Rime in Prosa vol.1

La Strega Iraconda


Il Cavaliere Artanis vagava, in compagnia del mago Realtà, per la Contea. I due passarono tra boschi e paludi fino a raggiungere un piccolo paese, il suo nome era Fittizio ed era abitato da molti contadini. Essi riconobbero Artanis e si rivelarono molto ospitali con lui e il suo scudiero. Si stabilirono alla Locanda del Drago Nero, decidendo di soggiornare in quel piccolo paesino per un pò. Passarono i giorni e passarono le notti, Artanis sembrava trovarsi bene ma, una sera, il mago Realtà si ubriacò con il vino prodotto da quei contadini, molto molto forte. Artanis dovette portarlo in braccio nella sua stanza, dove l'amico s'addormentò di un sonno profondo. Un pò annoiato per il fatto, Artanis decise di fare una passeggiata per i vicoli del paese. Forse s’avventurò in strade troppo buie, in quanto il Cavaliere s’imbattè in una riunione segreta, alla quale stavano prendendo parte i principali capi del paese. Egli si nascose, cercando di scoprire cosa stesse succedendo, ed ascoltò le loro parole. Scoprì cose terribili. Stavano fomentando un assassinio ai danni di un cavaliere, il quale era odiato dalla popolazione. Com’era possibile? Quei contadini tanto ospitali in realtà l’avevano ingannato. Un misto di tristezza e rabbia attraversò Artanis, il quale prese a correre in direzione della locanda. In preda all’ira, Artanis si smarrì, giungendo di fronte ad un palazzo disabitato. Sulla soglia del portone d’ingresso apparve una donna. Aveva l’aria alquanto trascurata, ed indossava un vestito rosso sangue. “Buonasera Artanis” disse lei “il mio nome è Iraconda, e sono una strega”. Artanis sguainò la spada. “No Artanis! Io sono venuta per avvertirti! Non voglio farti del male”. “Parla allora, strega Iraconda” disse il Cavaliere. “Voglio metterti in guardia Artanis, il boia verrà, verrà per colpirti” e così dicendo sparì in una nube grigio fumo, che avvolse Artanis. Egli vacillò e, colto da un gran dolore al petto, cadde in ginocchio ansimando. Dopo essersi ripreso, corse a spada tratta verso la locanda, più veloce che poteva. Al suo arrivo scoprì che Realtà non c’era più, se n’era andato portando via tutti i propri averi e anche quelli di Artanis. Egli si sentì tradito nel più profondo e la rabbia gli annebbiò la vista. Uscì in strada, accecato dal'ira, in quel momento una folla di contadini armati di forconi e spade apparve di fronte alla locanda, in prima fila vi era Realtà. L’aveva tradito. Prima che il mago potesse parlare, una fitta nube grigio fumo ricoprì tutto lo spiazzo di fronte alla locanda. La voce della strega Iraconda echeggiò nelle orecchie di Artanis che ribolliva di rabbia. ”Ti ha tradito Artanis, ti vuole uccidere”. Con un balzo, il Cavaliere si lanciò su di lui, colpendolo.. In quell’esatto momento, la nube sparì. Realtà era riverso per terra in una pozza di sangue, ma era ancora vivo. Tutt’intorno i contadini fissavano Artanis atterriti. ”Cos’hai fatto Artanis?” disse Realtà con voce strozzata, mentre i contadini iniziavano a soccorrerlo ”Eravamo venuti a cercarti per portarti in salvo, mio Signore. Il Cavaliere tanto odiato è nei paraggi e potrebbe colpire voi.”. La Strega Iraconda aveva lanciato su Artanis un sortilegio, che svanì in quell’istante. Artanis capì quale tremendo e irreparabile errore aveva commesso, l’incantesimo della Strega gli aveva impedito di agire in modo razionale, facendogli dubitare della persona per lui più cara al mondo. ”Artanis” disse ancora il mago, mentre il Cavaliere aveva il volto rigato dalle lacrime, e aveva lasciato scivolare per terra la propria spada sporca di sangue ”Io capisco che voi abbiate potuto dubitare di me, mio Signore. Ma non ne capisco il perché. So che ora vi siete pentito ma io non potrò essere più il vostro scudiero. Ora ho paura che voi possiate commettere di nuovo questo gesto tanto efferato, che mi ha fatto così male”. E subito dopo fu portato via di corsa verso il più vicino medico del paese. Artanis stava in piedi a fissare il vuoto, le sue lacrime ora gocciolavano sino in terra. Si guardò le mani e disse ”Che cosa ho fatto…”. Da quel giorno il Cavaliere e il mago si divisero. Artanis aveva infranto il destino, che li voleva insieme ed era andato contro le scritture che avevano riservato ben altro futuro al Cavaliere. Egli riprese a vagare, vagare in eterno. Vivendo con il rimorso di avere ferito chi non avrebbe mai voluto ferire.