The Mule

Storie d'inverno


Foto: questa mattinaAttraverso lo steccato e una pallottola mi sibila vicino. I russi ci tengono d'occhio. Corro e busso alla porta di un'isba. Entro. Vi sono dei soldati russi, lą. Dei prigionieri? No. Sono armati. Con la stella rossa sul berretto! Io ho in mano il fucile. Li guardo impietrito. Essi stanno mangiando attorno alla tavola. Prendono il cibo con il cucchiaio di legno da una zuppiera comune. E mi guardano con i cucchiai sospesi a mezz'aria. «Mnié khocetsia iestj» dico. Vi sono anche delle donne. Una prende un piatto, lo riempie di latte e miglio, con un mestolo, dalla zuppiera di tutti, e me lo porge. Io faccio un passo avanti, mi metto il fucile in spalla e mangio. Il tempo non esiste pił. I soldati russi mi guardano. Nessuno fiata. C'č solo il rumore del mio cucchiaio nel piatto. E d'ogni mia boccata. «Spaziba» dico quando ho finito. E la donna prende dalle mie mani il piatto vuoto. «Pesausta» mi risponde con semplicitą. I soldati russi mi guardano uscire senza che si siano mossi. Nel vano dell'ingresso vi sono delle arnie. La donna che mi ha dato la minestra č venuta con me come per aprirmi la porta e io le chiedo a gesti di darmi un favo di miele per i miei compagni. La donna mi dą il favo e io esco. M.Rigoni Stern, Il sergente nella neve