17 MAGGIO 2008

Dopo Gaggiano e Mantova, giungiamo al punto della storia che fondamentalmente ci ha catapultato al 17 maggio 2008 e fino a qui…
A Natale 2007 Massi decide di regalarmi un viaggio a Petroia, minuscola frazione di paese a pochi chilometri da Gubbio per le successive vacanze di Pasqua. 
 
Partiamo da Milano in macchina, scortati e assistiti da un nuovissimo satellitare Tom Tom: la strada per Gubbio era in mano nostra!

PARMA
(...fin qui tutto bene...)
Dopo qualche ora un certo tepore inizia a impadronirsi dell’autista, ovvero la sottoscritta…”Siamo solo a metà viaggio…”penso tra me e me… felice mi pregusto già i giorni felici nella stupenda e mistica Umbria!

MODENA
(...perfetto...)
Guido assorta: Massi stanco morto dormicchia fiducioso affianco a me. Che bello! I cartelli autostradali scorrono uno dopo l'altro, allontanandoci da tam tam quotidiano..

MILANO
(....Milano?...)
Ma come! Qualcosa non torna…in panico sveglio con una gomitata il dormiente…
Dopo un attimo di costernazione, raccapricciati, ci rendiamo conto di essere sulla strada del ritorno…! A causa di uno svincolo poco chiaro tra file di camion e certe signorine a bordo strada sulla A1…E meno male che c’era Tom Tom!
Dopo aver fatto dentro e fuori dal casello cinque volte, ogni volta pagando, troviamo la retta via.

6 ore dopo guido come Fisichella!
Finalmente ci siamo!!!!...quasi...

Alle 11 giungiamo sulla cima di un cocuzzolo e tra le tenebre dell’aperta campagna umbra solo una pietra miliare (non l'ho rotta io!) annuncia solenne che siamo arrivati al tanto agognato castello di Petroia!

Ci accoglie il proprietario della residenza, un signore distinto e sorridente. La dimora, da secoli della sua famiglia, è in parte un residence di lusso, in parte un allevamento di mucche Chianine, che, a dispetto del loro manto bianco latte, fanno la carne più buona del mondo…

Affamata, mi pregusto già una chianina da record!
 Attraverso numerose stanze in stile Ermanno Olmi, tra orpelli medievali e alabarde minacciose, giungiamo alla sala da pranzo.
Attorno al tavolo, una luce soffusa illumina i volti di tre norvegesi, unici ospiti del castello oltre a noi: una bella ragazza bionda, un ragazzone bruno dai pomelli rossi e un terzo tizio, un misto tra Oscar Wilde e Rita Pavone, che sfoggiando uno scintillante caschetto biondo, ci saluta nel suo bolero di velluto, illuminandosi alla vista di Massi...

Il padrone, un uomo colto, simpatico e alla mano, ci fa sedere alla tavola illuminata da alte candele. L’atmosfera è elegantissima e internazionale.

Noi, come i protagonisti di un film di Kosturica, in tuta da ginnastica e con baffi neri di polvere in faccia, ci facciamo prendere da un attacco di ridarola… e scambiandoci occhiatine umide di lacrime rispondiamo con stentato inglese ad alcune domande, tipo: perché avete fatto tardi? C’era traffico? What do you do in your life...? e vagli a spiegare del Tom Tom, delle prostitute e dei camion…

Intanto un cameriere indiano con accento toscano in livrea e guanti bianchi ci serve del cibo raffinato e per niente umbro…pietanze che sembrano uscite da un libro di economia domestica della Readers Digest degli anni 50… tipo riso originario pilaff, arrosto di fagiano in salsa di prugne, o flan di erbette con vellutata di funghi… I norvegesi sono entusiasti!
Questo soggiorno in Umbria prende sempre più le fattezze di un romanzo di PJ Woodehouse... Manca solo un tocco di romanticismo e poi è tal quale a l'amore tra i polli...

Il giorno dopo, svegli di buonora con l’intenzione di andare a vedere Gubbio, sento Massi che sta rovistando nella valigia. Con un balzo torna nel letto e mi porge, con un aria tra il serioso e il curiosetto, una scatolina di vellutino rosso…
Io non capisco, affondata tra il piumone e il cuscino mi stropiccio gli occhi sbadigliando… Prendo lo scatolino, con gesto quasi automatico… “Che è?”  Lo apro…sono ancora un po’ indurmenta… La sera prima è finita in compagnia dei tre norvegesi tra  decine di brindisi assurdi e sigarette davanti al camino. Ora ricordo: Massi cerca di convertirli… Mi torna in mente, con un fil di vergogna, la faccia di Oscar - Rita Gray che, al nostro quinto bicchiere di vino rosso (loro), ci guarda inorrodito: nei suoi occhi nostalgia di casa...care vecchie renne!
 
Un anello luccicante mi si palesa davanti…anzi mi acceca:
“Bello, carino!...Non molto il mio genere, ma davvero molto bello….Piacerà di sicuro a …. Ma per chi è??”
“Guarda che mi devi dire si o no…” dice Massi con un fil di voce e le gote tutte rosse…
Qualche attimo per rendermi conto di quello che sta succedendo: mi vien da ridere… sono incredula per questo gesto folle e inaspettato.
“Beh, Si!”  - questo pazzo furioso mi piace proprio penso…
“Si!” - ma l’anello devo tenerlo sempre? è così prezioso...lo perderò di sicuro...
“Si!” - ma si, mi ci abituerò …