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GF Città di Garda: «Arrivederci» o... «Addio»?!

Post n°154 pubblicato il 20 Aprile 2012 da mtbstefo

Garda

Domenica 15 Aprile 2012, Garda (VR).

Le previsioni non promettevano nulla di buono... e così è stato.
Pioggia incessante, almeno per tutta la durata della gara... con uno sfacciato sole solo lungo la strada del ritorno, quando ormai eravamo in autostrada!

La pioggia battente degli ultimi giorni ha trasformato la tradizionale polvere in veri e propri torrenti di fanghiglia liquefatta: non si attacca alle gomme, non fa tappi... ma, insidiosa e spietata, si infiltra ovunque... per le gioie dei soli meccanici!

Non è sicuramente la situazione ideale: pioggia e fango (e la conseguente incertezza sull'assetto da scegliere, sia in termini di gommatura che di abbigliamento); ci mancava solo una distorsione alla caviglia sinistra, provocata in una rovinosa caduta lungo le scale... l'ideale alla vigilia di una gara che si preannuncia "camminata" in diversi tratti!
Per me è l'unica possibilità di correre ad Aprile e tra l'altro capita proprio su uno dei miei tracciati preferiti. Insomma... si va, punto e basta.

Alla fine di una settimana lavorativa e familiare piuttosto frenetica, mi riduco a verificare la bike solo venerdì sera: le Racing Ralph riesumate qualche settimana fa dalla soffitta sono un po' troppo limate... Non è il caso di aggiungere ulteriori difficoltà, viste le premesse... per cui decido di montare all'anteriore la fida Nevegal (praticamente nuova) con la quale inaugurai la Scalpitante alla DSB 2011. Ne manca una però...
Contatto il mitico CicliFabione (una vera garanzia) e, alle 23 circa, salta fuori una bella Nevegal da montare sulla mia ruota posteriore. All'indomani, sabato mattina, dopo una affascinante visita nella "fabbrica dei sogni" di Fabione per il ritiro della gomma promessa, la Scalpitante è in autentico "assetto da guerra": con quegli artigli sembra quasi un carro armato!

Tutto sembra pronto, pure la borsa e l'abbigliamento... ma non mi accontento: decido infatti di sostituire le manopole di spugna con quelle di gomma, decisamente più sicure delle prime in caso di pioggia e fango. Fin che ci sono controllo tutti i serraggi delle brugole e... disgrazia! Mentre stringo la fascietta del comando cambio anteriore la vite si trancia. Dopo abbondanti imprecazioni e auto-insulti... ritrovo un briciolo di calma e di senno: con (tanta) fortuna e (un pizzico di) abilità riesco ad estrarre il gambo della vite e, presa in prestito una vite dalla numerodue, risistemo il tutto per bene... Quando si dice che non bisogna andare attorno alla bici il giorno prima della gara... è sacrosanto!!!

Finalmente Domenica.
La caviglia non mi fa male se non in certe posizioni "forzate"; fuori piove (non ha mai smesso).
Alle 7:00 passano Marco e Gallo a prendermi: carichiamo "armi e bagagli", quindi partiamo alla volta di Garda. Ovviamente continua a piovere.
Ore 8:20 circa. Siamo a Garda alla ricerca di un parcheggio. Breve sosta in centro per il ritiro dei pacchi gara, quindi ci portiamo nel solito parcheggio vicino al centro benessere.
C'è tempo in abbondanza prima della partenza del primo gruppetto di maglienere (quarta griglia)... per cui ci rifugiamo in un bar per una seconda colazione al calduccio. Piove.

Alle 9:40 ci riportiamo al campo base per la vestizione e alle 10:15 salutiamo Gallo, Allebruno e Massimo che si avviano verso la zona di partenza (quarta griglia, ore 10:30). Terminati i preparativi io, Marco, Loson e Topo ci portiamo verso la zona di partenza: siamo stati assegnati alla quinta griglia (partenza ore 10:50), ma quando arriviamo alle 10:45 il lungolago è praticamente deserto... Avanziamo verso lo striscione di partenza con stupore e disappunto, finchè, ormai con le ruote sul tappetino, un giudice ci dice che possiamo passare e che il resto del gruppo... è già partito!

Panico... anzi, delusione... ma che dico... incazzatura fumante!!!

Nella prima salita su asfalto, praticamente in solitaria e in preda ad una profonda demotivazione, sono più i biker che tornano verso Garda che quelli che superiamo... Assurdo e inqualificabile: hanno accorpato le ultime due griglie praticamente "a sorpresa"... e noi ci ritroviamo ad inseguire il gruppone con circa 10 minuti di ritardo!

Cerco di convincermi a proseguire: ormai sono qui e non mi va di buttare la giornata per brutta che possa essere... ma è dura!

Dopo la prima rampa sterrata, obbligatoriamente risalita a piedi, come rimonto in sella la catena, intrisa di fango, viene risuccchiata dalla corona e si incastra tra quest'ultima e il telaio: "1a stazione".... perdo Marco, che da un sommesso "mi è passata la voglia" ha trovato finalmente la grinta per completare una gran gara in meno di tre ore... bravo!!!

