Mormorio del Brenta

Il Comune Valbrenta


Tanti tanti anni fa nacque in quel della Valbrenta la Comunità Montana del Brenta che si propone (da statuto) la valorizzazione umana, sociale, culturale ed economica della propria zona attraverso una politica generale di riequilibrio e di sviluppo delle risorse attuali e potenziali della medesima e tra gli altri perseguendo il seguente obiettivo: c) la promozione della unione dei Comuni nonché della fusione di tutti o parte dei Comuni associati.Ad oggi, malgrado le iniziative periodiche di collaborazione fra i vari enti o organizzazioni comunali, quali piccole Unioni tra i comuni in merito a servizi alla comunità come il trasporto pubblico, l’istruzione, la gestione della rete idrica, la raccolta dei rifiuti, la rete museale piuttosto che l’organizzazione delle biblioteche, ancora la fusione fra questi piccoli comuni che ruotano sul migliaio di abitanti e anche meno, è molto lontana. Ne mi risulta che la Comunità Montana abbia voluto finora portare a compimento il proposito statutario. Risulta più facile pensare che questo ente sia fondamentalmente politico, superfluo e soprattutto poco avvezzo ad ascoltare le necessità urgenti e reali dei cittadini, prediligendo invece bei progetti sulla carta, mai realizzati o poco coinvolgenti la comunità stessa.Lasciando alle spalle i vecchi campanilismi che tranquillamente resteranno una caratteristica di tutte le contrade, è giusto focalizzare l’attenzione su una lungimiranza amministrativa che raggruppi un nucleo di oltre 6000 persone su un territorio molto ampio che condivide le medesime necessità economiche e infrastrutturali. I cinque comuni a vocazione montana: Cismon, San Nazario, Solagna, Campolongo e Valstagna, condividono la stessa sorte di realtà profondamente legate alla via d’acqua, al patrimonio montano e al suo abbandono, e al cruccio più che trentennale della grande arteria che di fatto congiunge l’Europa del Nord al Mediterraneo che è la statale 47. Parliamo però di piccole realtà che coltivano il loro orticello con sparute aperture e con troppi amministratori che si confrontano su grandi temi senza avere ne le armi, ne la preparazione e neanche la voce. Esistono peraltro associazioni che provano ad affrontare i problemi in maniera unitaria ma anziché trovare appoggio nelle istituzioni si ritrovano spesso ad esserne antagoniste. La spinosa questione sulla gestione dell’attività estrattiva in vallata è gestita in modo frammentario dai diversi comuni senza seguire un logico equilibrio fra tutela paesaggistica ambientale della vallata e remunerativo sfruttamento delle risorse. In questo caso un comune unico si assumerebbe ogni responsabilità sulle priorità sviluppando un quadro di sviluppo d’insieme tenendo conto delle peculiarità turistiche, paesaggistiche ambientali ed economiche. Naturalmente ogni frazione o contrada porterebbe la propria rappresentanza al tavolo dell’amministrazione e per quante opinioni divergenti possano esserci si avrebbe finalmente un unico tavolo di confronto dal quale dovranno scaturire le soluzioni da adottare.La configurazione del nostro territorio racchiude nei propri confini una vasta estensione di territorio montano entro i propri confini, con località conosciute turisticamente ma poco sviluppate. Frammentarie sono anche le attività legate all’allevamento e al taglio del legname. Soprattutto per la sinistra Brenta i confini dei tre comuni in questione racchiudono una vasta zona che probabilmente agendo unitariamente prima o poi riuscirebbe a essere elettrificata e allacciata alla rete idrica completamente. Queste due mosse avvantaggerebbero lo sviluppo turistico, senza più bisogno che bellissimi rifugi o residence debbano funzionare a singhiozzo con gruppi elettrogeni a gasolio e cisterne rifornite dai camion. E forse qualche pista da sci potrebbe risorgere e quel bellissimo snowpark per gli appassionati di snowboard avrebbe qualche chance in più di sopravvivere.E’ fuor di dubbio che uno solo dei 5 comuni non può impegnarsi economicamente in imprese così onerose, ma è vero che una fusione che supererebbe i 5000 abitanti darebbe accesso ad altre categorie di contributi europei e nazionali e l’economia globale stessa potrebbe affrontare impegni finanziari a medio o lungo termine.Tutto il nostro territorio è percorso dal Brenta, importantissima via d’acqua, fonte di vita, e principale responsabile del micro clima locale. Anche in questo caso un’unica amministrazione per entrambe le sponde faciliterebbe il controllo e la gestione di situazioni in passato oggetto di pesanti polemiche quali il rischio di depauperamento delle acque a causa di barriere atte alla produzione di energia elettrica o al prelevamento incontrollato per scopi agricoli o industriali. Inoltre la valorizzazione ambientale e turistica delle sponde seguirebbe forse un’andamento organico e funzionale. Da considerarsi non ultima la riorganizzazione della viabilità, pedonale e ciclistica soprattutto, con la realizzazione di passerelle, ponti o più romanticamente traghetti e guadi che tolgano dall’isolamento alcune frazioni e rendano più razionale il raggiungimento di altre.A più ampio respiro sarebbero, la riorganizzazione del piano regolatore con l’individuazione di spazi per le attività artigianali e industriali, le zone di raccolta e differenziazione rifiuti, i parcheggi, il trasporto pubblico,ripensando ogni ristrutturazione ed edificazione non più sulla base delle proprie ristrette aree microcomunali, ma su considerevoli spazi della vallata poiché stiamo parlando di un comune che avrebbe una lunghezza di circa 20-25 chilometri.E forse con un adeguato sistema di redistribuzione non avremo più classi scolastiche a rischio con 3-4 bimbi, troppo pochi per garantire un corso regolare.Per chiudere lo stesso apparato amministrativo si troverebbe ridimensionato nei numeri e nei costi, forse facilitando la costruzione delle liste locali che vedono di anno in anno sempre più frequente la penosa richiesta di candidatura porta a porta per riuscire ad ottenere il numero minimo affinchè uno schieramento possa presentarsi alle elezioni.Io credo che su questo tema ci sia l’urgenza della discussione e non sarebbe male una consultazione popolare per sentire il parere della gente su una dichiarazione di intenti che da troppi anni sono rimasti intenti e basta.