Mondi di celluloide

QUEL CHE RESTA DI MIO MARITO


-Titolo: Quel che resta di mio marito (Bonneville) -Anno: USA 2008-Genere: Commedia-Durata: 104 minuti-Rating: *-Migliore frase: /-Sito internet: http://www.teodorafilm.com/Il pretesto è quello di consegnare le ceneri del marito di Arvilla (vedova per nulla sconsolata) ai parenti del defunto, in tempo per il rito funebre. Così Jessica Lange e le sue due amiche, ansiogena e precisina una, divertente e scanzonata l'altra (ottime attrici, la straordinaria Kathy Bates, interprete di Misery e tante altre pellicole eccellenti e la più volte candidata all'Oscar Joan Allen) partono con la Bonneville, la vecchia cadillac color rosso mattone in sella alla quale macineranno chilometri e nostalgia, vecchie speranze sgualcite e qualche disavventura alla volta di Santa Barbara.                                                 [ S P O I L E R ]Alla fine lei decide di testa sua di sparpagliare le polveri del morto qui e là in giro lungo i posti in cui erano stati insieme, e a destinazione ci arriva con l'orcio semivuoto scatenando l'ira funesta della figliastra acida Christine Baransky, che per ripicca le sottrarrà l'appartamento in cui viveva col padre. La versatile Baransky in questi giorni è sugli schermi anche al fianco di Meryl Streep in "Mamma mia" dove ritroviamo un altro terzetto di donne alla ricerca di se stesse, 
ma con un entusiasmo e una voglia di vivere che nulla ha da spartire con la triade di questo film. Nonostante l'età (sono tutte sugli anta passati) e la menopausa che incalza, le protagoniste avranno anche il tempo di fare qualche incontro galante.  Un Road movie rilassante e in verità anche un po' sciapito, dall'effetto a momenti soporifero, che ti lascia sempre in attesa che debba accadere lì per lì qualcosa che poi non accade mai. In effetti non c'è un colpo di scena nè una svolta narrativa dall'inizio fino alla fine, la regia è piatta e priva di sfumature ma è apprezzabile però l'ottima fotografia. Un tributo di tutto rispetto all'America delle praterie sconfinate e dei laghi ghiacciati, rocciosa e brulla quanto serve, in cui ogni inquadratura è una cartolina e ogni scorcio un affresco. Bellissimi i tramonti rossastri e i campi lunghi sui paesaggi di montagna che ci riportano alla mente i frames di un altro road movie recente di tutt'altra fattura, "Into the wild" di Sean Penn.