la giustizia

UN CONDANNATO NON CONDANNABILE


Di una cosa (e una sola!) possiamo ringraziare Berlusconi: a furia di cavilli per aggirare le leggi, stiamo diventando tutti legulei. I distinguo pro domo sua vivisezionano le norme e le istituzioni, come autopsie nel corpo vivo della Repubblica.Il danno democratico è enorme, ma intanto, noi spettatori televisivi stiamo seguendo un corso accelerato di diritto (e anche di rovescio). Per esempio, nessuno, tra noi normali, sapeva come funziona una giunta parlamentare; cosa che stiamo imparando dalla rabbia dei berluscones, furibondi per essere in minoranza, contro quelli che si battono perché la legge sia uguale per tutti. Peccato che, tra quelli che sono in maggioranza nella giunta, non manchino divisioni e sospetti, come ha dimostrato lunedì sera a Otto e mezzo Marco Travaglio, insinuando manovre sottobanco che (per fortuna) non ci sono. Così, i grillini e i loro ideologi continuano a indebolire il fronte di chi difende la legalità e rafforzare quello di chi si limita a difendere Berlusconi. In particolare, abbiamo sentito un esponente a 5 Stelle sostenere che loro non fanno alleanze, perché vogliono essere liberi. Si vede che ha fatto tesoro dei deliri di Grillo, ma non ha nessuna idea di politica: essere liberi vuol dire sapersi confrontare e scegliere con chi fare eventuali alleanze, mantenendo le proprie posizioni. Se no, semplicemente si è isolati e non si fa politica, ma testimonianza di rabbiosa impotenza, in attesa di quel 100% dei voti, che per fortuna non avrà mai.Tornando a bomba, cioè a Berlusconi, i tanti azzeccagarbugli del Pdl vanno sostenendo, praticamente a reti unificate, che la legge Severino (votata anche da loro) sarebbe incostituzionale, perché «retroattiva». Cioè, punirebbe reati commessi prima della legge stessa. Invece, come a questo punto hanno capito anche i marziani, la legge non si occupa dei reati, ma delle condanne, che sono sempre postume.