False e Tendenziose

Carabinieri, poliziotti, finanzieri, vigili urbani. Nell'ormai affollattissimo panorama di fiction nostrane mancavano solo loro, i vigili del fuoco, per completare la parata di divise. Possibile? No. E infatti ci hanno pensato la società di produzione Cattleya e Mediaset. Le riprese di «Codice Rosso», nuova serie televisiva articolata in 12 puntate da 50 minuti ciascuna e incentrata sull'attività di una squadra di vigili del fuoco, sono iniziate da qualche settimana a Roma e andranno avanti fino alla fine di novembre. Protagonista Alessandro Gassman, nelle vesti del caposquadra Pietro Vega, circondato da un cast di tutto rispetto, composto da Pietro Taricone, Claudio Gioé, Ilaria Spada, Silvio Laviano, Antonello Fassari, Paolo Sassanelli. A dirigerli ci sono Monica Vullo e Riccardo Mosca, già braccia e menti di «Distretto di polizia».
«Sono davvero contento di questo nuovo ruolo perché i vigili del fuoco mi sono troppo simpatici. D'altra parte sono l'unico corpo dello Stato che non ha potere coercitivo sui cittadini. Loro intervengono unicamente per aiutarci e rischiano davvero la vita. Due settimane fa è morto un vigile del fuoco che apparteneva proprio a questo Distaccamento dove noi oggi stiamo girando». Alessandro Gassman, che vedremo in tv il prossimo settembre a fianco di Sabrina Ferilli in «Dalida», è visibilmente soddisfatto di questo nuovo impegno per il quale si è preparato con scrupolo insieme con i colleghi. «Ho frequentato un corso accelerato nella scuola di formazione e addestramento di Monte Libretti, là dove vengono addestrati i veri vigili e dove gireremo anche qualche scena. È stata la scoperta di un mondo che non conoscevo e soprattutto di tante persone semplici e vere. Di loro nessuno si occupa mai, se non quando ci sono tragedie, come è successo con i loro colleghi di New York dopo l'attentato dell'11 settembre. Nessuno sa, per esempio, che i vigili del fuoco italiani sono all'avanguardia nel mondo. E invece, se si parla di loro, sembra inevitabile cadere nella retorica dell'eroe o nello stereotipo macchiettistico».
Alessandro ha 40 anni, ma somiglia a suo figlio Leo di 6 o a qualsiasi altro bambino, quando entusiasta racconta la sua nuova vita da pompiere. «Nel corso di addestramento, ci hanno insegnato a usare gli strumenti del mestiere, le manichette da 45 e da 70 (che per i non "iniziati" sono le pompe d'acqua di diverso diametro, ndr), i divaricatori, le lance termiche e gli autoprotettori, che poi sarebbero le maschere collegate alle bombole dell'ossigeno. È stato bellissimo quando ci hanno fatto fare la prova del percorso pieno di fumo. In pratica, tu sei vestito da palombaro con respiratore, bombola e una tuta di materiale ignifugo che pesa la bellezza di 12 chili. E così combinato devi attraversare un percorso pieno di trappole e tranelli senza vedere niente, se non un fumo fittissimo e il buio. Non solo. Hai un'autonomia di ossigeno di 30 minuti, ma più ti agiti più ne consumi. E quando l'ossigeno sta per finire si sente un fischio. Beh, devo ammettere che è stato davvero impegnativo. Per fortuna ho un fisico molto allenato. Ma non c'è solo l'aspetto atletico. Ho cercato di conoscere i vigili del fuoco anche nel quotidiano, tra mensa e chiacchiere di cambio turno. Sono proprio come li immaginavo, pratici e generosi. Mi hanno davvero accolto. Quando arrivo la mattina, mi urlano "Ciao Alessà" e io mi sento subito a casa».
La fronte di Gassman è solcata da una lunga e profonda cicatrice, esempio calzante di quanto il trucco cinematografico possa rasentare la perfezione. «Appartiene al mio personaggio, unico superstite di un terribile incendio divampato in un ospedale per bambini disabili. È con questa tragedia che si aprirà la serie e che si potranno capire i devastanti sensi di colpa del mio Pietro. Un uomo con molte contraddizioni e fragilità, un eroe tra virgolette perché nonostante il ruolo di caposquadra è uno che si pone molte domande. A volte anche troppe».
Ma «Codice Rosso» è soprattutto la storia di una rinascita, di una nuova squadra che si forma. «Oltre ad Alessandro, ci sono altri quattro componenti» racconta la regista Monica Vullo. «C'è Ivan, ovvero Claudio Gioé, sposato, una figlia e la paura come compagna. C'è Fausto, e cioè Pietro Taricone, che fa questo lavoro suo malgrado e vorrebbe stare altrove. C'è Stella, che poi è Ilaria Spada, giovanissima e già preda di problemi di cuore. Lei rappresenta una delle pochissime donne vigili del fuoco: operative sono solo tre in tutta Italia. E poi Rocco, interpretato da Silvio Laviano, che è l'autista dell'Aps (l'Auto Pompa Serbatoio, ndr). Ma al di là dei singoli personaggi quello che vorrei sottolineare è l'originalità di questa serie. Non è il solito film d'azione, anche perché non sarebbe possibile o sarebbe comunque molto costoso ricostruire grossi incendi, incidenti stradali a catena e crolli di palazzi, nei quali intervengono i vigili del fuoco. La serie sarà un mix tra effetti meccanici, come fuoco e fumo, ed effetti digitali, riprodotti e amplificati grazie al computer».
In «Codice Rosso» non mancheranno neanche storie d'amore e intrecci sentimentali. «Pietro, il mio personaggio, sarà il protagonista di un amore giunto ormai al capolinea, esaurito e consumato nel tempo» racconta Alessandro Gassman. «Ma anche di un altro nuovo e impossibile, visto che s'innamorerà della vedova di uno dei compagni, una ragazza che vorrà conoscere per combattere i suoi sensi di colpa».