Rime in Prosa vol.1

Incontro inaspettato - parte 1


Durante una delle soste lungo il tragitto verso la città di Karma, Artanis decise di non trascorrere la notte in uno dei placidi sobborghi che costellavano la via maestra, ma di dormire sotto le stelle, come da tempo immemorabile aveva smesso di fare. Il clima mite della contea glielo consentiva ancora e la sua maestria nella Disciplina dell'Attenzione gli avrebbe permesso di dormire sonni tranquilli, pur mantenendo un orecchio accorto all'ambiente circostante.Scelse uno spiazzo abbastanza defilato dalla strada principale, nei pressi di un piccolo rigagnolo che scorreva silenziosamente tra gli anfratti di un terreno che cominciava a salire di quota. Dopo essersi rifocillati con qualche provvista, il Cavaliere e il suo destriero Balihas si prepararono per trascorrere la notte.Le stelle non erano mai state così luminose e soprattutto così numerose, il Templare parve rimembrare attimi tanto da antichi e passati da averne quasi rimosso il ricordo. Vista dalle città che ha attraversato, la volta celeste non era mai stata così affollata come quella sera. Cominciò ad identificare le costellazioni ad una ad una compiacendosi di come non potesse cogliere l'intero firmamento con un solo sguardo. Tra questi pensieri, lentamente, Morfeo si impossessò della sua mente.Al suo risveglio, il Templare era in un altro luogo e Balihas non c'era più.Impugnò la spada tentando di capire cosa fosse capitato, ma nulla di quel luogo aveva un che di familiare. Niente alberi, terreno spoglio ed alte colline che lo circondavano. L'Arconte si trovava in una conca del terreno. Mentre si girò intorno a sè spaesato, scoprì' l'unica cosa che lo riportava ai paesaggi della contea: quello stesso rigagnolo vicino al quale si era addormentato era ancora lì. Ma il cambiamento di quei luoghi restava del tutto inspiegabile."Balihas!" chiamò "Balihas giungi a me!" continuò il Cavaliere, con voce alta ma controllata tentando di fare mente locale. In quel momento un losco figuro fece capolino da dietro una roccia ai bordi del rigagnolo. Era di spalle."Chi voi siete?" disse Artanis impugnando ancor più fermamente la propria spada."Io sono colui il quale non vorreste mai essere..." rispose l'essere con voce chiara e appena acuta."Voltatevi" disse il Cavaliere, notando lo strano aspetto di quell'essere. Aveva sembianze umane ma la pelle viscida di serpente di colore verde molto scuro e da sotto le vesti consumate da popolano che indossava si intravedevano dei rigonfiamenti in corrispondenza della schiena, come fossero placche coriacee. La mancanza totale di capelli era compensata da una sottile cresta color senape, a metà, per sembianze, tra quella di un gallo e quella di un rettile."Non posso voltarmi messere. Vi infliggerei una morte certa come quella di un condannato!""Quale potere così spropositato posseggono i vostri occhi se il mio rischio è tanto alto?" incalzò l'Arconte, per niente impressionato e assumendo una posizione più composta."I miei occhi hanno il potere di uccidere qualunque essere vivente, Templare. Così come il mio tatto o il mio respiro.""Come sapete che io sono un Templare? Voltatevi vi ho detto! Non vi temo""So della vostra autorità perchè vi conosco. So anche che non mi temete. Ma morireste ugualmente""Voltatevi e ditemi il vostro nome. Io non vi conosco"L'essere sospirò dicendo "Potete chiamarmi...Basilisko" e si voltò lentamente, fissando negli occhi il Templare, con la spada in mano, il quale rimase impassibile osservandolo negli occhi.Basilisko aveva profondi occhi scuri, che risaltavano e parevano inappropriati in quel fisico di sembianze animalesche. Quegli occhi erano umani."Sono ancora vivo" disse Artanis."Ve ne rendo atto, Cavaliere. Siete più umile di quanto pensassi. Potete abbassare l'arma, non vi colpirò nè mi avvicinerò a voi più di quanto lo sia adesso""La prudenza non è mai troppa. Se non vi avvicinerete voi mi avvicinerò io, non mi piace parlare a tale distanza dal mio interlocutore""No! Fermatevi!" urlò Basilisko visibilmente alterato. "La mia vicinanza vi ucciderà! Io sono il veleno!""Ed io sono l'antidoto""Ma antidoto e veleno a contatto si annullano a vicenda. Ammesso che voi riusciate a colpirmi prima di morire, perireste ugualmente per il solo contatto con le mie membra!"Chi ha parlato di colpirvi? Non sarà necessario se non mi farete cambiare idea. Ora ditemi chi siete e in quale luogo ci troviamo. Io resterò qui"Basilisko parve essere sollevato. Assiso sulla roccia da cui era parso scaturire poco prima, iniziò a parlare."Il fatto che voi non siate morto indica una cosa fondamentale Cavaliere. Accettate la vostra parte cattiva e non vi vergognate di averla. Questo vi fa onore""Ma cosa c'entra ciò?""Mi pare strano che non l'abbiate capito, messere. Volete sapere come faccio a conoscere il vostro nome? Beh, è presto detto. Io sono la vostra parte cattiva. Io e voi facciamo parte della stessa persona.""Assurdo!" disse Artanis alquanto sorpreso "Come è possibile tutto ciò? Come possono due parti della stessa persona conversare come facciamo noi?""Semplice quanto intuitivo Artanis. Il luogo nel quale stiamo conversando non è reale. Solo in un luogo non reale due concezioni mentali come me e voi possono incontrarsi. Noi scaturiamo dalla stessa persona.""Il vostro parlare è troppo moderno per quest'epoca""L'uomo compie atrocità dall'inizio dei tempi. Ogni malignità e malvagità è linfa vitale per il mio corpo e la mia mente. Io scaturisco dalle malefatte dell'umanità, che sono senza tempo. Ergo, il mio parlare non ha date. "Continua...