bianconero, come lo è stato Legrottaglie (con un piede e mezzo in Turchia) dodici mesi fa? Vorrei chiudere con due  precisazioni sull’articolo precedente riguardante le valutazioni dell’ operazione Amauri. La prima:  Nocerino ha mercato solo in Italia (ad Ajax, Tottenham e altri club europei, a torto o ragione, non interessa) e difficilmente la Juventus può trovare in questo momento nel bel paese, una squadra  che abbia la liquidità necessaria e garantisca il pagamento in contanti per più di 5 milioni per un incontrista, almeno ragionando nei club che non partecipano alla Champions. Come contropartita invece la sua valutazione può essere più alta. Fuori da questo contesto, considerando la scarsa liquidità sul mercato italiano, è arduo trovare una squadra che ti versi cifre importanti. Quindi, a parole Nocerino può avere una quotazione alta, ma sul mercato è diverso, a meno che non trovi un acquirente che te lo paghi in cinque anni, e va bene, ma i soldi al Palermo ora chi glieli dà? Su Lanzafame, come ho detto, il discorso è più delicato ed è stato l’unico motivo che ha convinto il Palermo a cedere Amauri a quelle condizioni. Zamparini e Foschi puntavano su Giovinco che però è incedibile. Gioco forza, la Juve per non far saltare la trattativa ha dovuto rinunciare alla metà di un giocatore di prospettiva importante che, comunque, grazie alla formula della compartecipazione, sarà rivalutato e, molto probabilmente, tra un anno saremo a parlare di un buon affare per i rosanero. Sul punto, alcuni tifosi del Palermo si sono offesi per alcune mie constatazioni (tipo Nocerino non è un giocatore da Juve ma va bene per il Palermo…). Lungi da me da offendere o mancare di rispetto ad una piazza che con Napoli, è tra le più calde, seguite e passionali di tutta Italia. Le mie erano e sono constatazioni sulla valutazione del mercato italiano e di altre realtà (vedi Inghilterra). Fino a tre anni fa il club rosanero era una delle società più attive, forse l’unica che veramente aveva la possibilità di chiudere operazioni cash. Dopo alcune cessioni (vedi Toni e Amauri in primis) ed altre operazioni in tono minore, non può essere considerata più tra le big del mercato, fino a prova contraria, almeno al pari di Inter, Milan, Juventus e della Fiorentina (al momento regina del mercato con Gilardino, Barzaglie e Vargas vicinissimi) e del Napoli (grazie anche all’abilità di Marino) e di una Roma che si appresta a vivere l'età dell'oro con Soros. Non tutto dipende da Zamparini che ha deciso di investire meno. D’altronde, si è quasi creato un circolo vizioso nel calcio business d’oggi: chi ha la possibilità di partecipare per più stagioni alla Champions ha un potere economico che gli altri club neanche se lo sognano.La mia era solo una valutazione sul “potere di acquisto” del club che è innegabilmente inferiore alle milanesi, alla Juve e ai maggiori club europei che partecipano costantemente alla coppa dalle grandi orecchie. Questo aspetto è oggettivo e proprio per questo rivaluta ancor di più gli acquisti di Nocerino e Lanzafame. Nella prospettiva dei rosanero, anzi, sono anch’essi due affaroni, soprattutto il secondo. Nocerino avrà modo e tempo per migliorare (sotto l’aspetto qualitativo) a Palermo, dove potrà giocare con maggiore continuità, nella Juventus invece sarebbe rimasto soffocato da quattro nazionali, più Zanetti.  Lanzafame (in comproprietà) forse, è l’investimento migliore e mirato di tutto il mercato della serie A.