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Dolomiti Superbike: il sogno...


Giornata indimenticabile… talmente indimenticabile che devo ancora svegliarmi dal sogno di questa splendida giornata…Forse è per questo che non riesco ancora a trovare le parole giuste per raccontare… ciò che in realtà sta ancora succedendo: ancora non ho realizzato di essere riuscito a pedalare tutti i 116 km del percorso lungo… eppure ce l'ho fatta, proprio come me l'ero immaginato una mattina della settimana scorsa, svegliatomi con una strana ed eccitante idea di provare l'essenza di questa sempre spettacolare gara…Partenza in prima griglia… grazie ad una quantomeno "previdente" (e maniacale) iscrizione regolarizzata alle 00:00:01 dl 1° dicembre 2010, con un simpatico ed indimenticabile (in tutti i sensi) pettorale 444.Il ritrovo con i compagni alloggiati all'Hotel Edelweiss di Braies è all'imbocco della Valle d Braies alle 7:10. Io e Fabione, provenienti da Monguelfo, non troviamo nessuno per cui, dopo aver aspettato invano fino alle 7:20', partiamo alla volta di Villabassa, anche perché io devo partire alle 7:30!Arrivo in griglia quasi alle 7:30 e mi affianco a Marco: un paio di battute, il tempo per scambiarsi un "in bocca al lupo" e.. si parte!E' tutta la settimana che penso a come affrontare questa impresa: non sono riuscito ad allenarmi su percorsi lunghi… nemmeno lontanamente avvicinabili a questo "mostro" di dislivello, eppure sono convinto di poter tentare "di testa", ovvero allentando il gas (sempre un po' troppo tirato nelle partenze di questa stagione) e "amministrando", "dosando"… "centellinando" ogni frazione di watt disponibile…Parto con estrema calma: la prima salita è una dolce stradina tra i prati che risale il versante nord di Villabassa: fa già caldo, per cui abbasso i manicotti, abbasso la zip della maglia e, ancora una volta, mi impongo di non sforzare… Pedalo tranquillo, agile… e non sento nemmeno un filo di fatica: ho davanti una valanga di km e metri di dislivello… ma il sole e il cielo sempre più limpido mi confortano e continuano ad alimentare la voglia di tentare e di realizzare questo sogno.La prima ora passa così liscia e veloce che quasi non me ne accorgo: è il bivio… e senza esitare tiro dritto laddove una freccia indica "119 km". Inizia l'avventura.Il quadricipite sinistro indolenzito e teso dal giorno precedente comincia a sciogliersi… chissà, forse era solo la tensione per questo cruciale appuntamento…Si scende e poi si risale: la strada che risale la Valle di san Silvestro fino all'omonima Malga la conosco bene, è la stessa che si fa per salire al mitico Markinkele (Cornetto di Confine). Ma oggi c'è ben altro sul vassoio…Nella discesa verso Versciaco mi supera Gino… praticamente un siluro nero-arancione (i colori della sua fantastica Niner); in discesa non mi sento molto sicuro, probabilmente devo ancora "domare" la Scalpitante e un fastidioso ed assordante rumore al freno posteriore mi inibisce parecchio… La prendo con calma anche in discesa: tutta la fatica mentale nel cercare di gestire, di "dosare" in vista dei 116 km non ammette leggerezze nemmeno in questi tratti "non pedalati"…Ci avviciniamo a San Candido e si avvicina sempre più la salita più temuta della giornata, il Monte Elmo: 11 km di interminabile ed estenuante salita (dai 1.150 m di San Candido fino ai 2.045 m della Stazione sciistica a monte). Calma e sangue freddo… anche se la temperatura dell'aria comincia a divenire un'insidia decisamente non trascurabile… Per almeno un paio di volte, trovando biker a piedi sulla mia traiettoria, ne approfitto per scendere e far riposare un po' la schiena… ma posso dire di averla pedalata praticamente tutta. L'arrivo al GPM è assolutamente liberatorio… forse troppo. Mi siedo e sbrano un panino con la mortadella annaffiato con un paio di bicchieri di Coca: penso che il più è fatto… ed è qui che commetto l'errore, forse l'unico vero errore della giornata. Riparto piuttosto carico insieme a Roberto, che mi ha raggiunto nel corso di una doverosa "sosta tecnica", e mi dirigo sicuro verso il prossimo appuntamento: Baranci. Mentre risalgo il 2°GPM mi accorgo di essere appena a metà… e soprattutto di essere molto prossimo al mio limite personale, oltre il quale c'è l'ignoto…Il caldo comincia ad essere particolarmente fastidioso e rende il tutto più difficile: la sosta sui Baranci (alquanto sospirata…) è piuttosto lunga, in quanto ho bisogno di recuperare il più possibile e devo cercare di mangiare per poter affrontare l'ultimo "mostro"…Riparto alla volta di Dobbiaco, cominciando a pensare al lungo e snervante falso piano che porta a Carbonin. Conosco quel tratto quasi fotograficamente, quasi buca per buca… e proprio perché lo conosco bene… lo temo! Al ristoro allestito presso la Stazione di Dobbiaco mi fermo, anche se l'ultimo ristoro (Baranci) non era poi così distante: ho paura di rimanere "a secco"… e non mi sbaglio!La ciclabile Dobbiaco-Carbonin, per quanto suggestiva e piacevole nel corso di tante escursioni, oggi è veramente indigesta: parto contro-vento ai 15 km/h e subito mi assale l'incubo di dover passare un'ora di calvario su questa snervante e inesorabile saltella lunga 15 km… Fortunatamente riesco ad agganciarmi ad un paio di "trenini" e riesco a recuperare qualcosina… finchè finalmente non arrivo all'agognato ristoro di Carbonin. Pieno di Coca, crostata, banana, rabbocco acqua e sali… quindi mi siedo qualche minuto per rilassare gambe, schiena e…. non ultimo, fondoschiena (praticamente in fiamme)! Riparto, memore dell'ultima volta che ho fatto questa salita dopo il giro del Cristallo (quindi con circa 80 km nelle gambe): ingrano il rapporto più agile, fisso la ruota anteriore e comincio la salita contando i metri di dislivello mancanti quasi uno ad uno… Il caldo è tremendo e a tratti provo quasi nausea. A quota 1.800, su uno degli ultimi tornanti compare un inaspettato ristoro… sembra un miraggio! Tracanno un altro bicchiere di Coca (ma quanta ne avrò bevuta?!) e, spremendo la riserva di calorie fino all'ultimo centesimo, raggiungo la vetta, quasi il coronamento di questo strano sogno. Mi sdraio sul prato e mi godo la vetta finale di questo "mostro sacro": Prato Piazza… è fatta!!!Riparto con una sorta di energia "virtuale"… quella che non sai mai dove fosse, perché ti sembrava di averla usata veramente tutta, e mi lancio veloce verso Braies, sfrecciando come un missile tra gli alberi della ciclabile tra Ponticello e Braies. Uscendo dalla Val di Braies, con il campanile di Villabassa sotto gli occhi, scopro con disappunto che non si entra direttamente in paese, ma si gira sui prati fino alla zona industriale per poi rientrare in piazza da est… Quasi me la prendo e tiro fuori pure una grinta che non sapevo di avere… Spingo, spingo, spingo… ed ecco la strada principale di Villabassa, riecco il campanile, ecco finalmente la piazza gremita e la realizzazione del sogno… quello striscione giallo con scritto "Finish" sotto il quale sfreccio con un senso di gratitudine infinita…Ma ancora non ci credo… svegliatemi!Qui la traccia gps...