Rime in Prosa vol.1

Incontro inaspettato - parte 2


...continua della prima parte.Artanis e Basilisko, in un luogo surreale frutto di una concezione mentale, stavano conversando mentre il Templare cercava di capire il perchè di quella situazione."Siete stato voi a trasportarmi in questo luogo con un sortilegio?" domandò Artanis."Assolutamente no. Sono stato catapultato qui come è successo a voi""Chi mai avrebbe potuto ordire questa messa in scena allora?""Non ho idea alcuna in proposito, messere. Posso solo accettare gli eventi, come l'umanità intera si rifiuta di fare dalla notte dei tempi""Non riesco a cogliere la vostra attinenza con l'umanità. Le vostre sembianze sono tutto fuorchè umane, fatta eccezione per i vostri occhi""Vi siete appena dato la risposta, cavaliere" disse Basilisko in tono grave "L'umanità compie da sempre azioni disumane ed io sono un concentrato di quelle azioni""Da quale luogo scaturire allora?""Dallo stesso luogo da cui scaturite voi. Noi facciamo parte della stessa entità. Ogni uomo ha il suo Basilisko. Ci sono gli uomini che ne ammettono la presenza, come voi. Gli uomini che se ne vergognano. E gli uomini che si convincono di non avere una parte cattiva, gli ipocriti""Ma se le cose stanno così, Madre Terra avrebbe generato l'uomo e nel contempo anche voi?""Ci siete quasi. Madre Terra ha generato l'uomo. Ma, quando l'uomo ha iniziato a rivoltarsi contro di lei, essa ha tentato di inghiottire tutti i frutti malvagi dell'umanità. Nel momento in cui questa malvagità è diventata incontrollabile, ha generato Basilisko perchè racchiudesse in sè tutte le malefatte e i rifiuti dell'uomo""Voi siete frutto dell'uomo dunque?""All'incirca. Io sono ciò che l'uomo non riesce ad ammettere di poter fare o diventare o far diventare"Artanis si sedette sul terreno nudo, chinò leggermente il viso poggiando la spada di fronte a sè. Lo sguardo dell'Arconte si raffreddò lentamente mentre Basilisko si guardava intorno con aria spensierata."Qual è il vostro scopo?" disse."Ma io non ho nessuno scopo!" rispose l'essere un pò sorpreso da quella domanda "In realtà io vivo nelle azioni dell'uomo, anche se l'uomo stesso non se ne rende conto. A seconda delle situazioni, delle reazioni, delle emozioni provate dall'anima, una parte di me entra sempre in gioco. A volte questa parte è più consistente, altre volte è quasi insignificante. Ma c'è"Il Templare alzò il capo, fissando intensamente il suo interlocutore negli occhi. Stava per fare una domanda di cui, per la prima volta in vita sua, temeva la risposta.Prese fiato, dopodichè, con grande sforzo, pose la questione a quello strano essere:"Anche nel compimento delle mie azioni siete entrato in gioco?"Basilisko si alzò in piedi girandosi di spalle con viso rivolto verso il rigagnolo, placido e limpido."Artanis. Vi ricordate di quella principessa bellissima e soave della quale vi eravate invaghito?""Si" rispose il Templare chiudendo gli occhi per soffocare una lacrima."Ebbene. In quel frangente la mia presenza è stata assai consistente. Fu uno dei momenti in cui intervenni maggiormente nelle vostre azioni"I pugni stretti del cavaliere lasciarono trasparire la sua rabbia, mentre si mordeva il labbro inferiore fino a farlo sanguinare. Come può un'entità tanto irrazionale quanto meschina e malvagia governare le azioni di un Arconte Magister?"Dunque siete voi a dominarmi?" disse Artanis con voce strozzata."Non è esatto. Io collaboro con voi""La collaborazione dovrebbe portare a giovamento! In quella situazione rimossa il mio cuore fu lacerato come mai nessun'arma ebbe mai fatto prima di allora!""Artanis!" disse Basilisko voltandosi di scatto "Se non fossi intervenuto, voi non avreste mai avuto giustizia e del vostro cuore non sarebbe rimasto che qualche misero brandello consumato!"Alzandosi di scatto e impugnando saldamente la spada, il cavaliere accusò "Vi pare giustizia questa? Vi pare giustizia fare del male ad altre persone? Vi pare giustizia commettere le stesse azioni meschine e ignobili che nemici di ogni tempo hanno commesso contro di me? Vi pare giustizia?""Artanis...questo è un tempo che non conosce lealtà, e voi lo sapete bene. Vi ricordate l'eremita che di recente avete incontrato? Anche in quel caso sono entrato in gioco e se non l'avessi fatto ora voi sareste al capezzale di quel pazzo sconclusionato""Ma il mio cuore è puro!""Il vostro cuore è puro perchè il mio è nero" l'Arconte si fermò, per un attimo perse il fiato. Basilisko ricominciò "Il mio intervento è una sorta di autodifesa, Artanis. E' un meccanismo che vi permette di soffrire il meno possibile. Tutto sta nel dosare ogni mio intervento, proprio questo fa di voi un grande paladino. Finora non avete mai commesso errori in questo. Perciò vi dico di continuare su questa via. Gli eventi infausti e i tradimenti continueranno fino alla fine dei tempi. Il mio potere resterà alto finchè alti resteranno i danni dell'umanità. Nessuno si dimostrerà mai buono come lo siete voi, per questo dovrete essere spietato e senza scrupoli qualora ciò si riterrà necessario, e so che voi saprete stabilire quando e con quale intensità. Perciò non disperate cavaliere, il fato ha voluto che ci incontrassimo forse per illuminare la vostra mente su quest'aspetto ma, per il vostro bene, vi dico di continuare sulla vostra strada"In quel momento la figura di Basilisko cominciò lentamente a dissolversi nell'aria. Tutto cominciò a girare vorticosamente, finchè un malore non colse Artanis, il quale si ritrovò nuovamente in terra.Questa volta però il paesaggio circostante era tornato "normale" e Balihas beveva con calma dal rigagnolo che scorreva tra gli anfratti.Tutto quanto visto da Artanis era un sogno.Una volta nuovamente in viaggio, il Templare ripensò alle parole di Basilisko. Tutto ciò era reale o irreale? Che fosse stata una visione?Forse fu proprio così, ma Artanis era ancora più convinto delle proprie azioni e, in sella al proprio destriero, proseguiva per la via maestra dimenticando ogni rimorso del passato. Dimenticando le ingiustizie commesse ai danni di coloro che se lo meritavano, ingiustizie che non diventavano altro se non giustizia morale.