Proseguo con una "spada di Damocle" pendente sulla testa... anzi sulla catena! L'incubo di Monteriggioni diventa come la fascia cardio (dimenticata nella borsa...): non mi abbandona per un secondo! Nonostante abbia oliato la catena prima della partenza, sono costretto a fermarmi almeno una decina di volte per disincastrare la catena "risucchiata"... Succedendo poi in mezzo a salitelle piuttosto complicate, non riesco a rimontare in sella e mi tocca risalire a piedi (con grande gioia della caviglia infortunata...).
Insomma, un "calvarietto" non indifferente... che però non mi toglie la voglia di andare avanti e di rimontare il più possibile: la speranza di intercettare almeno una maglianera prima del traguardo non è ancora data per persa...

Tra tutti questi pensieri la salita del Crero verso San Zeno di Montegna passa senza grandi difficoltà: mai fatta così in scioltezza! Con le soste obbligate per la catena capricciosa, finalmente raggiungo la favolosa Valle dei Mulini, dove riesco a lanciarmi in una bella discesa all'insegna del recupero posizioni...
All'attacco dell'ultima fatica, la Rocca di Garda, mi fermo al ristoro per lavare la catena... illudendomi di risolvere, almeno parzialmente, il problema...
Riparto più deciso che mai e anche in quest'ultima fase di gara riesco a salire con buon ritmo. Si sale, si scende, poi si risale e si ridiscende... non capisco mai dove finisce la salita! Finalmente scolliniamo e vediamo il lago... è fatta!
Mi lancio nell'ultima discesa, cercando di recuperare il più possibile. Ad un certo punto, durante un sorpasso, la salopette si impiglia ai rovi e mi si squarcia letteralmente sulla gamba destra...

Raggiunto il lungolago, riconosco sulla mia traiettoria un giubbino nero con striscia gialla: è il Gallo!
Immancabile volata in coppia, a braccia alzate; anche questa è fatta... ed è ciò che conta!

 

Ed ora veniamo al titolo di questo post... perchè, nonostante sia riuscito a finire la gara indenne... e mi sia pure divertito, sarebbe ingiusto omettere alcune puntualizzazioni sull'organizzazione della gara.

Innanzitutto voglio sgomberare il campo da tutto ciò che ricade strettamente nella "sfera personale" del biker (il rapporto con il fango e le conseguenti difficoltà, i problemi meccanici, i problemi fisici...) e nella "sfera dell'inevitabile" (sostanzialmente il meteo, peraltro ampiamente previsto, e le conseguenti condizioni del fondo... famoso per le insidie legate al bagnato...). Ad essere sincero poi, devo ammettere che è proprio in queste due "sfere" che è racchiusa tutta la soddisfazione di aver portato a termine anche questa non banale prova...
Per quanto l'organizzazione possa prodigarsi alla ricerca di giustificazioni e improbabili alibi... resta la triste cronaca di una giornata che ha visto concentrare tutti i disguidi e gli incidenti nella frazione "umana" dello scenario di questa edizione: a parte la gestione (assolutamente irrispettosa ed inqualificabile) delle griglie di partenza, l'insufficienza del ristoro finale (una presa in giro... appesantita dalla promessa-invito alla manifestazione di Brenzone) e la beffa del "lavaggio bici"... il culmine di questo paradosso ha un sapore decisamente amaro: l'unico infortunio grave (su 2.000 biker impegnati su 39 km di strettoie, fango, sassi e radici bagnate) è avvenuto su una passerella di legno piazzata a poche decine di metri dall'arrivo...
Sono convinto che conti poco giustificare... in questi casi è necessario RIMEDIARE!

«Arrivederci» o... «Addio»?!

Dipenderà da quanto vorranno rimediare nei confronti degli iscritti (delusi) alla prossima edizione: visto che difficilmente ci si potrà fidare delle promesse, solo la partecipazione gratuita (o al limite con quota ridotta) potrà dimostrare la sincerità e la buona fede degli organizzatori... e, di conseguenza, far prendere in considerazione l'opportunità o meno di partecipare.

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LA PREMIATA SCUDERIA...

• Il "ferro" •
LYNSKEY PRO29 VF 2011
(in corso di allestimento)

Lynskey PRO29 VF 2011

 

• numeroventinove •
CANNONDALE SCALPEL 29er Carbon 2013
(customized mtbstefo)

numerouno

• Telaio: Scalpel 29er BallisTec Hi-Mod
• Amm. post.: RockShox Monarch RT3
• Forcella: Lefty Hybrid 29er XLR 100 mm
• Guarnitura: C'dale Hollowgram SI 36-22
• Cassetta pignoni: Shimano XTR 11-36
• Cambio ant.: Shimano XTR 2011
• Cambio post.: Shimano XTR 2011
• Comandi cambio: XTR 2011
• Freni: Shimano XTR 2011
• Ruote: Mavic Crossmax SLR Disc 29er
• Manubrio: Truvativ
• Sella: San Marco Mantra

numerozero •
SPECIALIZED SIRRUS (1990)
"eterna"

Sirrus

 

VECCHIE GLORIE...

• numerouno •
CANNONDALE SCALPEL 1 2011
"Scalpitante"

numerouno

numerodue •
CANNONDALE TAURINE SL 2009
"Fedelissima"

tau1

SCOTT GENIUS TWENTY 2009
"numerounopersempre"

genius twenty

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"lamiaprimagenius"
genius mc50

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