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Opinioni


[…] A un’indagine approfondita si nota che il castello è una struttura ricca di simbolismi, di peculiarità matematiche, geometriche, geografiche, astronomiche. Lo studioso Aldo Tavolato ritiene che sia stato concepito come “emblema materiale di una conoscenza raffinata e vastissima”. Il castello rappresenterebbe uno ‘gnomone solare’, le cui misure sarebbero state concepite in modo che il moto solare e le ombre da esso proiettate ne definissero tutte le proporzioni. Anche la posizione geografica scelta per la costruzione non sarebbe casuale. Il castello si trova infatti a una latitudine di 41° 5’, dove durante gli equinozi, nelle due ore a cavallo del mezzogiorno, il Sole percorre un arco di 45°, corrispondente a un lato di ottagono. I quattro punti in cui il Sole sorge e tramonta, durante i solstizi d’estate e d’inverno, tracciano sul terreno un rettangolo i cui lati sono in rapporto aureo tra di loro.[…] L’esasperata, quasi ossessiva geometria di Castel del Monte ha affascinato molti studiosi, che trovavano difficile credere alla casualità di una simile serie di rapporti matematici collegati. Così, di volta in volta, si sono visti nell’edificio la ricostruzione di una villa romana, un edificio templare, un osservatorio astronomico. Soprattutto, lo si è interpretato come un’architettura esoterica collegata al moto del Sole e degli astri.[…] Nell’architettura di Castel del Monte, secondo molti studiosi, è costante la presenza del ‘numero aureo’, cioè di quel coefficiente di 1,618 su cui si basano non solo le proporzioni del corpo umano, ma anche molte costruzioni dell’XI – XIII secolo, con scopi esoterici o mistici. La pianta della costruzione, considerata nella sua interezza (compresi cioè lo spessore dei muri e le dimensione delle torri), può essere schematicamente rapportata a due coppie di rettangoli aurei ortogonali uguali, incrociate tra loro con un angolo di 45°. […] A Castel del Monte il numero aureo è presente anche nel portale d’ingresso, come afferma la studiosa Stefania Mola. Realizzato con lo stesso rapporto che “struttura” il corpo umano, il portale rappresenterebbe simbolicamente, proprio sull’accesso del castello, “l’uomo che inizia il suo viaggio iniziatici verso la grande avventura dello spirito”.Dal web (Blog di Blogger)*** […] "Quel castello sorge lì e non altrove - spiega Licinio [Raffaele Licinio, Castel del Monte, Edizione Dal Sud, 2001, n.d.r.] - perché deve completare le maglie di un sistema che serve a controllare il territorio". Un maniero che va dunque considerato nell'ambito dei rapporti comunicazionali con i principali castelli della zona: Barletta, Canosa, Trani, ma anche Andria, Ruvo, Corato, Terlizzi, Bari, Gravina, il Garagnone. "Un grande personaggio politico come Federico II conosce perfettamente l'importanza del controllo, anche militare, del territorio. Non si tratta infatti soltanto di un processo di costruzione di castelli, ma di modifica dello sviluppo di un territorio: delle colture, dei trasporti, dei commerci, della politica, della demografia". E poi c'è la valenza spettacolare di un monumento che è ostentazione di potenza: "Il castrum di Santa Maria del Monte serve a Federico - aggiunge lo storico - come rafforzamento della simbologia del potere: che con Castel del Monte diventa talmente esplicita da rappresentare in pietra la corona ottagonale degli svevi, ossia il simbolo della casa imperiale". Ottagonale come la corona di Ottone il grande, che fu cinta da Federico II; o come la pianta della Cappella Palatina di Aquisgrana (capitale dell'impero di Carlo Magno), nota a Federico II in quanto vi fu incoronato re dei Romani il 25 luglio del 1215; o come il grande lampadario di rame dorato - con otto sportellini ed altrettante torri - fatto costruire da Federico I Barbarossa e che pende dal soffitto della cappella. Una figura, quella dell'ottagono, evidentemente assai familiare e vicina agli svevi: e a Federico in modo particolare. L'asso nella manica dei cultori delle teorie esoteriche resta la condizione di "solitudine" territoriale dell'ottagono in pietra di Castel del Monte, insieme con la tesi che vuole il maniero del tutto privo di elementi di difesa. Due stereotipi che Licinio rifiuta: "L'isolamento - osserva - si rivela un grande bluff. Il castello è sulla via che collega Andria a Gravina, in un paesaggio vivo, frequentato, dinamico. Non bisogna farsi ingannare dalla distorsione prospettica, un fenomeno ben noto agli storici: registrando un dato attuale, si cede alla tentazione di proiettarlo meccanicamente all'indietro, nel passato. Neppure risponde al vero il ritornello che Castel del Monte non avesse difese: non mancano certo, ad esempio, chiare testimonianze dell'esistenza di una cinta muraria". […]di Edoardo Altomare , dal web